22 luglio 2009
S.Salvatore, minoranza PdL: documento inceneritore
Fabio M. Romano

 

 

Documento presentato dal Gruppo di Minoranza PdL

ed approvato all'unanimità

dal Consiglio Comunale di San Salvatore T. il 22/07/09.

Fabio Massimo Romano


 

Sig. Presidente, Sig. Sindaco, Sigg.ri Consiglieri,

 

il Gruppo di minoranza PDL ha sempre manifestato la sua volontà di collaborare con la maggioranza in questa vicenda, se non altro per esperienza vissuta, senza essere relegato a semplice  uditore o comparsa, sempre nel rispetto dei ruoli e nella consapevolezza delle responsabilità passate, presenti e future di ciascuno dalle quali nessuno può esimersi.

Questa maggioranza, invero, non ha tenuto conto della nostra manifestata volontà di collaborazione.

Oggi prendiamo atto dell’importanza del Consiglio Comunale del giorno 8 luglio u.s. richiesto dalla minoranza che ha sollecitato tutti gli amministratori ad adoperarsi in maniera concreta e fattiva per la risoluzione del problema.

Il voto del nostro gruppo è senza dubbio alcuno favorevole al documento predisposto dalla maggioranza i cui contenuti validissimi ricalcano e rispecchiano quasi tutti quegli argomenti affrontati dalla precedente amministrazione sia nella prima seduta della conferenza di servizi sia con successivi atti e documenti amministrativi esaminati e presentati nelle le sedi regionali e provinciali.

Di notevole fattura è la relazione tecnica elaborata dall’ing. Fiorentino Gaetano che nel corso di questi due anni, senza interesse alcuno, ha messo a disposizione le proprie competenze e capacità professionali per dare un contributo fattivo e risolutivo alla vicenda. E’ stato sempre portatore argomenti brillanti ed appropriati anche nei molteplici incontri tenuti tra l’ex Sindaco, Assessori e Consiglieri comunali della passata amministrazione, con i comitati civici di Amorosi, Cerreto, Faicchio, Puglianello e Telese Terme, e con il dott. Gianluca Aceto, oggi assessore provinciale all’ambiente.

Pur tuttavia ci preme sottolineare e sottoporre alla Vostra attenzione alcune considerazioni che potrebbero essere utili a chi ci rappresenterà al tavolo della conferenza di servizi convocata per domani.

La scelta di tale iter procedimentale per l’ottenimento dell’autorizzazione alla realizzazione dell’impianto non è casuale.

La VO.CEM. in tal modo tenta di superare le N.A. del PRG ed i contrasti o pareri degli Enti interessati che sostengono valide argomentazioni in tema di agricoltura, turismo, ambiente ed archeologia, con quelli, a suo favore, strettamente tecnici di Istituti ed Enti che per legge sono chiamati ad esprimersi in merito.

Allora unitamente alle valide argomentazioni e documenti testè presentati, a nostro avviso bisogna sviscerare e porre sul tavolo della conferenza di servizi i molteplici profili di illegittimità (violazione e falsa applicazione delle leggi di settore, difetto di istruttoria, difetto di motivazione, eccesso di potere per sviamento carenza dei presupposti) che inficiano irrimediabilmente il procedimento e quindi anche l’eventuale atto amministrativo finale che la Regione Campania andrà eventualmente ad adottare.    

1) Il 4 ottobre 2004 la VOCEM presenta al Comune una richiesta di lotti per la costruzione di una centrale elettrica alimentata da un impianto a biomasse. A tale richiesta il Comune risponde con la nota n. 10999/04 sottofirmata dall’assessore alle attività produttive ed all’ambiente e dal Sindaco dell’epoca.

La succitata nota, resa famosa nella recente campagna elettorale, elaborata sulla scorta delle indicazioni e delle raccomandazioni ricevute dalla maggioranza all’uopo e prioritariamente riunita, pur riscontrando in quel momento positivamente la proposta della VOCEM, NON AUTORIZZAVA AFFATTO la costruzione dell’impianto, ma comunicava semplicemente che nella zona S. Mennitto – Carpine e Selva di Sotto era possibile la realizzazione dell’impianto a condizione che rispettasse gli indici urbanistici del PRG vigente e le relative N.A. e che venissero acquisiti tutti i pareri necessari per il tipo di attività previsti dalla normativa in materia.

