E’
venuto a mancare stasera il Prof. Vittorio
Pagliarulo, una pietra miliare di Telese. I
funerali e la cerimonia di cremazione domenica
mattina a Civitanova Marche.
Mio zio Vittorio Pagliarulo, non ho solo ha
collaborato attivamente con queste pagine in
passato ma che soprattutto è stato un pioniere
della fondazione del vostro ridente centro
sannita ed uno dei tanti che amavano moltissimo
Telese ed il Sannio tutto.
Vittorio Pagliarulo si è spento venerdì 23 sera,
dopo pochi mesi di inutile lotta contro un
cancro.
Lascia i due figli Teresa e Lorenzo e la moglie,
notissima infermiera professionale in pensione
da molti anni, in servizio nella ASL di Telese
Terme, la signora Beatrice Sbiroli.
Il
nipote, per cui lo zio Vittorio è stato come un
padre.
Giacomo Milazzo
Tutto lo staff di ViviTelese si associa al
dolore dei familiari.
Vittorio è stato uno dei
promotori del nostro sito sin dai primi giorni
on-line.
Partecipo al dolore dello staff per la morte di
Vittorio Pagliarulo.
Aldo Maturo
Ciao Vittorio.
Gianluca Aceto
Vittorio Pagliarulo ha combattuto sulle pagine
di ViviTelese la mala-amministrazione incurante
della qualità della vita e delle reali esigenze
dei cittadini e dei turisti.
L'ultimo suo intervento
risale al marzo scorso, quindi prima delle
ultime elezioni. Dalle sue parole è evidente
l'avversione per lo stile politico di D'Occhio.
11
marzo 2009
Telese violentata dalla speculazione
edilizia
Vittorio Pagliarulo
Qualcuno ha buttato
il sassolino nel mefitico e criminoso stagno
della speculazione edilizia!!!
Il fatto curioso è che la
boutade è coincisa con lo spot pubblicitario
della Vodafone: la valigetta con la protesi
portascarpe, la pizza cinque stagioni, così per
il ferro da stiro e i boccali di birra.
Per rendere
più eclatante i due avvenimenti non ci hanno
fatto mancare di vedere lo spuntare, dagli
angoli dei fabbricati, alcuni manufatti dalle
dimensione di...
"cessi aggiunti".
Al malpensante viene di
considerare che la concomitanza dei due fatti
siano frutto dello stesso "creativo" oppure, in
alternativa, che l'ideatore dello spot ha preso
spunto dal piano-casa, o viceversa!
Ma queste sono battute
scherzose che servono, però, per entrare in
argomenti riguardanti la nostra beneamata
cittadina,
violentata o, se volete, stuprata da una
speculazione edilizia sotto gli occhi di tutti.
Sull'argomento non è il caso
di dilungarsi oltremodo. Chi vuole documentarsi
in materia non deve fare altro che entrare in
archivio del sito per leggere tutte le brutture
che Telese ha subito in ambito edilizio.
Una riflessione seria,
invece, è da fare sul piano elettorale per le
imminenti elezioni amministrative del 6 e 7
giugno prossimi. Sul sito si legge di tutto e
di più: tre, quattro liste; tre, quattro
candidati sindaci, alcuni transfughi, altri
coerenti con le proprie idee. Uno, però, il
Monarca, emerge
su tutti in quanto protagonista assoluto del
ventennale sfasciume sul minuscolo territorio
della nostra cittadina.
Riaverlo sindaco di
Telese potrebbe significare il completamento di
quella speculazione edilizia che tanta
devastazione ambientale ha creato in venti anni
di dissennata amministrazione.
Quindi...D'occhi
aperti!
|
A tutto lo staff del sito un
ringraziamento per la pubblicazione del breve
necrologio e soprattutto il suo ultimo
intervento di monito ed attiva e civile
partecipazione alla vita della "sua" Telese.
