Telese Terme. In un palazzo dei congressi
praticamente vuoto si è consumato un altro
capitolo della vicenda
termovalorizzatore/inceneritore della Vocem.
L’incontro con la popolazione non c’è stato e la
mostra dibattito non si è tenuta perché i
cittadini non hanno risposto all’invito dei
responsabili della A.B.M. (Azienda Bergamasca
Multiservizi).
I
20.000 inviti sotto forma di volantini
informativi distribuiti porta a porta non hanno
sortito l’effetto voluto.
Perché gli abitanti della Valle Telesina abbiano
disertato l’incontro nonostante l’importanza e
l’estrema attualità dell’argomento non è dato
saperlo, quello che possiamo fare è soltanto
registrare le dichiarazioni di un amareggiato
Mauro Ardizzone che, con alle spalle la sala
vuota, ha voluto farsi intervistare non potendo
dibattere e avere un contraddittorio con il
pubblico.
L’ingegnere si è detto molto deluso perché è
mancato ancora una volta il confronto, sebbene,
parole sue, sono anni che si prova ad averne
uno. Sempre secondo il responsabile di A.B.M. a
fronte di circa 20.000 inviti distribuiti porta
a porta e diramati a politici, imprenditori e
associazioni di categoria, si registra soltanto
la presenza di una trentina di persone, di cui
parecchi bambini, che esprimono il loro
dissenso.
Spiega le ragioni che hanno spinto ad investire
in provincia di Benevento laddove ci sono
bellissimi territori ma soprattutto
disponibilità di terra e di fondi.
L’investimento andava al di là delle logiche
della politica perché nasceva da un’intesa tra
una società del Nord in una provincia di
centro-destra e un paese del Sud in una
provincia governata dal centro-sinistra e che
poteva fare da apripista ad altre imprese.
Imputa la mancata partecipazione popolare alla
paura di scoprire la verità dopo tutte le cose
non vere che si sono dette.
La
verità della Vocem è quella di una società
pubblica al 90% che vuole realizzare un impianto
che non nasce per trattare CDR perché non ha mai
chiesto di farlo e perché se lo facesse le
emissioni andrebbero immediatamente fuori
parametro bloccando automaticamente l’impianto.
A
chi chiede conto degli eventuali danni per
l’ambiente l’ingegnere consiglia di rivolgere le
domande agli enti interessati, ovvero a chi, per
ben due volte, ha rilasciato una valutazione di
impatto ambientale positiva, cioè la Regione
Campania.
A
chi ritiene l’impianto sovradimensionato
rispetto alla disponibilità di biomasse in
Provincia di Benevento e in tutta la Regione
Campania, Ardizzone risponde che potrebbero aver
ragione quelli che lo affermano ma, precisa, in
questo caso ci si riferirebbe alle sole biomasse
vergini e non alle biomasse di scarto che
potrebbero, sempre secondo l’ingegnere,
alimentare 10 centrali come quella della Vocem.
Per quanto riguarda l’imminente Conferenza dei
Servizi si augura che il dissenso non diventi
violento e afferma che in caso tutti gli enti
diano parere negativo non ci saranno impianti.
Fa
il punto sui benefici che il termovalorizzatore
porterebbe (piscina riscaldata, pulmini per gli
asili, sconto del 20% in bolletta per le
famiglie, tariffe di vantaggio per la fornitura
di biomassa dalle imprese del territorio) e
insiste sul fatto che il NO viene da posizioni
preconcette e dalla stessa incapacità della
Vocem di comunicare con la gente.
Un
po’ di autocritica dunque subito seguita però
dall’amarezza di chi si sente tradito o meglio
ha sbagliato a riporre fiducia in chi,
presumibilmente gli amministratori locali, li ha
prima invitati e poi li ha osteggiati, ad
esempio impedendo loro con futili motivi di
realizzare un incontro con la popolazione a
fronte di sette, otto richieste fatte pervenire
nel corso degli anni passati all’ex
amministrazione di San Salvatore.
Amarezza dunque per il trattamento ricevuto ma
anche per i tanti soldi spesi; a fronte di un
iter che doveva avere una durata di 90 giorni si
combatte da 5 anni con grave danno per
l’immagine dell’azienda.
In
caso di mancata autorizzazione si procederebbe
per vie legali per porre rimedio alle perdite
economiche. Per ciò che riguarda la tecnologia
delle griglie mobili, da molti ritenuta
pericolosa e antiquata, Ardizzone risponde che
detta tecnologia serve a fare in modo che la
biomassa, anche quella umida, possa arrivare a
temperatura, mentre è il sistema di abbattimento
dei fumi che deve fare la differenza.
Sulle nano particelle glissa dicendo che non c’è
modo di misurarle ma le temperature molto
elevate servirebbero a rompere i legami di dette
particelle e a neutralizzarle in qualche modo.
Non ci sarebbero svantaggi economici per le
imprese locali poiché tali impianti si sposano
particolarmente con i territori a vocazione
agricola poiché creano una domanda che solo le
aziende agricole possono soddisfare.
Sulla differenza tra i progetti che hanno avuto
valutazione di impatto ambientale positiva parla
di differenze progettuali marginali che non
riguardano l’impianto e invita a leggere i
progetti.
Infine a chi gli chiede provocatoriamente se
acquisterebbe casa a San Salvatore risponde,
altrettanto provocatoriamente, che lui abita in
provincia di Bergamo ed è circondato da ben tre
inceneritori e non ha mai avuto problemi e che
quindi comprerebbe casa nei pressi del
termovalorizzatore. |