Esiste la telesinità? - 25-06-04 - Gino Di Vico

 

 



E’ passata, attraverso la propaganda elettorale di alcuni candidati alle ultime amministrative, l’affermazione-provocazione che voleva per alcuni ” l’essere telesino” significare avere un qualcosa in più rispetto ad altri che non lo erano.


Messa nel calderone della propaganda fine a se stessa, una tale affermazione prendeva connotazioni altre, fuorvianti, sembrava sottintendere ad una presunta superiorità razziale che proveniva direttamente dall’appartenenza per nascita alla comunità telesina.
Esiste la telesinità?


Prima di cercare di dare una risposta ( a modo mio); credo che bisogna dare una risposta affermativa alla domanda, soprattutto alla luce di quei tanti telesini che benché lontani, hanno risposto al richiamo della telesinità, cercando a loro modo di introdursi via internet nel dibattito socio-politico sviluppatosi intorno alle ultime elezioni.


Telesini che vivono la loro telesinità come appartenenza, come nostalgia. Che cosa è un paese? Dice il dizionario “ posto con tradizioni proprie! E cosa sono le tradizioni?  “Insieme di usi, costumi, modi di pensare che vengono trasmessi e mantenuti nel tempo”!


Quindi la telesinità potremmo esprimerla come il possesso della tradizione: è telesino chi, dalla sua nascita in poi ha recepito e ne ha fatto cultura personale, usi, costumi, modi di pensare tipici della nostra comunità.


Ma a monte, la nostra comunità ha elaborato nel tempo,usi, costumi e modi di pensare, ha costruito una cultura locale, ha avuto dei nuclei culturali che potremmo chiamare di fondazione?


Per rispondere a questo ci soccorre la storia, se prendiamo come inizio la data del 1934, quando Telese divenne comune, ebbene dobbiamo pensare che Telese aveva un nucleo fondante forte, un senso di appartenenza talmente forte ed altro (ad esempio rispetto ai solopachesi) che li portò a lottare per il Comune autonomo.


Si legge nelle memorie del maestro Amilcare Di Mezza che Telese aveva, attività economiche fiorenti, famiglie illustri, “… una piccola e antica chiesa e un piccolo e malmesso cimitero”, una scuola elementare, aveva insomma quell’insieme di “strutture e sovrastrutture” che generano cultura.


In seguito ancora e più si sono andate formando “ forme e contenuti” che hanno dato ai telesini la telesinità: pensiamo ai caduti in guerra, alle feste e riti religiosi (culto di S.Stefano) e addirittura alla gastronomia (tempo addietro v’era un ristorantino che vantava nel suo menù: gli spaghetti alla telesina).


Infine, quindi, credo a buon diritto di poter affermare: che la telesinità esiste! Non certo come superiorità di razza o di genia, ma come concetto di appartenenza del quale non solo possono vantarsi i telesini di nascita ma anche quelli di adozione, poiché parafrasando Stendhal che diceva per Milano ( milanesi non si nasce ci si diventa), ebbene: Telesini non si nasce ci si diventa!

Gino Di Vico

 


 

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