Truffe a tavola, frodi agroalimentari - 16-07-04 - Giovanni Festa

 

 

 

Movimento Difesa del Cittadino Onlus

Associazione Nazionale di Consumatori e Utenti – L. 281/98

(D.M. Att. Prod. del 06.11.2003)

 

 

COMUNICATO STAMPA

 

Alla cortese attenzione delle redazioni giornalistiche.

 

Truffe a tavola 2004: presentato dal Movimento Difesa Cittadino il I° Rapporto sulle frodi nelle filiere agroalimentari, redatto dal gruppo di lavoro del progetto "Salute&Gusto".

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102.024.841 euro è il valore dei sequestri effettuati dai Carabinieri per la Sanità durante le ispezioni nel settore alimentare. 15.002 infrazioni accertate, 8.299 persone segnalate alle autorità e 47 arrestate. 804 le chiusure ordinate durante le indagini svolte nei supermercati, nelle mense, negli allevamenti zootecnici, nelle macellerie e nei mercati ortofrutticoli. Dall’acqua minerale ai dolci, dal caciocavallo alle vongole veraci, frodi, infrazioni e sofisticazioni mettono a rischio la salute di chi acquista e mangia alimenti dalla provenienza dubbia o falsa.

 

Torroncini morbidi invasi da vermi e ragnatele, funghi porcini ammuffiti, con presenza di larve morte, foglie, erba ed aghi di pino; torte con scarafaggi, pop-corn sudici, invasi da parassiti e con un topo di piccole dimensioni mummificato nella busta; merendine rancide nel distributore self-service dell’ospedale…

 

Dal Veneto alla Sicilia errori ed orrori degni di un film splatter sembrano avvenire quotidianamente al chiuso delle cucine, negli allevamenti e nei magazzini nei quali difficilmente mettiamo il naso. E se le sentenze passate in giudicato sono relativamente poche (704 le ultime pubblicate dal Ministero della Salute) - grazie anche ad un sistema normativo che ha depenalizzato le frodi alimentari - i casi di mancata igiene, incuria e inquinamenti vari, vengono

quotidianamente scoperti dalle forze dell’ordine impegnate a sequestrare merci dubbie e a sanzionare i responsabili. Parliamo ovviamente della parte “negativa” del settore alimentare, quella gestita da imprenditori truffaldini quando non dalla vera e propria criminalità organizzata, e che niente ha a che vedere con tutto il resto del mondo alimentare, fatto di qualità, tradizione e attenzione al consumatore.

 

Ma non sono solo questi i numeri e gli "orrori" che emergono da “Truffe a tavola 2004”, il primo rapporto sulle frodi e l’illegalità nelle filiere agroalimentari di Salute&Gusto - lo sportello informativo sulla sicurezza alimentare del Movimento del Cittadino in collaborazione con Legambiente, con il contributo del Ministero delle Attività Produttive - elaborato sulla base degli ultimi rapporti disponibili stilati dai Carabinieri per la Sanità (Attività Operativa 2002); dall’Ispettorato repressione frodi del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (rapporto 2003), e sull’elenco delle sentenze passate in giudicato pubblicate dal Ministero della Salute (febbraio 2004). Tre diverse fonti che ci consentono di delineare un quadro abbastanza esaustivo delle situazioni di illegalità che mettono a rischio la sicurezza alimentare.

 

Truffe a tavola 2004 è stato presentato oggi a Roma, nel corso di una conferenza stampa che ha visto la partecipazione di Antonio Longo, presidente del Movimento Difesa del Cittadino, Francesco Ferrante, direttore generale Legambiente e Luca Ramacci, sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica di Tivoli.

La sintesi del rapporto è stata pubblicata sulle pagine di Salute&Gusto, la newsletter quindicinale del progetto, uno strumento snello ma denso di notizie, consigli, segnalazioni di iniziative, normative, giurisprudenza, utile a rafforzare la sicurezza alimentare coniugata con la qualità del cibo.

 

“Con questo Rapporto vogliamo lanciare l’allarme sui rischi che quotidianamente corriamo per le frodi, le manipolazioni o la colpevole trascuratezza nella confezione, vendita e somministrazione degli alimenti. – ha spiegato Antonio Longo - Questo è un serio problema per la nostra salute, in particolare delle persone più fragili come i bambini, ma è anche una preoccupante ipoteca sul nostro mangiar bene, sul cibo italiano, che per il nostro Paese costituisce non solo una tradizione culturale ma anche una fonte notevole di lavoro e di ricchezza. L’attività delle istituzioni, in primo luogo i carabinieri del NAS e l’Ispettorato per la repressione frodi del Ministero delle Politiche agricole e forestali, contrasta questi illeciti ottenendo risultati apprezzabili, come dimostrano i dati contenuti nel Rapporto, ma restano ampie aree del Paese che sembrano zone franche, in cui le violazioni restano impunite. Il Movimento Difesa del Cittadino con il progetto Salute&Gusto ha fatto della sicurezza alimentare uno dei suoi impegni prioritari. Con la collaborazione di Legambiente abbiamo costruito la rete di 12 sportelli in altrettante regioni per dare informazione e assistenza ai cittadini. Oggi poi nasce anche la prima newsletter italiana sulla sicurezza alimentare che prenderà il nome dal progetto e nei prossimi mesi pubblicheremo indagini e altri dossier sui prodotti biologici, gli OGM, le abitudini alimentari degli italiani. Vogliamo contribuire in questo modo a diffondere sempre più la cultura del mangiar sano e del mangiar bene, presupposto e fondamento di una migliore qualità di vita”.

