Gestione dei servizi idrici - 10-03-04 - GESESA

 

 

Dopo le ultime considerazioni apparse sulla stampa locale irpina in riferimento al futuro della gestione dei servizi idrici, la GESESA SpA ritiene opportuno fare alcune necessarie ed opportune considerazioni.

Premesso che in nessun modo queste righe vogliono entrare nella discussione circa lo sdoppiamento dell’allora Consorzio Idrico in due Società distinte: lo impedisce la consapevolezza che una simile decisione sia stata adeguatamente ponderata, il nostro obiettivo si limita, molto più concretamente, ad aspetti distanti dalle cosiddette “scelte strutturali strategiche” ed ha a che fare con la fornitura di un buon servizio, di primaria importanza, ai cittadini di queste due province, con tariffe che non siano percepite come esose e con un sistema di controlli e verifiche, da parte di soggetti terzi ed indipendenti, che possano garantire il consumatore circa il rispetto di standard di qualità generalmente identificati ed accettati.

Abbiamo sempre riconosciuto la storia, il patrimonio, l’importanza e le capacità sia tecniche che umane che contraddistinguono l’Alto Calore Servizi, nessuna nostra azione ha l’obiettivo di sminuire questo patrimonio; nessuna nostra azione tende ad ottenere quale risultato la fine dell’Alto Calore Servizi. Sarebbe, d’altro canto, improponibile stante il radicamento territoriale e il patrimonio storico del Consorzio Alto Calore

Siamo d’accordo nel criticare una visione integralista della necessità di una gara a tutti i costi per affidare la gestione del Servizio Idrico Integrato; a difendere questo tipo di visione è rimasta solo una minuscola frangia ultraliberista che, però, starebbe approdando verso soluzioni più “condivise”. Non bisogna sbilanciarsi verso una soluzione “tutto pubblico”, anche perché lo di desume dall’ultima riforma del famigerato art. 113 del T.U. sui Enti Locali, la cosiddetta “in house” (affidamento diretto) è valida (lo hanno spiegato fonti autorevoli di dottrina nonché chiarimenti espressi dal Legislatore) per forme societarie diverse dall’ACS ed in ogni caso solo e soltanto per i Comuni già Soci dell’ente pubblico affidatario e non per gli altri .

Nel nostro ATO intorno a GESESA si sono raccolti comuni i quali ritengono che “democrazia partecipata” sia anche cooperare con i privati su obiettivi condivisi.

Questa è la strada alternativa, percorribile, senza trappole e che contempera esigenze diverse. Le soluzioni imposte, d’altronde, non trovano mai il gradimento di chi le subisce.

La GESESA non è una Società “privata” nel senso letterale del termine poiché al suo interno vi è una presenza forte e qualificata di soggetti pubblici.

La via che noi indichiamo per giungere ad una soluzione “democraticamente partecipata”, e che segnaliamo sin da maggio 2003, è quella proposta dal comma b) di quell’articolo di Legge: la collaborazione tra pubblico e privato, la Società Mista.

 


 

Per intervenire: invia@vivitelese.it