Permettetemi di non essere d'accordo - 28-07-04 - Luigi Buono

 

 

Ho letto con interesse l'articolo sulla Telesinità e vorrei dire la mia senza offendere nessuno.

 

Sono pienamente daccordo sul fatto che telesini non si nasce ma ci si diventa se il discorso e' basato su persone che vengono a Telese (per vari motivi sia essi di matrimonio di lavoro ecc) e le stesse accettino di integrarsi nella nuova comunità rispettando gli usi, costumi ed idee altrui.

 

Se questo non avviene io penso che in qualsiasi parte del mondo non si possano accettare persone che decidono di stare in un posto e fare tutto quello che vogliono senza rispettare quello che li circonda.

 

Ho sempre pensato che un essere umano deve essere giudicato per quello che fa e non per quello che ha quindi ben vengano a Telese tutti coloro che possano portare con la loro intelligenza benessere e progresso.

 

Un saluto

LUIGI BUONO

 


 

Nota di ViviTelese: il concetto di telesinità è stato introdotto da questo intervento:

 

Esiste la telesinità? - 25-06-04 - Gino Di Vico

 

 

 



E’ passata, attraverso la propaganda elettorale di alcuni candidati alle ultime amministrative, l’affermazione-provocazione che voleva per alcuni ” l’essere telesino” significare avere un qualcosa in più rispetto ad altri che non lo erano.


Messa nel calderone della propaganda fine a se stessa, una tale affermazione prendeva connotazioni altre, fuorvianti, sembrava sottintendere ad una presunta superiorità razziale che proveniva direttamente dall’appartenenza per nascita alla comunità telesina.
Esiste la telesinità?


Prima di cercare di dare una risposta ( a modo mio); credo che bisogna dare una risposta affermativa alla domanda, soprattutto alla luce di quei tanti telesini che benché lontani, hanno risposto al richiamo della telesinità, cercando a loro modo di introdursi via internet nel dibattito socio-politico sviluppatosi intorno alle ultime elezioni.


Telesini che vivono la loro telesinità come appartenenza, come nostalgia. Che cosa è un paese? Dice il dizionario “ posto con tradizioni proprie! E cosa sono le tradizioni?  “Insieme di usi, costumi, modi di pensare che vengono trasmessi e mantenuti nel tempo”!


Quindi la telesinità potremmo esprimerla come il possesso della tradizione: è telesino chi, dalla sua nascita in poi ha recepito e ne ha fatto cultura personale, usi, costumi, modi di pensare tipici della nostra comunità.


Ma a monte, la nostra comunità ha elaborato nel tempo,usi, costumi e modi di pensare, ha costruito una cultura locale, ha avuto dei nuclei culturali che potremmo chiamare di fondazione?


Per rispondere a questo ci soccorre la storia, se prendiamo come inizio la data del 1934, quando Telese divenne comune, ebbene dobbiamo pensare che Telese aveva un nucleo fondante forte, un senso di appartenenza talmente forte ed altro (ad esempio rispetto ai solopachesi) che li portò a lottare per il Comune autonomo.


Si legge nelle memorie del maestro Amilcare Di Mezza che Telese aveva, attività economiche fiorenti, famiglie illustri, “… una piccola e antica chiesa e un piccolo e malmesso cimitero”, una scuola elementare, aveva insomma quell’insieme di “strutture e sovrastrutture” che generano cultura.


In seguito ancora e più si sono andate formando “ forme e contenuti” che hanno dato ai telesini la telesinità: pensiamo ai caduti in guerra, alle feste e riti religiosi (culto di S.Stefano) e addirittura alla gastronomia (tempo addietro v’era un ristorantino che vantava nel suo menù: gli spaghetti alla telesina).


Infine, quindi, credo a buon diritto di poter affermare: che la telesinità esiste! Non certo come superiorità di razza o di genia, ma come concetto di appartenenza del quale non solo possono vantarsi i telesini di nascita ma anche quelli di adozione, poiché parafrasando Stendhal che diceva per Milano ( milanesi non si nasce ci si diventa), ebbene: Telesini non si nasce ci si diventa!

Gino Di Vico

 


 

28-07-04 - Riccardo Affinito

 

Non so se questo Gino Di Vico è lo stesso ragazzino che ho conosciuto, figlio di un mio caro amico di nome Vincenzo, ma in ogni caso ha scritto delle cose molto interessanti che condivido pienamente.

Ebbene sì, la telesinità esiste ed io ne sono stato irrimediabilmente contagiato.

 

Tuttavia non tutti la vivono alla stessa maniera, tant’è vero che io conosco molti telesini miei coetani, che hanno vissuto a Telese nel mio stesso periodo ed hanno fatto, più o meno, le mie stesse esperienze, che percepiscono questa appartenenza in maniera completamente diversa, molto più “soft”.

Non hanno contratto la malattia!

 

Dunque io credo che la telesinità sia un fatto soggettivo basato sui sentimenti, ed ognuno la vive a modo proprio.

 

Ma se proprio volessimo considerarla, per un attimo, come un fatto oggettivo e legarla a luoghi o esperienze specifiche, tanto per divertirci un po’, allora il racconto che ho scritto mi suggerisce una prima prerogativa per essere considerati

                                            

                                                  “ TELESINI DOC “:

 

-         Per essere “ TELESINI DOC”  bisogna aver tirato, almeno una volta nella vita, “ ‘e mantece a zi’ Carmeniello ‘o barbiere ”.

 

Naturalmente l’argomento è aperto e mi piacerebbe leggere altri interventi che indichino altre prerogative, anche più recenti: vediamo se riusciamo a creare  

                            

                        “ IL DECALOGO DEL TELESINO DOC ”.

 


 

 

Per intervenire: invia@vivitelese.it