L’acqua è sempre più cara? - 22-06-04 - Emilio Porcaro |
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GESESA - COMUNICATO STAMPA del 21 giugno 2004
Tra 15 anni un metro cubo costerà 1,40 euro ANGELO
IACCARINO
Dagli interventi degli esperti emergono più ombre che luci circa la rete idrica campana e la sua gestione. Detto dei punti di debolezza del sistema, quelli di forza sono il soddisfacente grado di copertura del servizio di acquedotto, l’impianto normativo recepito ed Ambiti territoriali ottimali (Ato) definiti, ingenti risorse pubbliche, età media bassa delle opere di presa e buona funzionalità delle infrastrutture.
Una differenza strutturale che Muraro non esita a definire «preoccupante», visto anche l’aumento delle lamentele. E i costi? Se per ciascun abitante del Centro-Nord un metro cubo d’acqua costa 0,80 euro, al Sud il prezzo sale a 0,94 euro. «Ma c’è ancora da soffrire - spiega Muraro - perché se gli aumenti tariffari sono su scala nazionale il Mezzogiorno mantiene il triste primato dei rincari: tra 15 anni un metro cubo d’acqua costerà 1,40 euro». Motivo? Semplice: la percentuale di investimenti pubblici nel settore acqua al Sud è superiore a quella nazionale: su 51 miliardi di euro totali, al Sud ne saranno spesi 24,4, per cui gli enti che hanno erogato i fondi dovranno recuperarli attraverso una manvora tariffaria.
GESESA - COMUNICATO STAMPA del 21 giugno 2004 Oggetto: Dati perdite idriche in Campania, articolo della sezione "Economia" de "Il Mattino" del 18 giugno 2004In relazione alla tabella riportata al fianco dell’articolo "L’acqua al Sud è sempre più cara", a firma di Angelo Iaccarino, ed intitolata "Gli acquedotti in Campania" si rileva come nella stessa sia riportato un dato assolutamente penalizzante per GESESA SpA in quanto non rispondente alla realtà dei fatti. Innanzitutto i volumi di "acqua immessa" ed "acqua erogata" sono prelevati da una banca dati risalente al 1999 e di proprietà di una Azienda Commerciale (COM-MEDIA srl di Milano) che raccoglie le informazioni, in primo luogo, da dichiarazioni unilaterali da parte dei gestori senza alcuna verifica né diretta né indiretta e, successivamente, dai dati dell’ISTAT relativi all’ultimo censimento su acqua ed acquedotti risalente appunto all’anno 1999. La percentuale di perdite idriche attribuita a GESESA SpA in quella tabella è, quindi, il frutto di una comparazione di valori che risalgono al 1999 e che non possono essere confrontati con quelli di oggi. D’altro canto, anche i dati relativi agli altri gestori, sembrano più la lista dei sogni o dei pii desideri che non la effettiva realtà. Si tratta, nel migliore dei casi, di dati forniti su autocertificazione, tecnicamente assai improbabili, senza il benché minimo controllo da parte di soggetti terzi in grado di sfuggire la autoreferenzialità che salta fuori evidente dalla lettura di quei numeri. Infatti, basta analizzare lo "Stato dei servizi idrici –Anno 2002" del Comitato per la vigilanza sull’uso delle risorse idriche presso il Ministero dell’Ambiente, presentato a maggio 2003 che, a pagina 27, indica la media delle perdite idriche in Campania pari al 52% (da un minimo di 48% ad un massimo di 62%) per rendersi conto del fatto che è del tutto irrealistico scrivere di perdite così basse come quelle indicate nella tabella contestata. Oggi, GESESA SpA è l’unico gestore del Sud Italia che ha avviato, da quattro anni ormai, un innovativo sistema permanente di controllo e ricerca delle perdite idriche che ha portato al raggiungimento di ottimi risultati dal punto di vista del risparmio di risorsa idrica ed i cui dati sono a disposizione. Il sistema è attivo a Benevento ed in tutti i Comuni gestiti dalla Società ed in due importanti Comuni della Regione Campania che hanno scelto GESESA SpA, a seguito di gara, quale partner tecnologico per la realizzazione di questo sistema di riduzione delle perdite idriche. Questo stesso sistema è utilizzato, in Europa, da tutti i gestori di servizi idrici che vogliono avere basse percentuali di perdite di risorse idriche. GESESA SpA ritiene che i confronti tra "l’efficienza" dei gestori siano importanti ma che gli stessi debbano avere carattere di scientificità, anche nelle rilevazioni dell’acqua immessa e dell’acqua erogata, e non si possa procedere al confronto su dati provenienti da dichiarazioni unilaterali, non verificabili, senza nessuno criterio scientifico, datati nel tempo e, soprattutto, che non provengano da "raccolte" effettuate unicamente a scopo commerciale e di proposta pubblicitaria. GESESA SpA giudica, quindi, necessario, così come avvenuto in altre Regioni italiane, organizzare anche in Campania delle giornate tecniche di lavoro sulle "perdite" dalle quali possano uscire dati realistici, elaborati con criteri omogenei e supportati da rilevazioni strumentali. Per correttezza informativa si comunica che nel 2003 GESESA SpA ha una perdita inferiore al 30%, una percentuale tra le più basse, in senso assoluto, tra le gestioni idriche in Regione Campania. GESESA SpA, pertanto, avvierà ogni iniziativa possibile affinché sia tutelata la sua immagine di Azienda efficiente, leader ed innovativa.
Per intervenire: invia@vivitelese.it
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