Un
sito web per la scuola media “Massimo
D’Azeglio.”
E’
da qualche tempo che mi sento un po’ come Neo
Anderson che ha appena ingoiato la pillola
rossa o, se preferite, Alice che è
precipitata nella tana del Bianconiglio. In
entrambi i casi l’effetto è lo stesso: sono
spettatore sgomento di una realtà circostante in
rapidissimo e incessante mutamento. Strade che
si asfaltano, buche che si riempiono, piazze che
si illuminano, fontane che zampillano, fiori che
sbucano dalle aiuole e… chiacchiere,
chiacchiere, tante chiacchiere. Un chiacchierio
che riempie il paese come un torvo rumore di
fondo che ammorba la quiete delle colline
circostanti e obnubila i pensieri.
Ad
ogni angolo ti accorgi di essere circondato da
decine di bianconigli (spesso
insospettabili) tutti contagiati dalla medesima
frenesia. Sono dappertutto: nei negozi mentre
fai la spesa, al parco mentre cerchi di
difenderti dal caldo torrido di questi giorni,
in chiesa mentre in una inviolabile intimità
chiedi udienza e consiglio al più fidato dei
tuoi amici; qualcuno gira in auto con la musica
ad alto volume.
Ti
osservano con aria circospetta e sguardo
investigativo, ti saltellano intorno in attesa
del momento propizio fino a quando, appena
esponi il fianco all’attacco, i loro occhi
s’inteneriscono e dai profondi taschini dei
panciotti tirano fuori magiche figure totemiche
dai poteri universali.
Giovani arrembanti in cerca di futuro, attempate
nonnine che predicano innovazione, donne in
carriera orientate verso nuovi traguardi,
casalinghe stanche della solita routine e uomini
in cerca di gloria, nessuno si sottrae al
proprio destino e tutti insieme saltellano a
destra e a manca in questo ansiogeno lavorio.
E’
l’argomento del momento… le prossime elezioni
comunali; eppure non di questo voglio parlarvi
oggi. E’, piuttosto, il tentativo di condividere
con voi delle sensazioni da tempo sopite nella
mia coscienza e prepotentemente riemerse qualche
giorno fa, quando su invito di mio figlio, mi
reco alla scuola “Massimo D’Azeglio” per
partecipare ai consigli di classe aperti ai
genitori.
Confesso di essere arrivato con qualche minuto
di ritardo e se ciò, da un lato, mi ha
certamente evitato i dovuti ma noiosi
convenevoli iniziali, dall’altro mi ha favorito
nell’immergermi immediatamente nel cuore del
discorso.
Nella sala, un personal computer proiettava
delle diapositive piene di dati e di simpatici
fumetti su uno schermo; la dirigente scolastica
commentava sostenuta dal corpo docenti mentre io
insieme ad un nutrito gruppo di altri genitori
ascoltavamo con grande interesse quanto ci
veniva sottoposto.
Saranno stati forse ancora gli esiti della
pillola rossa ma la mia mente ha cominciato
a rievocare antiche memorie e l’effetto è stato
illuminante.
Con grande stupore ho realizzato di non avere
mai direttamente conosciuto, nel mio percorso
formativo, un preside se non per motivi
sanzionatori, e di averlo quindi, quasi sempre
identificato con una figura severa e repressiva;
davanti a me ora c’era una persona che con
garbata professionalità, puntualità e
partecipazione, illustrava agli astanti gli
obiettivi didattici, il ventaglio dell’offerta
formativa, gli strumenti disponibili e tutto
quanto riguardasse il lavoro svolto nei
confronti dei ragazzi della scuola.
Nell’immaginario dello studente quasi sempre il
docente rappresenta, nella migliore delle
ipotesi, un’entità distante; il proprio
persecutore, nella peggiore. Solo con gli anni,
con la maturità, questa figura viene
definitivamente rivalutata. Lavoro delicato, in
ogni caso, quello del docente, di grande
responsabilità, mal retribuito, continuamente
mortificato dagli attacchi di fazioni politiche
dell’una come dell’altra sponda e perennemente
sotto l’esame delle famiglie, oggi molto più
attente all’educazione e alla formazione dei
propri figli.
Ho
avuto modo di conoscere, direttamente ed
attraverso mio figlio/studente, gran parte dei
docenti (ma in generale tutto il personale)
della scuola media del nostro paese e di poter,
quindi, apprezzare la dedizione, la fede e
l’abnegazione che contraddistingue il loro
operato; la passione che ho riscontrato non solo
nella pratica quotidiana routinaria ma anche in
tutte le attività cosiddette extra curricolari,
spesso intraprese senza poter contare su grosse
disponibilità economiche: i laboratori musicali,
linguistici, informatici, escursioni educative,
cineforum, gruppi di approfondimento e tanto
altro ancora.
“Com’è cambiata la Scuola” pensavo “e quant’è
fortunato mio figlio e gli altri ragazzi di
questa scuola a poter disporre di tante risorse
e opportunità.”
Opportunità che ai miei tempi, invero non cosi
lontani, non avrei potuto neanche immaginare ma
alle quali avrei attinto a piene mani per
placare la mia personale sete di conoscenza. Ed
è per questo che ogni giorno non smetto di
sollecitare mio figlio a non tralasciare nulla
di quanto gli viene proposto.
Cosi mentre rimuginavo questi ed altri pensieri,
la signora in fondo alla sala continuava a
sciorinare le sue informazioni ma stavolta il
suo tono era cambiato; specificamente, mi aveva
riportato alla realtà una certa mestizia che
avevo avuto modo di cogliere nelle sue parole,
cosi ricondussi la mia riflessione a livelli di
astrazione meno elevati e tornai coi piedi per
terra.
In
particolare, si raccontava con rammarico del
fatto che la scuola non era riuscita a
pubblicare un proprio sito web per mancanza di
liquidità; eppure era stato chiesto a noi
genitori di contribuire economicamente, secondo
le personali disponibilità e volontà, affinché
ciò avvenisse e, a quel che sembra, l’adesione e
la solidarietà delle “famiglie della scuola” era
stata elevata ma non sufficiente a raggiungere
il budget necessario e quindi, i fondi raccolti
erano stati accantonati in attesa di ulteriori
sviluppi. Risultato: niente sito web.
All’uscita di scuola tornavo a casa mentre con
non poca amarezza ancora riflettevo su ciò che
avevo ascoltato, quando scorgo un gruppo di
persone che allestivano un palco per un comizio
elettorale che di li a poco si sarebbe tenuto e
di getto mi è venuta una riflessione: qualche
bianconiglio in meno non val bene un sito web
nuovo fiammante per la scuola?
Dal mio personalissimo punto di vista direi di
si, e ciò per una sterminata serie di motivi che
non starò qui ad elencare.
Bramoso di un finale da libro cuore alla nostra
storia, attendo che mi venga offerta la pillola
blu perché tutto ritorni come prima o, se
preferite, di risvegliarmi come Alice dopo il
sonno che dal paese delle meraviglie, mi ha
ricondotto alla dura realtà.
Salvatore Sorrentino.
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