Addio barche per i dentisti - 07-05-04 - Sandro Forlani

 

 

Da La Repubblica del 4 maggio 2004 - segnalazione di Sandro Forlani


 

La scoperta del Dental Institute of King's College: basta

iniettare nelle gengive una pallina di cellule del paziente

 

Londra, addio dentiere e impianti

i denti malati ricrescono da soli

 

Già partita la sperimentazione sui topi. Lo staff: "Siamo

praticamente sicuri: funzionerà anche con gli esseri umani"

dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

 

La notizia sulla prima pagina

del quotidiano "The Guardian"

 

LONDRA - Addio dentiere immerse in un bicchiere d'acqua nel comodino accanto al letto, addio ponti di porcellana e oro, addio perforazioni della mascella per impiantare un dente falso al posto di quello originale. Addio a tutto questo, se la scoperta annunciata da un odontoiatra britannico del prestigioso Dental Institute of King's College, a Londra, passerà dalla fase della sperimentazione (sui topini di laboratorio, per ora) a quella della cura degli esseri umani.

 

I denti malati e caduti, afferma il professor Paul Sharpe, specialista di odontoiatria rigenerativa al King's College, possono essere rimpiazzati facendo crescere nella bocca del paziente nuovi denti. Non è un miracolo né magia: basta iniettare nelle gengive, nel punto in cui è caduto il dente malato, una pallina di cellule estratte dal paziente medesimo, di solito da un braccio, e dopo circa tre mesi rispunterà un nuovo dente. Proprio come quando, da bambini, caduti i denti "da latte" spuntano i denti permanenti.

 

La notizia ha suscitato grande interesse in Gran Bretagna: il quotidiano Guardian le ha dato metà della prima pagina, la televisione le ha dedicato ampi servizi. L'eccitazione è comprensibile, ammettono gli esperti del ramo, ovvero i dentisti: sostituire denti malati richiede interventi complessi, prolungati, costosi. Affinché la chirurgia sia possibile, inoltre, occorrono ossa solide nella mascella. Considerato che l'inglese medio di 50 anni ha perso una dozzina di denti sull'arco completo di trentadue (e percentuali analoghe esistono negli altri paesi europei), la scoperta dello specialista londinese ha potenzialmente il valore di una rivoluzione per le malattie della bocca.

 

Il metodo, spiega il professor Sharpe al Guardian, è relativamente semplice. I medici estraggono cellule staminali (cioè cellule in grado di riprodurre qualsiasi parte dell'organismo) da un paziente. Opportunamente guidate dagli scienziati, in laboratorio le cellule estratte vengono sollecitate a far crescere un dente. Dopo un paio di settimane, la "pallina" di staminali è pronta per essere trapiantata nel paziente. Una serie di test permette preventivamente di rivelare che genere di dente faranno crescere: un molare, ad esempio, o un incisivo. Quindi, con un'anestesia locale, le cellule vengono iniettate nella gengiva. Due o tre mesi dopo, il nuovo dente, perfettamente fuso alla mascella, comincia a crescere e spunta dalle gengive, collegato a nervi e tessuti sanguinei grazie agli "incoraggiamenti" emessi da agenti chimici naturali.

 

L'esperimento è stato finora sperimentato su topi di laboratorio, con eccellenti risultati. "Non c'è ragione per cui non dovrebbe funzionare con gli esseri umani, il principio è lo stesso", dice il professor Sharpe. Il suo team medico ha costituito una società, chiamata Odontis, per sfruttare la nuova tecnica. E ha ottenuto un finanziamento di 400 mila sterline (550 mila euro) dal National Endowment for Science per perfezionare la procedura.

 

(4 maggio 2004)

 


 

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