Kest'è (se vi pare) - 03-07-04 - Alessandro Liverini |
Kest'è (se vi pare) Con l'estate inizia il ciclo del teatro grottesco, nel quale ogni convenzione borghese (triangoli familiari, mediazioni volontaristiche, ecc.) viene accettata con desiderio e lucidità. Pirandello avrebbe osservato, analizzato, accettato alcune situazioni pur di condurle al paradosso logico e morale, per far esplodere dall'interno tutte le loro contraddizioni.
Nella nostra comunità il senso critico è sbiadito: ne consegue un totale disinteresse nell'osservare scene di ingiustizia palese e di gratuita prepotenza affaristica.
Alla sera amo passeggiare con i miei amici lungo le strade di Telese; esse sono quasi sempre piene di gente che sale, che scende, che acquista, che parla, che ride, che guida, che si tiene per mano. Tutto ciò fa parte della normalità, così come ne entrerebbe a far parte una bella piazza alberata, un prolungamento dei tempi e degli spazi della monotona e, talvolta, subdola (aggettivo riferito a chi adotta tali provvedimeti) "isola pedonale", una maggiore attenzione alla gestione del traffico civile e incivile (e non solo quello dei ragazzetti, che forse hanno qualche colpa in meno) e del sistema dei parcheggi e dei pedaggi.
Fa parte della normalità scegliere di passeggiare nelle Terme, oppure fare un bagno (sconsigliabile per motivi igienico-sanitari al lago), oppure starsene chiusi in casa per non patire il caldo e per evitare visioni infauste ed "eroicomiche".
Non credo faccia parte della normalità (mi riferisco a quella del buon senso, del buon gusto e del rispetto della dignità e dell'onestà intellettuale) chiudere al traffico un fazzoletto di viale Minieri, sistematicamente, ogni fine settimana, al calar del sole, per permettere ad un solo bar di fare sfoggio delle proprie bellezze e delle proprie (poco condivisibili, ma rispettabili) serate ad magnam pecuniam!
Certo è da un pò di tempo che i cittadini di Telese si interrogano sulle sorti e sulle probabili derive del buon vivere e del senso civico. La prima immagine che s'apre alla mente di costoro è quella mistico-paternalistica della casa comunale o della casa delle libertà private e limitate (chiamatela come volete, per intenderci il comune).
I consiglieri comunali si dividono in due categorie, da che mondo e mondo, quelli della maggioranza e quelli della minoranza, ma entrambi (nell'adempiere a funzioni e incarichi diversi) con stessi diritti e doveri. No! No! E No! L'ing.assessore ha detto no! <<Esci fuori consigliere eletto democraticamente, non puoi stare con il fiato sul collo dei dipendenti comunali, questo compito spetta solo a me, pensa, ho anche lavato i denti>>.
Ecce dominus, ecce homo, queste sono le pratiche quotidiane, liberali e gentili dei nostri amministratori. Non vi sta bene! Fate ricorso al Tar o magari andate al bar a bere un buon caffè, scegliendo (senza titubanze e vuote polemiche) kest'è. Perchè, in fondo questo è il mondo, "così vanno le cose, così devono andare" cantava G.L. Ferretti. Tu lo vuoi cambiare? Ma chi te lo fa fare, vivi e lascia vivere, non fare opposizione e lascia amministrare, gestire, costruire. Chi ragiona, studia e s'interroga quotidianamente, esprimendo nel merito pareri contrari, non solo, ma anche proposte alternative, viene identificato come nemico della moderazione, della santità e della pace sociale.
E allora mi chiedo ,se tutto ciò ha una sua esatta e condivisibile logica, perchè a programmare le sorti della nostra comunità si trovano sempre gli stessi, tracotanti e boriosi personaggi? Domanda legittima, risposta non del tutto scontata. Provatelo a chiedere ai genuflessori, agli adulatori (io li definisco psico-ganzi), ai destinatari di promesse mantenute con dovizia di merito e lode ed anche a chi sistematicamente, ad ogni tornata elettorale si vede bistrattato e un pò preso per il "retrotreno"!
Provatelo a chiedere a chi si accontenta degli zuccherini, degli aperitivi o dei "legal-piaceri". Provate. La risposta sarà afona e un po' triste. Vi scuoterà fin dentro l'animo e non vi lascerà dormire, tormenterà il vostro desinare ed anche i vostri passi. Lunga sarà la sua eco, breve la sua ritmica un pò stridente, assente, stanca, melanconica: <<kest'è!>>
Alessandro Liverini
Per intervenire: invia@vivitelese.it
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