 

Nel dossier ci sono casi che sfiorano il surreale, altri semplicemente disgustosi e, se non si trattasse di salute, potremmo quasi complimentarci per la fantasia e la varietà delle frodi perpetrate. Il settore più problematico si conferma quello dell’allevamento, con casi di macellerie prive di autorizzazioni e con strutture inadeguate e sporche; uova destinate al consumo animale vendute agli umani; miele con etichette ingannevoli; medicinali importati dalla Cina somministrati illegalmente agli animali e carni brasiliane vendute come nazionali; norme anti-Bse sistematicamente trascurate; prodotti scaduti rietichettati e messi in commercio, e poi certificati contraffatti, capi privi di marchi auricolari di riconoscimento o non vaccinati. Ma pure tanti casi di maltrattamento di animali e

ritrovamenti di carcasse non smaltite correttamente. Veterinari compiacenti, impiegati collusi e imprenditori senza scrupoli fanno quindi della carne uno degli alimenti più pericolosi.

 

“Non c’è bisogno di ricordare le emergenze più gravi, da mucca pazza all’influenza aviaria, per comprendere l’importanza di concetti che secondo il banale buon senso dovrebbero essere propri di ogni prodotto che finisce sulle nostre tavole e che invece, realmente, fanno la differenza tra un cibo qualunque e uno di qualità”. - ha dichiarato il direttore generale di Legambiente Francesco Ferrante -“Ma la qualità di un cibo è legata imprescindibilmente alla qualità dell’ambiente nel quale nasce e alla professionalità di chi alleva e produce, e la tracciabilità dell’intera filiera produttiva è l’unica garanzia possibile per il consumatore. L’agricoltura e la zootecnia di qualità, la produzione anche industriale di prodotti alimentari, rappresentano un patrimonio da tutelare e valorizzare anche per vincere la sfida del mercato in un panorama sempre più globale. Per tutti questi motivi, Legambiente ha deciso di partecipare al progetto Salute&Gusto, per contribuire concretamente all’attività di informazione per i consumatori e di sensibilizzazione per gli operatori delle filiere”.

 

Esaminando il dossier, troviamo pure il pane cotto in un forno con presenza di mica e fibre d’amianto, il riso scadente e pieno di parassiti venduto come prodotto di alta qualità; la pasta industriale camuffata in “fatta in casa”, i dolci immagazzinati in scantinati sporchi e privi di autorizzazione. Non mancano nemmeno i casi di presenza di organismi geneticamente modificati (ogm) oltre il limite di legge nei biscotti e nel gelato e i prodotti da agricoltura convenzionale venduti come biologici. Cambiamo menù e passiamo al pesce? Bene, ecco i molluschi provenienti da allevamenti abusivi in acque altamente inquinate, vongole veraci con cariche macrobiche superiori ai limiti ammessi, tonno congelato venduto come fresco. Meglio farsi un panino? Attenti allo speck al gusto di additivo chimico in concentrazione eccessiva, i prosciutti preparati in luoghi abusivi senza licenze e controlli, lo speck finto tirolese arrosto prodotto con suini olandesi. Nemmeno i cibi venduti confezionati si salvano se sono stati impacchettati in un ambiente sporco, contaminato da coliformi totali ed escherichia coli.

 

Ma non buttiamoci sull’alcol, potremo incappare in un vino con concentrazioni di anidride solforosa oltre i limiti di legge, etichettato con informazioni mendaci, falsamente D.O.C., o vinificato con uve da tavola. Se siamo proprio sfortunati possiamo bere anche “trielina” e pagare una miscela di vini vari quanto un prodotto di pregio.

“La depenalizzazione di alcune violazioni ha determinato una contrazione delle notizie di reato – ha dichiarato Luca Ramacci – Inoltre le pene risultano inidonee a determinare un’efficace effetto deterrente. Vista la delicatezza della materia poi, è particolarmente difficile l’accertamento del reato,che necessita di analisi non solo immediate ma anche ripetute nel tempo, mentre l’impossibilità di effettuare controlli puntuali e sistematici determina spesso l’archiviazione del procedimento. E’ evidente che spesso l’interesse della produzione viene privilegiato rispetto alla tutela della salute delle persone”.

(L’Ufficio stampa del MDC)

 


 

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