Digitale terrestre, verità nascoste - 02-04-04 - Sandro Forlani

 

Vi segnalo questa newsletter ricevuta da Eurosatellite e l'autorevole comunicato dell'Adiconsum riguardante il digitale terrestre che, vi garantisco, è un tema che ha suscitato e suscita un'enorme interesse.

 

Anche in un periodo di stasi commerciale come questo, sono moltissimi i cittadini che si rivolgono agli operatori del settore decisi ad un acquisto che, personalmente, prontamente scoraggio sempre. Sandro.

 


 

Tv digitale terrestre per Adiconsum

la poca chiarezza crea incertezza e diffidenza (da key4biz)

L’associazione consumatori Adiconsum ha scritto una lettera alle Autorità preposte, per chiedere maggiori ragguagli e garanzie per i consumatori in merito alla Tv digitale terrestre.

Destinatari della missiva, tra gli altri, il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, il presidente dell’Antitrust Giuseppe Tesauro e dell’Agcom Enzo Cheli.

Adiconsum, come si legge in una nota inviata alla stampa, “ritiene lo sviluppo di questa nuova tecnologia di diffusione televisiva necessaria alla crescita generale del Paese e dei suoi cittadini e per questo chiede maggiore attenzione nei confronti dei consumatori che sono gli attori principali di questa tecnologie e non dei comprimari relegati a subire gli interessi economici imposti da altri”.

L’associazione fa presente che attualmente per far partire in modo veloce questa nuova tecnologia di trasmissione sul mercato, si stanno diffondendo delle informazioni incomplete. E sono proprio le “verità nascoste” che stanno creando incertezza e diffidenza tra gli utenti.

Secondo l’Adiconsum, i cittadini non sono stati informati innanzitutto sul periodo sperimentale. L’Associazione ricorda che la legge 66 del 2001 e il conseguente regolamento relativo alla radiodiffusione terrestre in tecnica digitale (delibera 435/01/CONS), emanato dall’Autorità Garante delle Comunicazioni, prevede che fino a luglio 2005 il digitale terrestre sia in una fase sperimentale.

Questo significa che, attualmente tutti gli operatori interessati possono effettuare le proprie sperimentazioni grazie all’utilizzo di alcune delle attuali frequenze della banda televisiva, destinate al digitale e concesse in modo diversificato in base al territorio di trasmissione.

“E’ evidente quindi che in questa fase sperimentale gli utenti non utilizzano il digitale in modo ottimale e completo, perché ovviamente legati alle scelte di chi trasmette e al luogo in cui ci si trova per la ricezione”.

Inoltre, solo alcune ristrette aree geografiche hanno il privilegio di partecipare alla sperimentazione dei servizi più innovativi.

L’Adiconsum evidenzia poi che anche il decreto del ministero delle Comunicazioni del 24 dicembre 2003, che regola le modalità per il contributo per la televisione digitale terrestre, si riferisce sempre a “sperimentatori” facendo ben comprendere in quale particolare fase si trova lo sviluppo del digitale terrestre.

Il contributo consiste in una riduzione del prezzo complessivo del decoder, Iva inclusa, al netto di ogni eventuale sconto commerciale, come spiega il ministero sul sito decoder.comunicazioni.it/.

Ma secondo l’Associazione, tutti gli spot pubblicitari attualmente diffusi, sia in Tv che sui giornali, “non informano circa l’attuale fase sperimentale in corso”.

Anzi, secondo l’Adiconsum i messaggi fanno credere che “la televisione digitale terreste sia gia una realtà operante in modo ottimale e che la decisione di utilizzarla al meglio dipenda solo dalla volontà del consumatore di dotarsi o meno del necessario ricevitore”.

Si tratta di omissioni, che per l’Associazione provocano forti delusioni nel consumatore, che dopo aver collegato il decoder digitale terreste alla propria antenna si accorge o di non poter vedere nulla o di avere dei doppioni dei programmi gia in uso.

Riguardo, poi, ai decoder attualmente in commercio, se ne trovano di svariati tipi, “purtroppo è impossibile per il consumatore comprendere le differenze tecniche esistenti, provocando, così, un incauto acquisto”.

La legge che regolamenta le modalità per usufruire dell’incentivo, stabilisce il diritto al contributo solo per l’acquisto di decoder “dotati di canale di ritorno tramite rete di telecomunicazione e di software per la gestione dell’interattività” confermando, quindi, l’esistenza di varie tipologie di decoder. Non tutti i decoder, infatti, permettono di interagire con le emittenti e molti potrebbero, addirittura, diventare obsoleti quando il digitale terrestre sarà a regime nel 2005.

“Le Autorità preposte - scrive ancora l’Adiconsum - devono garantire gli utenti chiarendo quali sono i sistemi operativi idonei all’interattività e all’utilizzo dei servizi sociali”. Trovandoci in una fase sperimentale, “il consumatore non può provare personalmente i decoder per comprendere se siano veramente validi e compatibili. Sono necessarie indicazioni sulle confezioni dei ricevitori”.

L’attuale fase sperimentale del digitale terrestre non permette una corretta ricezione del segnale. L’uso esclusivo di alcune frequenze, diverse da zona a zona, non garantiscono l’utente nella ricezione del segnale. Per questo è auspicabile, dice l’Associazione “imporre, all’interno delle attività commerciali, la presenza di mappe indicanti la copertura del segnale”.

L’Adiconsum fa poi delle precisazioni per quanto riguarda l’aggiornamento degli impianti di ricezione.

L’impossibilità di ricezione dei segnali digitali può anche essere causata da un impianto televisivo vecchio o mal predisposto.

“I sistemi operativi presenti nei decoder in commercio sono impostati in modo tale che se non viene raggiunta una specifica soglia di segnale, il sistema non funziona e non si attiva la ricezione”.

Non è esatto quindi, affermare, come si fa attualmente nelle pubblicità, che si può ricevere il segnale digitale terrestre senza modificare l’impianto di ricezione, “perché questo il più delle volte, non è vero”.

Queste “verità nascoste”, come le chiama l’Adiconsum, dimostrano ampiamente che è necessario avere molta prudenza nell'acquisto di un decoder digitale terrestre.

www.forlanisat.com


 

Per intervenire: invia@vivitelese.it