La VOCEM contrariamente a quanto dichiarato nella sua prima richiesta del 04/10/04 e senza mai ottemperare ai vincoli prescritti dalla succitata famosa nota 10999/04, invece di presentare il progetto, completo delle prescritte autorizzazioni e pareri, allo sportello edilizio comunale e/o seguire le procedure previste per gli impianti a biomasse del D.lgs. 387/2003, sceglie altra strada, quella della conferenza di servizi invocando il D.lgs. 22/1997.

La scelta aveva un preciso obiettivo: baipassare tutte le ordinarie procedure e addirittura presentare un progetto diverso da quello comunicato in prima istanza al Comune, ignorando persino la mancanza del necessario atto consiliare di assenso dei comuni interessati.

 

Ecco il primo dei tanti errori e delle tante violazioni che qui di seguito cercheremo di evidenziare.

2)  La VOCEM in data 27/7/05 ha presentato alla Regione Campania la richiesta di approvazione ed autorizzazione alla realizzazione, ex art. del D.lgs. 22/97 e succ. mod. ed all’esercizio delle operazioni di smaltimento con recupero energetico a mezzo di un impianto di valorizzazione energetica attraverso ciclo termico in forno a griglie di rifiuti non pericolosi.

La suddetta società, con successiva domanda del 29/11/05 ha altresì presentato richiesta di pronunzia di compatibilità ambientale ex D.P.C.M. 10/8/1988 n. 379 come anche del regolamento del DPR 146/96 per le operazioni di smaltimento con recupero energetico come detto nella precedente richiesta del mese di luglio 2005.

3)  Il Comune di S.S.T. in data 05/04/06 ha presentato osservazioni e manifestato molteplici perplessità in ordine alla richiesta avanzata dalla VOCEM sulla pronunzia di compatibilità ambientale

4)  Sempre il Comune di S.S.T. il 13/4 e l’8/5 2006 ha espresso parere negativo ai sensi dell’art. 7 del DPR 203/88 anche sulla richiesta di autorizzazione all’emissione in atmosfera.

5)  La Regione Campania con decreto assessoriale del 20/10/06 ha tuttavia espresso parere favorevole sulla compatibilità ambientale del progetto con obbligo per la VOCEM di adeguare il progetto stesso alle normative sulla tutela dell’atmosfera che andavano in vigore e con l’osservanza di altre prescrizioni.

6)  Nel prosieguo si sono succeduti diversi fatti ed atti quali, in sintesi non esaustiva:                             

a- l’indizione da parte della Regione Campania della conferenza dei servizi per il 25/7/07 (oggi contenuto nell’art. 208 del D.Lgs 15672006), poi rinviata a data da destinarsi;

b-la richiesta di partecipazione alla conferenza di servizi prima del Comune di Telese Terme, interessato dal cavidotto, poi degli altri;

c-l’adozione di delibere comunali di contrarietà all’impianto da parte di tutti i Sindaci riuniti in assemblea permanente dal Sindaco p.t. di S. Salvatore T.;

d-il Consiglio provinciale di Benevento su iniziativa del Consigliere Giuseppe Creta nella seduta del 20/8/07 adotta delibera di modifica al parere favorevole precedentemente espresso in conferenza;

e-le audizioni sollecitate dai Consiglieri Ascierto e Colasanto presso le commissioni III e VI del Consiglio regionale;

f-la presentazioni di interrogazioni da parte di alcuni consiglieri regionali, tra i quali Ascierto e Colasanto, volte ad ottenere chiarimenti sul procedimento dall’Assessorato all’Ambiente della Regione;

g-la risposta alle interrogazioni dell’assessore regionale competente che comunicava di aver inoltrato alla Vocem la richiesta di adeguamento al piano della qualità dell’aria in data 7-9-2007, con contestuale sospensione sia dell’efficacia del parere favorevole espresso dalla Commissione V.I.A. nella seduta del 6 luglio 2006, sia della procedura autorizzativa attivata presso lo STAP di Benevento.

7) Appare in stridente contrasto con la normativa di riferimento e con quanto disposto dall’art. 27  del D.lgs 22/1997 la circostanza – incontrovertibile – della mancata allegazione alla domanda di autorizzazione presentata dalla Vocem della comunicazione del progetto alla competente autorità per la pronuncia sulla compatibilità ambientale. Difatti, dal confronto delle due istanze presentate risulta che la domanda di autorizzazione porta la data del 27 luglio 2005, mentre la richiesta di compatibilità ambientale porta la data del 29 novembre 2005: quindi, appare evidente che alla data di presentazione della domanda di autorizzazione non è stata allegata alcuna comunicazione, posto che la domanda di pronuncia sulla VIA è di ben quattro mesi successivi. Ebbene, su tale punto la Regione Campania non sembra abbia mosso alcun rilievo. Ciò denota un difetto di istruttoria oltre che violazione e falsa applicazione dell’art. 27 D.lgs 22/1997.

