22 luglio 2009
L'inceneritore dei miei sogni
Silvio Pellicanò

 

 

In una fresca e nitida mattinata di pochi giorni fa percorro la strada che velocemente, dai tranquilli paesaggi della valle telesina, ci scaraventa progressivamente nella abnorme e smisurata città.

 

Penso alla mia vita di pendolare del corpo e dello spirito, alla mia infanzia vissuta nella periferia napoletana, al piacere degli odori della campagna, al pane fresco che mia nonna affettava in generose porzioni e alla mia decisione di trasferirmi in Valle Telesina dove risiedo e lavoro da oramai da quindici anni. E’ esperienza di tutti.

 

I pensieri si sovrappongono e si susseguono a velocità spesso incommensurabile. E allo skyline delle colline che digradano là, verso il casertano, si sostituisce quello che sarà la stessa immagine con l’aggiunta dell’avveniristica struttura che lì si vuole far nascere, proprio laddove la mia vista in quel momento fissa le figure della probabile futura scena. Il comignolo alto, le forme sinuose e metalliche, il via vai di mezzi simili ad operose formichine intente alle provviste invernali.

 

Penso a noi tutti; alle nostre fattorie che a fatica cercano di mantenere i ritmi rurali; agli animali; ai corsi d’acqua già stanchi di sopportare innaturali carichi; a quanti, nella buona e nella cattiva sorte, cercano di sfuggire alla calura cittadina assediando gli agriturismi di cui la nostra zona va fiera.

 

Ma, molto egoisticamente, penso anche a me; al lavoro che faccio e al tempo che investo educando gli studenti al rispetto della natura perché è una risorsa, a quanto ho dato (e chi mi conosce lo sa!) per la promozione turistica del territorio, dei prodotti tipici, delle sagre, delle manifestazioni culturali sperando che tutto ciò fosse per tutti, specie per i miei studenti, un’opportunità di far crescere un’idea, un’attività, una professione.

 

Mi avvilisco. Ritengo sia stata una grande utopia ed io un venditore di fumo per colpa di chi, il fumo tossico, non solo ce lo farà respirare, ma ce lo farà pagare a caro prezzo.

 

Che ne sarà delle mie belle parole e delle grandi idee di sviluppo turistico? Cosa racconterò nelle classi nell’anno a venire? Sradicherò l’incoming dal libro di testo preferendo l’outgoing?  

 

E, con un nodo in gola, penso a persone a me carissime che quotidianamente si avvelenano sin d’ora aria e sangue combattendo contro chi vede ancora la storia come rapporto iniquo tra colonizzatori e coloni.

 

Prof. Silvio S. Pellicanò

Istituto Tecnico per il Turismo

“U. Fragola” - Faicchio

 

 

 

 

 

     

 Valle Telesina


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