E’ passata, attraverso la propaganda elettorale di alcuni
candidati alle ultime amministrative,
l’affermazione-provocazione che voleva per alcuni ” l’essere
telesino” significare avere un qualcosa in più rispetto ad altri
che non lo erano.
Messa nel calderone della propaganda fine a se stessa, una tale
affermazione prendeva connotazioni altre, fuorvianti, sembrava
sottintendere ad una presunta superiorità razziale che proveniva
direttamente dall’appartenenza per nascita alla comunità
telesina.
Esiste la telesinità?
Prima di cercare di dare una risposta ( a modo mio); credo che
bisogna dare una risposta affermativa alla domanda, soprattutto
alla luce di quei tanti telesini che benché lontani, hanno
risposto al richiamo della telesinità, cercando a loro modo di
introdursi via internet nel dibattito socio-politico
sviluppatosi intorno alle ultime elezioni.
Telesini che vivono la loro telesinità come appartenenza, come
nostalgia. Che cosa è un paese? Dice il dizionario “ posto con
tradizioni proprie! E cosa sono le tradizioni? “Insieme di usi,
costumi, modi di pensare che vengono trasmessi e mantenuti nel
tempo”!
Quindi la telesinità potremmo esprimerla come il possesso della
tradizione: è telesino chi, dalla sua nascita in poi ha recepito
e ne ha fatto cultura personale, usi, costumi, modi di pensare
tipici della nostra comunità.
Ma a monte, la nostra comunità ha elaborato nel tempo,usi,
costumi e modi di pensare, ha costruito una cultura locale, ha
avuto dei nuclei culturali che potremmo chiamare di fondazione?
Per rispondere a questo ci soccorre la storia, se prendiamo come
inizio la data del 1934, quando Telese divenne comune, ebbene
dobbiamo pensare che Telese aveva un nucleo fondante forte, un
senso di appartenenza talmente forte ed altro (ad esempio
rispetto ai solopachesi) che li portò a lottare per il Comune
autonomo.
Si legge nelle memorie del maestro Amilcare Di Mezza che Telese
aveva, attività economiche fiorenti, famiglie illustri, “… una
piccola e antica chiesa e un piccolo e malmesso cimitero”, una
scuola elementare, aveva insomma quell’insieme di “strutture e
sovrastrutture” che generano cultura.
In seguito ancora e più si sono andate formando “ forme e
contenuti” che hanno dato ai telesini la telesinità: pensiamo ai
caduti in guerra, alle feste e riti religiosi (culto di
S.Stefano) e addirittura alla gastronomia (tempo addietro v’era
un ristorantino che vantava nel suo menù: gli spaghetti alla
telesina).
Infine, quindi, credo a buon diritto di poter affermare: che la
telesinità esiste! Non certo come superiorità di razza o di
genia, ma come concetto di appartenenza del quale non solo
possono vantarsi i telesini di nascita ma anche quelli di
adozione, poiché parafrasando Stendhal che diceva per Milano (
milanesi non si nasce ci si diventa), ebbene: Telesini non si
nasce ci si diventa!
Gino Di Vico
|