E’ l’alba di un nuovo giorno - 16-07-04 - Sandro Forlani

 

 

E’ grande la fatica di aprire gli occhi in questo nuovo giorno, qualche ora prima del solito, sempre con il terrore di sentire brutte nuove, con la speranza di non sentirne, con il desiderio di farsi una ragione del perché siamo sempre a commentare le stesse cose, con la speranza di non dimenticare mai questi ammonimenti che anche le disgrazie ci sanno dare.

Ho pensato ad un’estate maledetta nel nome di quei ragazzi italiani, bulgari, filippini, americani, morti in Iraq in nome di una tragica guerra umanitaria, (ancor più tragica perché una guerra non può e non potrà mai essere umanitaria, ho pensato ad un’estate maledetta nel nome di Cristiana, giovane mamma stroncata da un male improvviso ed incurabile, nel nome di quel giovane motociclista che ha perso la vita a Telese nei pressi del Mulino, ho pensato a Luigi Iannotti, che ha pagato troppo l’aver vissuto negli errori del 20° secolo, ho pensato a Franco Brandi che si è dovuto arrendere ad un altro flagello di questi tempi, penso a Salvatore Piccolo, morto nel portare il pane quotidiano alla sua famiglia, e a questi due valenti nostri figli, figli della mia generazione, morti semplicemente per godersi il brivido di un giro in moto.

In quest’alba di speranza e di dolore, nessuno deve dimenticare il tramonto di ieri, con Telese deserta, con le bare bianche, con i negozi chiusi, con la folla ai funerali, con la solidarietà di tutti noi alle famiglie, con le prime e strumentali polemiche, con la cappa di cordoglio ammantare i nostri focolari e con l’immenso grido di dolore del fratellino Vincenzo a ricordare il Fratellone Leucio, Lucio per tutti, con lo scorrer veloce delle sue dita sulla tastiera per affidare a ViviTelese la testimonianza diretta dell’amore fraterno ferito nel dramma immenso.

Grazie, Vincenzo, per la lezione di fiera, dolorosa, consapevolezza.

Come già ha chiesto Alessandro L. in occasione della morte di Luigi, fermate i processi, lasciate i giudizi sospesi, chi non ha fatto la sua folle corsa nella vita, per fortuna senza pagar pegno, solo per fortuna ?

Anche gli Angeli possono poco,quando il destino ha già deciso le nostre sorti,dunque impotenti, pensiamo solo a mantenere vivo il dolore per queste morti ingiuste, per ricostruire un futuro migliore, evitando gli errori del passato,

ognuno nel proprio piccolo, umilmente, perché la vita continui.

Sandro Forlani, padre.


 

Per intervenire: invia@vivitelese.it