Gli inceneritori sono impianti principalmente utilizzati per lo smaltimento dei rifiuti mediante un processo di combustione ad alta temperatura (incenerimento) che dà come prodotti finali gas, ceneri e polveri.
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Negli impianti più moderni, il calore sviluppato durante la combustione dei rifiuti viene recuperato e utilizzato per produrre vapore, poi utilizzato per la produzione di energia elettrica o come vettore di calore, questi impianti sono chiamati comunemente termovalorizzatori.
Il termine termovalorizzatore, seppur di uso comune, è talvolta criticato in quanto sarebbe fuorviante. Infatti, secondo le più moderne teorie sulla corretta gestione dei rifiuti gli unici modi per “valorizzare” un rifiuto sono prima di tutto il riuso e poi il riciclo.
Oggi si usa parlare di termovalorizzatore come se questo non producesse diossina come invece avveniva con i vecchi impianti, ma la differenza tra il vecchio ed il nuovo, oltre al nome, è che negli impianti moderni le temperature sono tenute più alte per ottenere meno diossina, ma a tale scopo bisogna bruciare materiale selezionato e non mischare di tutto.
Se la temperatura non è mantenuta a 1000 gradi e più, la produzione di diossina si innalza. Vorrei ricordare ad alcuni balordi, che quando viene incendiato un cassonetto si sprigiona una quantità enorme di diossina!
Dalla bocca del sindaco di Messina Buzzanca abbiamo saputo che la raccosta differenziata è fatta per finta! Giocano come i bambini. Hanno messo tutto a tacere, la Gazzetta del Sud ne sa qualcosa?
Le zone limitrofe agli inceneritori risultano essere sempre contaminati dalla diossina, fare un inceneritore vicino alle abitazioni significa esporre la popolazione ad alti rischi per la salute. Chi lo autorizza avrà donato la morte a decine di persone, fra cui bambini (i più vulnerabili). Il politico che sostiene queste scelte sa bene che non risponderà a nessun Giudice, alla coscienza neanche, quella l’ha sotterrata da tempo.
prosegue….
Studi epidemiologici, anche recentissimi, condotti in paesi sviluppati e basati su campioni di popolazione esposta molto vasti, evidenziano una correlazione tra patologie tumorali (sarcoma) e l’esposizione a diossine derivanti da inceneritori e attività industriali.
La diossina, come i fumi, viaggia, figuriamoci che l’inquinamento dell’aria in Cina in più occasioni raggiunge l’America del nord. L’inquinamento colpisce chi sta attorno alla fonte, ma non solo.
In italia abbiamo circa 50 inceneritori contro i 360 dell’Europa, siamo terzi dopo la Francia e la Germania. A Messina risulta esserci 1 inceneritore. Un impianto vecchio e senza neanche il recupero di energia. Ne vogliono fare uno nuovo di zecca. Ci sarebbero altri metodi, dalla raccolta differenziata al riciclo, comunque necessari, ma i politici trovano la strada dell’inceneritore la più semplice. Ovviamente dietro queste scelte ci sono interessi indicibili.
Il grande problema in Italia è la trasparenza; il modo come la gente può controllare l’operato della pubblica amministrazione, gli strumenti disponibili per punire il politico e l’amministratore corrotto che se ne infischia della salute della gente sono zero. Non ha strumenti, il voto è uno strumento assai limitato. Il mondo pullula di regimi in cui si vota: Iraq, Zimbabwe, Nord Corea, …
Non è possibile conoscere il monitoraggio dell’aria in tempo reale o con qualche giorno di ritardo, ci dicono dopo qualche anno che abbiamo respirato aria inquinata.
Una recente sentenza (c’era bisogno del Giudice!) TAR CALABRIA, Reggio Calabria, Sez. I – 14 gennaio 2009, n. 19, ha stabilito che ogni cittadino ha diritto di conoscere i dati del monitoraggio dell’acqua, ovvero aria, rumore, ecc.