Progetto “Città Telesina” – Ricostruzione
storica – 1^ parte
L’interesse palesato da alcuni, da Flaviano Di
Santo in particolare, circa l’ormai ventennale
idea/progetto di Città Telesina, mi induce a
cogliere volentieri l’invito ad approfondire e
ad esprimere il mio parere sull’argomento.
Innanzitutto bisogna fare una premessa ossia che
il padre nobile dell’idea, in compagnia di pochi
illuminati amministratori,fu Mons. Nicola
Vigliotti, già Preside del Liceo Classico
“Luigi Sodo” di Cerreto.
Con estrema lungimiranza, nel lontano 1985, lo
storico locale fu autore di un libro dal titolo
“Telesia,Telese…due millenni” nel quale,
tra le altre cose e senza mezzi termini, esortò
i Sindaci dei venti comuni della Valle
(Telesina) ad esperire una programmazione
concertata, capace di esaltare da una parte le
potenzialità degli Enti coinvolti,dall’altra di
superare i pregiudizi e quel gretto quanto
sterile campanilismo.
A
raccogliere la sfida fu, in primis,
l’Amministrazione comunale di Telese ed in
particolare l’allora Vice Sindaco, Carlo
Franco,mio padre, dalla cui memoria politica
e giornalistica (è iscritto all’Ordine da oltre
quarant’anni), non nascondo di aver attinto.
Già nel 1981 in un articolo per “Il
Mattino” ed a proposito della vocazione
turistica della Valle,aveva auspicato che il
discorso fosse affrontato
“in una logica comprensoriale,
evitando con accortezza di scivolare nei
particolarismi, di confrontarsi e discutere
insieme scevri da nocive mire campanilistiche
per consentire uno sviluppo omogeneo con
interventi coordinati”.
Da
sempre convinto sostenitore della creazione di
un soggetto che andasse oltre i meri confini
territoriali, era (ed è!) persuaso che solo
attraverso la collaborazione tra le varie
Amministrazioni, la Valle Telesina sarebbe
potuta diventare un entità capace di svolgere un
ruolo importante a livello socio-economico.
Ciò avrebbe permesso di porre in essere tutte
quelle azioni necessarie per una promozione
unitaria nel rispetto delle relative peculiarità
territoriali.
I
primi tentativi di avviare un confronto tra i
paesi furono posti in essere già nel 1981
con la proposta della costituzione di un
Consorzio turistico (Il Mattino,marzo 1981)
e con l’adesione di tutti i Comuni al Consorzio
per la metanizzazione del territorio, costituito
su iniziativa delle Amministrazioni di Telese,
Amorosi, San Salvatore e Puglianello “cui va
ascritto il merito di aver sollecitato anche
quelle Amministrazioni più restie”(Il
Mattino, dicembre 1981).
Nel Marzo del 1982 “sia pure in mezzo
ad un mare di difficoltà oggettive, arricchite
da titubanze, riserve ed a volte paure di
accettazione di un discorso nuovo” (Il
Mattino, dicembre 1982) il dialogo
continuò per la pianificazione dei territori
comunali. Questa volta si aggiunse anche il
Comune di Solopaca.
Di rilievo, nei vari incontri che
seguirono, fu un intervento dell’allora Sindaco
di Castelvenere, Prof.Liberti che invitò
i presenti “a fare ogni
sforzo ed anche qualche sacrificio, nella
generale e superiore considerazione che la Valle
Telesina è una e che i campanilismi sono moneta
che non rende, ammesso che abbia mai reso”.
Arriviamo al luglio del 1983
quando amministratori comunali ed i
presidenti delle Pro Loco del comprensorio, si
riunirono per esaminare nuovamente i problemi
connessi allo sviluppo turistico del Sannio (Il
Mattino, luglio 1983). Nell’occasione,
Luigi Salomone, amministratore di Solopaca,
affermò “l’assoluto
bisogno che i paesi della Valle si potessero
unire ed unificare gli sforzi in questo come in
altri settori”.
Il Prof.Pacelli, allora
sindaco di San Salvatore, entusiasta
dell’iniziativa che andava prendendo corpo e,
quasi ad impegnare qualcosa e/o qualcuno, in un
incontro prospettò che i Sindaci presenti
“si impegnassero a costituire,
seduta stante, una sorta di Comitato promotore”.
