18 luglio 2009
Vocem da sola nel palazzo dei Congressi
18 luglio 2009

Luca Mattei

 

 

Telese Terme. In un palazzo dei congressi praticamente vuoto si è consumato un altro capitolo della vicenda termovalorizzatore/inceneritore della Vocem.

L’incontro con la popolazione non c’è stato e la mostra dibattito non si è tenuta perché i cittadini non hanno risposto all’invito dei responsabili della A.B.M. (Azienda Bergamasca Multiservizi).

I 20.000 inviti sotto forma di volantini informativi distribuiti porta a porta non hanno sortito l’effetto voluto.

Perché gli abitanti della Valle Telesina abbiano disertato l’incontro nonostante l’importanza e l’estrema attualità dell’argomento non è dato saperlo, quello che possiamo fare è soltanto registrare le dichiarazioni di un amareggiato Mauro Ardizzone che, con alle spalle la sala vuota, ha voluto farsi intervistare non potendo dibattere e avere un contraddittorio con il pubblico.

L’ingegnere si è detto molto deluso perché è mancato ancora una volta il confronto, sebbene, parole sue, sono anni che si prova ad averne uno. Sempre secondo il responsabile di A.B.M. a fronte di circa 20.000 inviti distribuiti porta a porta e diramati a politici, imprenditori e associazioni di categoria, si registra soltanto la presenza di una trentina di persone, di cui parecchi bambini, che esprimono il loro dissenso.

Spiega le ragioni che hanno spinto ad investire in provincia di Benevento laddove ci sono bellissimi territori ma soprattutto disponibilità di terra e di fondi.

L’investimento andava al di là delle logiche della politica perché nasceva da un’intesa tra una società del Nord in una provincia di centro-destra e un paese del Sud in una provincia governata dal centro-sinistra e che poteva fare da apripista ad altre imprese.

Imputa la mancata partecipazione popolare alla paura di scoprire la verità dopo tutte le cose non vere che si sono dette.

La verità della Vocem è quella di una società pubblica al 90% che vuole realizzare un impianto che non nasce per trattare CDR perché non ha mai chiesto di farlo e perché se lo facesse le emissioni andrebbero immediatamente fuori parametro bloccando automaticamente l’impianto.

A chi chiede conto degli eventuali danni per l’ambiente l’ingegnere consiglia di rivolgere le domande agli enti interessati, ovvero a chi, per ben due volte, ha rilasciato una valutazione di impatto ambientale positiva, cioè la Regione Campania.

A chi ritiene l’impianto sovradimensionato rispetto alla disponibilità di biomasse in Provincia di Benevento e in tutta la Regione Campania, Ardizzone risponde che potrebbero aver ragione quelli che lo affermano ma, precisa, in questo caso ci si riferirebbe alle sole biomasse vergini e non alle biomasse di scarto che potrebbero, sempre secondo l’ingegnere, alimentare 10 centrali come quella della Vocem.

Per quanto riguarda l’imminente Conferenza dei Servizi si augura che il dissenso non diventi violento e afferma che in caso tutti gli enti diano parere negativo non ci saranno impianti.

Fa il punto sui benefici che il termovalorizzatore porterebbe (piscina riscaldata, pulmini per gli asili, sconto del 20% in bolletta per le famiglie, tariffe di vantaggio per la fornitura di biomassa dalle imprese del territorio) e insiste sul fatto che il NO viene da posizioni preconcette e dalla stessa incapacità della Vocem di comunicare con la gente.

Un po’ di autocritica dunque subito seguita però dall’amarezza di chi si sente tradito o meglio ha sbagliato a riporre fiducia in chi, presumibilmente gli amministratori locali, li ha prima invitati e poi li ha osteggiati, ad esempio impedendo loro con futili motivi di realizzare un incontro con la popolazione a fronte di sette, otto richieste fatte pervenire nel corso degli anni passati all’ex amministrazione di San Salvatore.

Amarezza dunque per il trattamento ricevuto ma anche per i tanti soldi spesi; a fronte di un iter che doveva avere una durata di 90 giorni si combatte da 5 anni con grave danno per l’immagine dell’azienda.

In caso di mancata autorizzazione si procederebbe per vie legali per porre rimedio alle perdite economiche. Per ciò che riguarda la tecnologia delle griglie mobili, da molti ritenuta pericolosa e antiquata, Ardizzone risponde che detta tecnologia serve a fare in modo che la biomassa, anche quella umida, possa arrivare a temperatura, mentre è il sistema di abbattimento dei fumi che deve fare la differenza.

Sulle nano particelle glissa dicendo che non c’è modo di misurarle ma le temperature molto elevate servirebbero a rompere i legami di dette particelle e a neutralizzarle in qualche modo.

Non ci sarebbero svantaggi economici per le imprese locali poiché tali impianti si sposano particolarmente con i territori a vocazione agricola poiché creano una domanda che solo le aziende agricole possono soddisfare.

Sulla differenza tra i progetti che hanno avuto valutazione di impatto ambientale positiva parla di differenze progettuali marginali che non riguardano l’impianto e invita a leggere i progetti.

Infine a chi gli chiede provocatoriamente se acquisterebbe casa a San Salvatore risponde, altrettanto provocatoriamente, che lui abita in provincia di Bergamo ed è circondato da ben tre inceneritori e non ha mai avuto problemi e che quindi comprerebbe casa nei pressi del termovalorizzatore.

 

 

     

 Valle Telesina


Per intervenire: invia@vivitelese.it