18 luglio 2009
Vocem boicottata, Marfella: impianto truffa
Sannio Quotidiano

 

 

18-07-2009


Vocem boicottata, emerge la solitudine della proposta

TELESE TERME: L’azienda prova a spiegare i benefici di una centrale a biomasse, ma l’aula è vuota /

L’oncologo Marfella protagonista della manifestazione dei comitati:

«L’impianto è una truffa»...

“Fatt’ ‘a pizza a Bergamo” questo epiteto in dialetto locale sintetizza il senso della manifestazione, promossa dalla Vocem azienda titolare del progetto per la costruzione di una centrale a biomasse a San Salvatore, così come si è evoluta.

Una iniziativa quella promossa ieri sera nelle Terme di Telese, che in pratica non si è tenuta per l’organizzazione di una parallela, da parte dei comitati civici e di quanti si oppongono alla realizzazione della struttura sul territorio.

Una moltitudine di persone ha improvvisato all’esterno del Palazzo dei Congressi, dove era in programma il convegno della Vocem, un pubblico intervento.

Una contromanifestazione alla buona, con un altoparlante posizionato sul tettuccio di un auto che di fatto ha catturato l’interesse dei più, lasciando l’aula congressuale pressoché sguarnita.

Si sono avvicendati diversi personaggi. Il più applaudito è stato sicuramente l’oncologo dell’ospedale “Pascale” di Napoli, Antonio Marfella, noto per le sue battaglie contro il mondezzaio della Campania. Questi è stato particolarmente duro nel parlare del business degli inceneritori. Marfella non ha usato mezzi termini. “ Complimenti alla comunità del beneventano – ha esordito il medico - perché vi siete accorti in tempo di cosa stava per fare la Vocem.

Vi state salvando perché siete compatti nel dire no e avete i sindaci in prima linea in questa lotta. Poi riferendosi chiaramente al caso Biopower di Pignataro Maggiore, Marfella ha aggiunto: “Due anni fa, quando è iniziata la questione due ‘persone’ non erano in galera, oggi il consulente che ha fatto la stima del fabbisogno di biomasse, Tombolillo è ai domiciliari. Tombolillo ha previsto 12- 15 impianti a biomasse, tutte per bruciare non roba locale, ma ciò che avanza ad altri”.

Marfella poi spiega con un esempio le dimensioni che dovrebbe avere l’impianto di San Salvatore: ossia brucerebbe in un giorno molto di più di quanto farebbero 280 forni dei pizzaioli. “50 chili sarà legno vergine, ma il resto verrà importato e potrebbe anche trattarsi di legno verniciato, dunque dannoso”.

Il noto tossicologo conclude poi sottolineando che “ altrove non esiste nessun governo locale che si sarebbe permesso di fare una ‘truffa’ di queste dimensioni.

“Qui purtroppo – ha aggiunto - delle istituzioni sono rimasti solo i sindaci e per fortuna non sono quelli di Napoli e Caserta. Questo è ciò che noi paghiamo in Campania per essere indecisi, ignoranti, insicuri”.

E poi intervenuta Maria Pia Cutillo, presidente del comitato civico di San Salvatore che ha evidenziato il suo parere per cui “non esiste un incenerimento fatto bene”.

Raffaele Pucino, assessore all’Ambiente di San Salvatore ha invece evidenziato come fresca da insediamento, l’amministrazione Izzo, si è ritrovata tra le mani un primo grosso ostacolo da superare: la convocazione della conferenza di servizi presso la Regione giovedì prossimo.

 

 


     

 Valle Telesina


Per intervenire: invia@vivitelese.it