L’acqua è sempre più cara? - 22-06-04 - Emilio Porcaro

 

 

GESESA - COMUNICATO STAMPA

del 21 giugno 2004


Si legge su Il Mattino di Venerdì 18 Giugno 2004

Tra 15 anni un metro cubo costerà 1,40 euro

ANGELO IACCARINO
Fa acqua il sistema idrico della Campania, e non è solo un gioco di parole. Rete frammentata, elevata incertezza per gli investimenti da parte degli operatori, forte dipendenza da fondi pubblici per gli investimenti, basso utilizzo di risorse private (mutui) e finanza di progetto, inadeguato servizio di depurazione, modesti investimenti in innovazione tecnologica. È la fotografia del sistema delle acque in Campania, scattata dal centro Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, e presentata ieri a Napoli nella sede del Sanpaolo-Banco di Napoli in via Toledo dal direttore Francesco Saverio Coppola e dal presidente Federico Pepe, durante un convegno che ha messo a confronto i sistemi di quattro regioni del Sud (Campania, Puglia, Basilicata e Sicilia).

 

Dagli interventi degli esperti emergono più ombre che luci circa la rete idrica campana e la sua gestione. Detto dei punti di debolezza del sistema, quelli di forza sono il soddisfacente grado di copertura del servizio di acquedotto, l’impianto normativo recepito ed Ambiti territoriali ottimali (Ato) definiti, ingenti risorse pubbliche, età media bassa delle opere di presa e buona funzionalità delle infrastrutture.


Gilberto Muraro, presidente del comitato per la vigilanza sull’uso delle risorse idriche, tocca le note più dolenti: l’efficienza del sistema e i costi per gli abitanti. «Nel Sud c’è abbastanza acqua - afferma - e anche se la media è inferiore a quella nazionale, risulta comunque sufficiente alla luce degli standard internazionali». Se la media italiana è di 267 litri per abitante al giorno, nel Mezzogiorno è di 228. «Ma è l’efficienza del servizio che cancella l’ottimismo dei dati sulla distribuzione idrica - frena Muraro - al Sud il 32% delle famiglie lamenta irregolarità, rispetto all’8,7% del Centro-Nord».

 

Una differenza strutturale che Muraro non esita a definire «preoccupante», visto anche l’aumento delle lamentele. E i costi? Se per ciascun abitante del Centro-Nord un metro cubo d’acqua costa 0,80 euro, al Sud il prezzo sale a 0,94 euro. «Ma c’è ancora da soffrire - spiega Muraro - perché se gli aumenti tariffari sono su scala nazionale il Mezzogiorno mantiene il triste primato dei rincari: tra 15 anni un metro cubo d’acqua costerà 1,40 euro». Motivo? Semplice: la percentuale di investimenti pubblici nel settore acqua al Sud è superiore a quella nazionale: su 51 miliardi di euro totali, al Sud ne saranno spesi 24,4, per cui gli enti che hanno erogato i fondi dovranno recuperarli attraverso una manvora tariffaria.


Dal canto suo Ugo Majone, commissario di governo per l’attuazione della «legge Obiettivo», quella con cui si finanziano le opere, boccia rete e gestione. «Al Sud ci sono troppe perdite fisiche di acqua e amministrative - accusa - la cattiva manutenzione provoca guasti agli impianti, ma la mancata riscossione delle bollette idriche crea perdite di risorse finanziarie di enorme entità. Intanto - annuncia - la legge Obiettivo prevede 62 progetti infrastrutturali per circa 4,6 miliardi di euro».


E se Carla Patrizia Ferrari, direttore generale di Banca Opi, si sofferma sul tema della finanza per le infrasrutture, Guido Viceconte, sottosegretario alle Infrastrutture con delega alle risorse idriche, sottolinea che «uno degli strumenti per lo sviluppo del settore è la legge Obiettivo che, alla fine del mandato di governo, dovrebbe giungere al 50% della sua applicazione in termini di opere finanziate». In Campania, il Por 2000-2006 prevede investimenti totali per quasi 545 milioni di euro, di cui oltre il 50% da fonti private.