Un ricordo
profondo ed i commenti di alcuni suoi nipoti
sulle pagine del mio modesto blog
http://jedan58.splinder.com/post/21571315/Ciao+Professore+%28in+memoria+di
Giacomo Milazzo,
Venerdì sera se n'è andato. Dopo pochi inutili
mesi di lotta contro la bestia come lui stesso
l'aveva soprannominata. Ancora poco più di un
mese fa il nostro ultimo incontro e nei mesi
precedenti, sia in diretto contatto che nelle
nostre periodiche telefonate, emergevano
chiarissime la sua incredibile tenacia, la forza
d'animo e la serenità con la quale aveva
affrontato questa cosa; dava quella strana
speranza, fors'anche un po' egoistica che
vorrebbe le persone a noi più care sempre
presenti, che lasciava aperte opzioni di
speranza di sopravvivenza nonostante ogni
evidenza. E altrettando seranamente aveva
disposto tra la rabbia e le lacrime dei
congiunti fin dai primi momenti. Aveva chiesto
un paio d'anni, non oltre, di tregua per veder
completato il progetto di vita dei figli: non
gli è stato concesso come una della ipotetiche
probabilità di vittoria tra miliardi d'altre
avverse.
C'eravamo tutti, o quasi. Giunti da tutta Italia
a dare l'ultimo saluto, l'ultimo abbraccio e le
ultime carezze a zio Vittorio. Lo ZIO. Come un
padre per me. Vicino sempre e soprattutto in
quel momento della mia vita in cui ce ne fu più
bisogno che mai.
Come ho scritto poco fa la sua figura è stata
per ognuno di noi un riferimento: di saggezza,
di moralità, di serenità, di buon senso e di
sagacia oltre che, non ultima di umorismo ed
ironia. Ieri chiedevo a mia zia, amatissima zia
Bice (Beatrice), di ricordare per me un suo
momento d'umana perdita di pazienza, dacché nei
miei ricordi non ho che una sola sua immagine
che me lo ricorda davvero arrabbiato, tanto da
perdere le staffe! E così per sentirlo più vivo
che mai le chiedevo questo...
Un
catalizzatore di umanità, un collante punto di
riferimento per tutta la nostra famiglia ed a
cui tutti si sono prima o poi rivolti chi per un
motivo e chi per un altro. Un romantico
idealista che però quando si è visto crollare i
miti (o le speranze) in cui aveva riposto la sua
fiducia ha potuto e voluto rivedere ogni singolo
passo del suo processo fino a sradicarne
completamente le origini ed avere il coraggio di
cambiare opinione ed ammettere i torti dell'uno
e giustificare, comprendere e condividere le
ragioni dell'altro.
Un
aneddoto che mi riguarda da vicino, tra i mille
che lo ricordano ad ognuno. Quando avevo poco
più che 19 anni ci incontrammo al mare,
quell'azzurro mare pugliese che mi vide
crescere. Da pochi mesi sfoggiavo orgoglioso un
paio di baffi proprio come lui (me li feci
comunque crescere di mia iniziativa e non per
sua imitazione!). Appena mi vide cominciarono i
suoi sfottò, in quel suo dialetto napoletano che
lui originario di Cerignola, ostentava ed usava
a tratti orgoglioso della sua napoletanità
adottiva (un po' come Arbore insomma). Dopo una
mezzora ch'era scomparso alla mia vista si
ripresentò, senza baffi!
"Zio, ma che hai fatto? Ti sei tagliato i
baffi?" "Se li porti tu mi sembra ovvio che
debba tagliarli io!!!"
Mi
è stato zio, padre dispensatore di consigli e
persino in una delle estati più belle della mia
vita, "collega" per caso. 40 indimenticabili
giorni per questo e per altri motivi.
