CAMPANIA FELIX: la fatica di essere liberi!  - 09-06-04 - Ezio Esposito

 

 

CAMPANIA FELIX: la fatica di essere liberi!

Carissimo Peppe,

più volte ho sorvolato sulle Tue sollecitazioni affinché esternassi i sentimenti che mi suscita questa tornata elettorale amministrativa:

Mi hai detto: ”Aspetto la seconda penna”.

Ti avverto, la mia non è la penna sublime di un Alessandro Falconieri.

Ti scrivo con un mozzicone di matita ruspante alla quale più volte ho tentato di affilare la punta.

Dopo dieci anni metto la testa fuori dalla tana, e subito, nell’aria ho sentito qualcosa di nuovo: Il “sistema della menzogna” sta per finire. C’è aria fresca e frizzante in questa mattinata di giugno: “Il sistema dell’affarismo” può avere i giorni contati. “Il sistema del voto di scambio” non avrà più cittadinanza in questa nostra Telese violentata da una volontà assatanata di guadagni illeciti da parte di una “cricca di lestofanti” (le parole non sono mie, ma della buona memoria del Prof. Salvatore Pacelli).

Per quindici anni, il “sistema coordinato dei tre sistemi” è quello che quotidianamente ha avvolto, intossicato, avviluppato e corrotto una cittadinanza espropriata della libertà delle proprie idee, ma stretta dai bisogni più elementari: il lavoro, il ‘posto’, la casa, i figli, ecc.

Lentamente ma tenacemente, tutti i bisogni di tanti cittadini sono stati sfruttati in maniera da togliere loro ogni tentativo di emancipazione reale: quanti hanno dovuto accontentarsi del ‘piacere’ lasciando calpestare i propri diritti?

Come abbiamo potuto vivere in una cittadina dove con sei mesi di anticipo tutti sapevano chi avrebbe vinto, come esempio, un concorso a vigile urbano?

Dove per l’aggiudicazione di gare d’appalto vi sono concordi spartizioni sempre tra le stesse imprese?

Dove è stata ridotta a strame ogni regola urbanistica con lo sfruttamento intensivo di ogni metro quadro di territorio urbano e non?

Ora, non comprendendo il presente e tronfio dei suoi passati allori, un uomo “sistema criminogeno e menzognero” delinea il nostro splendido futuro, lo crea e ce lo propina a sua immagine e somiglianza. Imbevuto del “suo” trascendente, fiero del suo stare con i “piedi a terra”, che fa della superbia il suo maggior vanto, mette al suo posto uno strano manichino laccato e accomodante, pieno di attenzioni e di bontà!

Peppe Grimaldi,… meno male che arriva ZORRO!

Ezio Esposito

 


 

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