Alcune perle del DEL DEO PENSIERO
10 giugno 2009:
«Faccio i miei più sinceri auguri a Pino
D'Occhio, lanciandogli subito una sfida:
dimostri ai suoi concittadini già nei primi
giorni che, nonostante lui sia sempre quel gatto
Garfield che ben conosciamo, da oggi in poi
volterà pagina a Telese, ponendo fine allo
squallore cui Capasso ci stava
facendo rassegnare. Un tantino di
spregiudicatezza nelle scelte a volte non guasta,
ma adesso più che mai è necessaria una grande
dose di buon senso, quello che da troppi anni a
questa parte pare sia mancato del tutto ai
nostri amministratori».
4 novembre 2009:
«come
si apprende dai giornali, lo stesso Pino
D'Occhio ha ammesso di aver pilotato gli appalti
e perfino di aver preso dei soldi, sebbene a suo
dire non fossero tangenti ma "compensi":
"l’orientamento di natura politica era stato
quello di favorire, nei limiti del possibile, le
imprese locali, per evitare infiltrazioni,
spesso rischiose, di ditte provenienti da fuori
provincia."
Insomma, dice di aver agito a fin di bene, per
tenere lontana la camorra.
Se
D'Occhio avesse studiato la storia del Sud
Italia, si sarebbe reso conto che affermazioni
di questo genere peggiorano di gran lunga la sua
posizione, perché arrogarsi il diritto di essere
al di sopra della legge, spacciando la propria
arroganza per amore verso la propria comunità, è
il seme da cui sono nate mafia, camorra,
ndrangheta ecc.. ed è il principio fondante
delle principali lobby criminali.
Alla luce inquietante di questi fatti, i suoi
"compagni di squadra" come minimo avrebbero
dovuto rassegnare le dimissioni e prendere le
dovute distanze. Invece come hanno reagito?
La prima a farsi avanti è
stata la dottoressa Filippone, col suo
comunicato:
"Esprimiamo la nostra solidarietà al Sindaco
ing. Giuseppe D’Occhio e manifestiamo la nostra
fiducia affinché al più presto venga fatta
chiarezza sull’intera vicenda"
Chiede chiarezza, la dottoressa, come se la
questione non fosse già chiarissima: c'è un
Sindaco detenuto a Capodimonte insieme ad altre
14 persone. Innocenti o colpevoli che siano,
sono comunque finiti in galera!
Questo dato di fatto oggettivo e inoppugnabile,
in altre realtà decisamente più democratiche,
sarebbe più che sufficiente per indurre i
suddetti "compagni di squadra" a lasciare gli
impegni pubblici e a ritornare alla propria
onesta professione: aver fatto politica fianco a
fianco con un uomo invischiato in faccende
-quelle sì- poco chiare e non essersi accorti di
nulla, deve far riflettere sulle proprie
capacità, perché la politica richiede persone
sveglie e attente, e può rivelarsi una trappola
micidiale per gente incapace di accorgersi di
ciò che accade sotto i propri occhi!».
SENZA PAROLE (come nelle vignette più riuscite)
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