8) La Vocem ha pubblicato l’annuncio della domanda di pronuncia sulla compatibilità ambientale del progetto solo su un giornale nazione di tipo settoriale: “Il Sole 24 Ore”, che tutto è all’infuori di un giornale di primaria valenza regionale. Tale comportamento inficia irrimediabilmente l’intera procedura, atteso che risultano violati l’art. 5 del DPCM 10/08/1988, n. 377, l’art. 6 legge 18/7/1986, n. 349 e l’art. 8. c.2, DPR 12/4/1996, i quali prescrivono che l’annuncio dell’avvenuta comunicazione debba essere pubblicato sia sul quotidiano più diffuso nella Regione territorialmente interessata, che su un quotidiano a diffusione nazionale.

Stando così le cose appare chiara la violazione del principio di massima pubblicità e trasparenza che ha impedito la partecipazione al procedimento di tutti quei soggetti interessati – a vario titolo – dalla realizzazione dell’impianto in questione.

9) Risulta violato, altresì, anche l’art. 5 DPR 12/4/1996, che onera il committente (quindi la Vocem) di trasmettere “… la domanda completa di copia del progetto e dello studio di impatto ambientale alla Provincia ed ai Comuni interessati….”.

Ora, non v’è dubbio che rientrano tra i Comuni interessati anche quelli limitrofi, cioè quei Comuni il cui territorio è interessato dalle emissioni (derivano dalle “operazioni di smaltimento a mezzo di incenerimento”, così si legge testualmente nella domanda di autorizzazione) provenienti dall’impianto che intende realizzare la Vocem.

Ai Comuni limitrofi si dovranno aggiungere anche gli Enti Parco come quel del Taburno e del Matese e il Consorzio di Bonifica del Sannio Alifano che ha impianti di irrigazioni rurali con tubazioni attraversanti proprio i terreni interessati dall’impianto di che trattasi. Enti questi evidenziati anche nel suo documento dal Sindaco Izzo.

Ebbene, dall’esame degli atti non risulta che la Vocem abbia trasmesso il progetto e la relativa documentazione anche a tutti ai suddetti Comuni ed Enti sovracomunali interessati.

10) La Regione Campania non ha ravvisato che la Vocem, al tempo della presentazione della domanda di autorizzazione, non risultava proprietaria del terreno interessato alla realizzazione progettuale, posto che dall’ICI 2006 emerge con chiarezza come l’atto di compravendita sia del 23 marzo 2006 mentre la domanda è stata presentata nel luglio 2005 con espressa dichiarazione di piena disponibilità e proprietà dei terreni indicati.

11) Manca l’indicazione dell’oggetto sociale della Vocem dello svolgimento di operazioni di smaltimento, requisito questo essenziale per l’iscrizione all’Albo Nazionale Smaltitori Rifiuti per la categoria 6H.

12) La Regione Campania, per di più, nel pronunciarsi favorevolmente sulla richiesta di compatibilità ambientale avanzata dalla Vocem non ha fornito alcuna motivazione al riguardo e tantomeno si è espressa sulle circostanziate osservazioni contrarie alla pronuncia favorevole, peraltro tempestivamente presentate dal Comune di San Salvatore Telesino. Tutto ciò comporta la violazione e falsa applicazione dell’art. 7 DPR 12/4/1996, il quale prescrive che: “….la procedura di valutazione ambientale deve concludersi con un giudizio motivato prima dell’eventuale rilascio del provvedimento amministrativo che consente in via definitiva la realizzazione del progetto e comunque prima dell’inizio dei lavori…..”.

13) Sono presenti molteplici incompatibilità del progetto con il PRG e soprattutto con il P.E.A della Provincia di Benevento, il quale prevede sì la possibilità di realizzare un impianto a biomassa (si badi, biomassa e non un impianto interessato a operazioni di smaltimento mediante incenerimento) ma con una potenza non superore a 8 MW (mentre quello oggetto di approvazione ha una potenza di 10 MW) e da ubicarsi peraltro  a S. Marco dei Cavoti e San Bartolomeo in Galdo e non già S. Salvatore Telesino.