Ero sceso da lui proprio nella speranza che
attraverso le sue conoscenze al provveditorato
agli studi di Benevento potessi afferrare al
volo un posto da membro di commissione di
maturità in una qualche scuola a seguito di una
qualche rinuncia da parte dell'incaricato
ufficiale. E fortuna volle accadde, ma proprio
nella scuola dove insegnava! Lui membro interno
del suo quinto anno dell'Istituto Tecnico
Agrario dove insegnava ed io membro esterno di
Industrie Agrarie: non pensate all'inciucio tra
noi a favorire questo o quello, ve ne prego!
Ovviamente il diverso cognome ci impedì qualche
impiccio d'ordine legale! Quanta fatica per me
l'impormi di non farmi scappare un qualche
"zio..." per chiamarlo di fronte ad altri! E
quante gaffe involontarie nei balbettamenti che
iniziavano con "z..." per passare a "prof..." e
finire in un conviviale "Vittò!!!"...
Anche mia moglie gli ha voluto bene fin
dall'inizio. In lui vedeva e trovava oltre che
l'uomo dolcissimo ed affettuoso anche il collega
insegnante più anziano ed esperto, con gli
stessi problemi e necessità, con una profonda
conoscenza della normativa anche quando poi egli
andò in pensione.
La
sua passione per la campagna e l'agraria,
trasmessami da lui e dalle bellissime estati
passate alla scuola agraria dove insegnava, al
punto da voler scegliere in prima battuta
proprio quella facoltà (geologia fu scelta sia
per maggior interesse da parte mia che per via
del fatto che allora i miei non avrebbero potuto
sostenere le spese di trasferta per farmi
studiare agraria a Napoli).
E
per questa e le mille altre ragioni di ognuno di
noi, l'unico suo fratello rimasto, i cognati e
le cognate, i loro figli tutti i suoi amatissimi
nipoti, gli amici ed i pochi conoscenti erano
tutti lì fin da venerdì sera, ed il sabato
accorsi da tutta Italia, con poche rarissime
eccezioni che più e più volte hanno telefonato
ora all'uno ora all'altro. Persino l'anziano Don
Saverio, parroco del paese natale della moglie e
di sue cognate, cognati e nipoti, nonostante i
suoi 85 anni ha voluto dedicargli una preghiera
in diretta complice la tecnologia del viva-voce
dei telefonini.
Ed
è morto a Civitanova Marche (AN) dove si erano
trasferiti da tempo per lavoro i suoi due figli:
figli e nipotino che aveva voluto raggiungere
con la moglie per star loro vicino in ogni
frangente. Trasferito lasciando, credo non senza
dolore, il suo paese adottivo nel ridente Sannio,
ai piedi del Camposauro, in una delle più belle
e fertili campagne d'Italia, dove ha trascorso
credo oltre 40 anni della sua vita!
Se
fosse morto lì, l'intero paese sarebbe accorso
in silente e doverosa processione estendendo il
lutto di questa perdita ad ogni suo
concittadino, indipendentemente dalla
generazione.
Lo
sto vedendo ora, con in braccio la sua
sfavillante fisarmonica "Castelfidardo" rossa e
avorio, intarsiata di piccole madreperle
lucenti, allietare tutti quanti con una
tarantella improvvisata e le piccole stonature
perse nei suoni a tratti un po' aspri della
fisarmonica. Lo sto vedendo ora, in piedi sugli
scogli a sorvegliare i bambini. Lo sto vedendo
adesso, nel vicolo ombroso infervorarsi per
l'ennesima partita di ramino con gli amici. Lo
sto vedendo adesso, incamminarsi, giacca e
cravatta, elegantissimo e distinto, almeno due
giornali sotto il braccio, verso il quadrivio...
Ciao Professore.
Nota: mio zio amava ed usava il mezzo
informatico. Ne apprezzava l’enorme potenziale
sia passivo che attivo: il potere democratico
che può con esso essere esercitato anche se
spesso inatteso od ascoltato. Non solo per
questo quindi ho deciso di usare il mio blog per
rendergli memoria.
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