E’ opinione,
largamente diffusa, che ci sia un così detto
“Problema Telese” che a vario modo viene
interpretato a più voci, più o meno dissonanti,
ma che tutte insieme evocano una sola costante:
Telese presenta numerose problematiche irrisolte
che a partire da quella più imputata, come la
questione urbanistica, finiscono a quella più
generale di un continuo, lento degradarsi del
tessuto sociale.
E’ talmente diffusa questa opinione che a
sostenerla sono quasi tutti, non solo le
naturali opposizioni, ma persino persone vicine
o addirittura dentro la maggioranza che governa
il paese, i quali con proclami pubblici o
privati lamentano la mancata buon
amministrazione delle risorse che avrebbe
limitato se non addirittura compromesso nel
tempo lo sviluppo della cittadina secondo le
proprie linee e vocazioni naturali.
Ragion per cui a monte di tante sensibilità
diffuse, se la critica al fine non vuole essere
solo “un sterile e vuoto esercizio retorico” ne
dovrebbe scaturire quantomeno una condivisione
d’intenti che dovrebbe, o potrebbe, confluire in
un fronte comune che, non tanto nella condanna
al passato ma nella proposta di futuro, dovrebbe
aver già pronto e delineato il proprio
programma.
Considerazioni talmente elementari che, a mio
giudizio, prescindono da ogni lettura partitica,
politica, ideologica, ecc…ma si affidano al solo
buon senso.
Eppure il quadro
generale, ci ritorna una situazione dove,
intorno ad esasperati personalismi mascherati
dalla perenne difesa degli alti valori civili e
morali che muovono gli uomini e le idee, non si
riesce a fare sintesi finendo per mettere al
centro del dibattito, più che programmi e
progetti: il DNA delle singole persone,
restituendo ai cittadini un’immagine sicuramente
poco virtuosa, foriera di cattivi presagi non
tanto sulle fortune dei singoli o gruppi di
personaggi ma per l’intero futuro della
cittadina che “mentre i dottori discutono” pian
piano se ne muore.
Di contro, esaurire il discorso sulle singole
personalità non è detto che al fine non sia,
anche se unica, la peggiore delle vie da seguire
ma al contrario potrebbe dimostrarsi la chiave
vincente, il discrimine sul giudizio pubblico e
privato da riservare a chi si propone ad
amministrare la realtà telesina, rimettendo la
“sovranità” agli elettori che dovrebbero, si
spera, essere capaci di "spogliare il re”
riconoscendone le virtù pubbliche o le
nefandezze private alla scoperta dello stato
più intimo che ne farebbe un buon o un cattivo
amministratore.
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