 

14) La Regione Campania (come pure contenuto nel documento presentato dal Sindaco Izzo) non ha minimamente valutato in sede VIA tutta una serie di aspetti tecnici (maggiore inquinamento che un tale impianto provocherebbe in una zona ricca di siti archeologici, parchi maturali e attività agricole Doc, natura di zona vulnerabile ai nitrati di origine agricola, come da Delibera di Giunta Regionale n. 700/2003 – dell’area interessata) che ove valutati avrebbero di certo portato al diniego di compatibilità.

 

Tutto ciò è contenuto nella istanza di annullamento in autotutela del decreto 507 del 2/10/2006, a firma dell’assessore pro-tempore On. Nocera, con il quale era stato rilasciato il VIA al progetto Vocem e di ogni altro atto connesso e consequenziale, afferente il procedimento di autorizzazione alla realizzazione dell’impianto in parola, trasmessa dal Comune alla Regione Campania in data 18/4/2008, prot. n. 3589, in esecuzione della delibera di Giunta comunale n. 23 dell’11-3-2008.

Tale procedura è stata avviata su suggerimento di stimati Studi Legali all’uopo interpellati, atteso che tutti gli atti, col procedimento in itinere, compreso il decreto di pronuncia favorevole sulla compatibilità ambientale del progetto, sono endoprocedimentali e come tali insuscettibili di autonoma impugnazione e conseguente richiesta di sospensiva, pena la dichiarazione di inammissibilità degli eventuali ricorsi.

Successivamente, allo scadere dei termini di legge e senza risposta da parte della Regione all’istanza surriportata, il Comune avrebbe  potuto e dovuto presentare un reclamo alla Commissione Europea per violazione della normativa in materia di ambiente. Ciò non è stato fatto per la sopravvenuta crisi amm.va e conseguente scioglimento del consiglio comunale. Nel frattempo la Regione Campania chiudendo la  precedente sospensione dell’iter amministrativo si è pronunciata per la seconda volta favorevolmente sulla compatibilità ambientale del progetto Vocem.

Il Commissario straordinario nominato a reggere le sorti del Comune di San Salvatore Telesino, il Comune di Amorosi e la Provincia di Benevento hanno deciso di presentare comunque ricorso al TAR avverso tale provvedimento. A distanza di cinque o sei mesi il TAR ancora non si è pronunciato. Per quanto riguarda il Comune di San Salvatore Telesino oggi insistono dinanzi al TAR due ricorsi: uno dell’Ente contro il parere VIA, l’altro della Vocem che chiede l’annullamento della delibera commissariale e del parere dell’area tecnica ad essa allegata che autorizzavano l’avvio del procedimento dinanzi al TAR.

Ci auguriamo che i procedimenti si concludano con esito favorevole per gli Enti.

A nostro avviso la questione che maggiormente dovrà essere affrontata e rimarcata in conferenza di servizi è quella relativa alla mancanza della Valutazione Ambientale Strategica cosiddetta V.A.S.

In effetti, a seguito dell’allargamento del campo di applicazione della V.A.S. ai sensi del D.Lgs. 16/01/2008 n. 4 recante “Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del D.Lgs. 3 aprile 2006 n. 152, norme in materia ambientale”, che, in particolare, ha sostituito integralmente la parte II di quest’ultimo a partire dal 13/02/08, il progetto in questione necessita inderogabilmente della Valutazione Ambientale Strategica.

Le norme che regolano tale materia, tra altro, tendono a garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente  ed assicurare la valutazione ambientale dei piani e programmi che possono avere effetti significativi sull’ambiente.

A titolo esemplificativo si richiama l’art. 4 del D.Lgs. 206/152.

Siamo certi che tale argomento di per sè possa paralizzare e/o annullare il procedimento amministrativo e far sì che l’impianto non venga mai realizzato sul nostro territorio.

Infine, consigliamo al rappresentante del Comune di respingere e far annullare pareri pronunciati con riserva e/o dichiarazioni volte ad esprimere il parere solo a conclusione del procedimento.

I pareri DEVONO ESSERE espressi al tavolo della conferenza e motivati senza riserva alcuna.

Tutto ciò che risulterà dagli atti della Conferenza di Servizi sarà oggetto di esame da parte del T.A.R. in caso di eventuale impugnativa del provvedimento finale.

 

                                                  Il Gruppo Consiliare di Minoranza

                                                                        PDL

 

 

     

 Valle Telesina


Per intervenire: invia@vivitelese.it