Nel maggio del 1986 (Messaggio d’Oggi,
n.d.r) fu convocata una riunione operativa su
iniziativa dell’Impresa Minieri, sempre a
proposito della valorizzazione turistica della
Valle, “per programmare un’azione coordinata
e realmente incisiva con i Sindaci, i
Presidenti delle Pro Loco e gli operatori
turistici”. Floriano Panza (allora
Presidente della settima USL) e Luigi
Salomone (dell’esecutivo provinciale
dell’allora PSI), proposero la costituzione di
un Consorzio volontario tra Comuni. Ernesto
Mazzoni, all’epoca Consigliere regionale,
sostenne la necessità di “procedere per gradi
dandosi un programma minimo da realizzare
nell’immediato”. L’incontro si concluse
concordando una Conferenza dei Sindaci che si
sarebbe dovuta tenere a stretto giro.
Sempre nel 1986, in occasione di
un convegno organizzato dal PCI, dal titolo
“Intervento straordinario nel
Mezzogiorno: occasione per progettare lo
sviluppo della Valle Telesina” (Realtà
Sannita, dicembre 1986) Pasquale Massaro
ed Emilio Iarusso (entrambi della
Segreteria provinciale del PCI) sottolinearono
la necessità di predisporre un Piano unitario
per consentire al Sannio di evitare la
marginalizzazione e, di conseguenza, la morte
economica. Sostennero, inoltre,
“l’esigenza di una ripresa del
dibattito politico su temi determinanti per il
futuro delle nostre zone”.
Lo stesso Costantino Boffa,
allora Consigliere regionale del PCI, auspicò
l’avvio di “uno studio serio di
programmazione per il territorio” mentre
Clino Bocchino (Capogruppo del PSI in
Consiglio regionale) ribadì un secco no
all’individualismo, concordando con chi
proponeva di progettare per zone intere ritenute
unanimemente di “sicuro
valore ed interesse per la comunità
tutta”.(continua)
Nuccio Franco
Commenti
Gentile Nuccio
Franco,
leggo con grande piacere ed interesse il suo
intervento e le confesso che sono stupito per
quantità e precisione delle informazioni
riportate. Ritengo siano tutt’altro che noiose,
come riferisce di lei Fulvio Del Deo ed apprezzo
particolarmente come nel corso di vari anni, si
pone l’accento sull’opportunità di un
campanilismo locale.
Non immaginavo francamente, quanto fosse datata
l’idea di Telesia ma non mi stupisce che sia
nata da uno studioso di storia locale per la
semplice ragione che solo la cultura, nel senso
della conoscenza dell’importanza storica di
Telesia, può aprire gli occhi davanti ad un
patrimonio storico di tale spessore e con gli
stessi occhi bene aperti, riuscire ad immaginare
una sua rinascita, seppur in una forma di
cooperazione tra comunità.
In
attesa del prosieguo e con l’auspicio che questo
argomento possa diventare d’interesse per altri
lettori del sito, la ringrazio e saluto
cordialmente. Flaviano Di Santo
Mi piace ricordare all'estensore - e me lo
permetto per l'amicizia che mi ha legato a
Carletto e a tutti i Franco - che fin dagli anni
'60 io, Carletto Franco, Augusto di Carlo,
Gabriele Fasano e Vincenzo Vallone jr. parlavamo
già di una città dai confini più aperti che
inglobasse S.Salvatore, Amorosi, Castelvenere,
Solopaca e che, turisticamente, si ponesse come
polo centrale di un comprensorio che includesse
le terme,il lago,l'archeologia,la collina,i
monti. Era un discorso avvenieristico che si
scontrava contro i campanilismi, le frizioni, le
competizioni paesane e l'impossibilità di
scollare tanti culi di pietra da tante poltrone.
Sopratutto era un discorso da giovani, sognatori
ed idealisti e gli altri lo sapevano.
Sapevano che a poco a poco quei ventenni stavano
diventando maturi per lasciare i sogni e fare
i conti con le scelte della vita.
Cordialmente
Aldo Maturo
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