 


 

GESESA - COMUNICATO STAMPA

del 21 giugno 2004

Oggetto: Dati perdite idriche in Campania, articolo della sezione "Economia" de "Il Mattino" del 18 giugno 2004

In relazione alla tabella riportata al fianco dell’articolo "L’acqua al Sud è sempre più cara", a firma di Angelo Iaccarino, ed intitolata "Gli acquedotti in Campania" si rileva come nella stessa sia riportato un dato assolutamente penalizzante per GESESA SpA in quanto non rispondente alla realtà dei fatti.

Innanzitutto i volumi di "acqua immessa" ed "acqua erogata" sono prelevati da una banca dati risalente al 1999 e di proprietà di una Azienda Commerciale (COM-MEDIA srl di Milano) che raccoglie le informazioni, in primo luogo, da dichiarazioni unilaterali da parte dei gestori senza alcuna verifica né diretta né indiretta e, successivamente, dai dati dell’ISTAT relativi all’ultimo censimento su acqua ed acquedotti risalente appunto all’anno 1999.

La percentuale di perdite idriche attribuita a GESESA SpA in quella tabella è, quindi, il frutto di una comparazione di valori che risalgono al 1999 e che non possono essere confrontati con quelli di oggi. D’altro canto, anche i dati relativi agli altri gestori, sembrano più la lista dei sogni o dei pii desideri che non la effettiva realtà. Si tratta, nel migliore dei casi, di dati forniti su autocertificazione, tecnicamente assai improbabili, senza il benché minimo controllo da parte di soggetti terzi in grado di sfuggire la autoreferenzialità che salta fuori evidente dalla lettura di quei numeri. Infatti, basta analizzare lo "Stato dei servizi idrici –Anno 2002" del Comitato per la vigilanza sull’uso delle risorse idriche presso il Ministero dell’Ambiente, presentato a maggio 2003 che, a pagina 27, indica la media delle perdite idriche in Campania pari al 52% (da un minimo di 48% ad un massimo di 62%) per rendersi conto del fatto che è del tutto irrealistico scrivere di perdite così basse come quelle indicate nella tabella contestata.

Oggi, GESESA SpA è l’unico gestore del Sud Italia che ha avviato, da quattro anni ormai, un innovativo sistema permanente di controllo e ricerca delle perdite idriche che ha portato al raggiungimento di ottimi risultati dal punto di vista del risparmio di risorsa idrica ed i cui dati sono a disposizione. Il sistema è attivo a Benevento ed in tutti i Comuni gestiti dalla Società ed in due importanti Comuni della Regione Campania che hanno scelto GESESA SpA, a seguito di gara, quale partner tecnologico per la realizzazione di questo sistema di riduzione delle perdite idriche. Questo stesso sistema è utilizzato, in Europa, da tutti i gestori di servizi idrici che vogliono avere basse percentuali di perdite di risorse idriche.

GESESA SpA ritiene che i confronti tra "l’efficienza" dei gestori siano importanti ma che gli stessi debbano avere carattere di scientificità, anche nelle rilevazioni dell’acqua immessa e dell’acqua erogata, e non si possa procedere al confronto su dati provenienti da dichiarazioni unilaterali, non verificabili, senza nessuno criterio scientifico, datati nel tempo e, soprattutto, che non provengano da "raccolte" effettuate unicamente a scopo commerciale e di proposta pubblicitaria.

GESESA SpA giudica, quindi, necessario, così come avvenuto in altre Regioni italiane, organizzare anche in Campania delle giornate tecniche di lavoro sulle "perdite" dalle quali possano uscire dati realistici, elaborati con criteri omogenei e supportati da rilevazioni strumentali.

Per correttezza informativa si comunica che nel 2003 GESESA SpA ha una perdita inferiore al 30%, una percentuale tra le più basse, in senso assoluto, tra le gestioni idriche in Regione Campania.

GESESA SpA, pertanto, avvierà ogni iniziativa possibile affinché sia tutelata la sua immagine di Azienda efficiente, leader ed innovativa.

 

 

Per intervenire: invia@vivitelese.it