Elezioni: la forza dei numeri - 23-06-04 - Emilio Tazza |
Nelle elezioni comunali di Telese Terme ho votato e sostenuto la lista Liverini. Non è la prima volta che m’impegno (e perdo) in una campagna elettorale. Questa volta però mi sento confortato dai numeri perchè il minimo scarto tra le due liste può significare l’inizio di una svolta per il paese. Su 4.129 voti validi, alla lista Capasso sono andati 2.121 consensi (51,37%) mentre la lista Liverini ne ha ottenuti 2.008 (48,63%). Non ho la pretesa dell’imparzialità ma ritengo che sui dati elettorali, a riflettori spenti sulla campagna elettorale, sia possibile fare qualche considerazione in maniera più serena. Non c’è alcun dubbio che, per chi ha votato come me, era meglio vincere. Ma il dato emerso dalle urne, con un elettorato diviso praticamente a metà, mi conforta per le ragioni che provo ad esporre correndo il rischio di essere approssimativo per la dovuta sintesi. Nelle precedenti elezioni comunali del 2001, il successo di Giuseppe D’Occhio fu straordinario: vinse con oltre il 75% dei voti nonostante la presenza di tre liste. In pratica lo votarono tre elettori su quattro. Dopo cinque anni di amministrazione, il consistente margine di vantaggio risulta eroso del 25%. Il progetto della “continuità amministrativa” si è fermato a poco più del 50% dei voti. Sufficienti per vincere ma lontani dal plebiscito di cinque anni fa. Oggi, a differenza di prima, la risicata differenza di voti tra le due liste rende rischiosa la sfrenata politica delle clientele (che favorisce uno e calpesta cinque) e nei prossimi cinque anni, la partita vera non si giocherà più sui particolarismi ma sulla capacità d’intercettare consensi sugli interessi generali e condivisi perché i voti per consolidare la maggioranza (o far crescere l’opposizione) si giocheranno sul filo del rasoio. Almeno questo è il dato di partenza. L’urna, però, ci consegna anche un’altra importante ed inaspettata novità. Il Sindaco uscente D’Occhio, è risultato terzo eletto con 251 voti (6,07%). Lo hanno preceduto l’assessore uscente Giovanni Caporaso con 389 voti (9,42% dell’elettorato, in pratica un partito) ed Alessandro Grimaldi con 254 voti (6,15%), candidato per la prima volta alle elezioni comunali. Si tratta di candidati che con la forza dei consensi ottenuti si collocano di diritto al centro dell’agone politico-amministrativo ed in qualche modo minano l’egemonia D’Occhio che, oltre a perdere consensi dall’esterno, li perde anche all’interno del suo stesso schieramento. Questo non significa che l’era d’Occhio stia finendo. Tutt’altro. In questa tornata elettorale ha giocato d’azzardo ed ha vinto, dimostrando grande scaltrezza politica ed ottenendo i massimi risultati possibili: • si è sbarazzato degli oppositori interni alla sua ex maggioranza; • accresce il credito personale nel suo partito di appartenenza (UDC); • pone una seria ipoteca sulle candidature delle elezioni regionali calendarizzate per l’anno prossimo. In pratica, dal punto di vista personale D’Occhio ha stravinto. E potrà giocare a tutto campo interloquendo, di volta in volta, con i vari schieramenti politici dal momento che nella sua lista civica vi sono partiti e pezzi di centrodestra (AN, UDC, Forza Italia) e di centrosinistra (Margherita, SDI, UDEUR) che, forti del risultato elettorale, avranno anche maggiore peso in sede locale e nei rapporti con gli enti. Voglio fare un’ultima considerazione non strettamente collegata ai risultati del voto. Per il limite imposto dalla legge elettorale, D’Occhio non è più Sindaco. Per me, che non ho condiviso le scelte della passata amministrazione (e sulle quali ritornerò in altre sedi e occasioni) è una buona notizia (per ragioni politiche e non personali) perché risulta evidente che una cosa è amministrare da Sindaco mentre altra è farlo da consigliere o assessore. Nonostante il ridimensionamento, però, solo un ingenuo potrebbe pensare che Giuseppe D’Occhio, protagonista di primo piano nelle vicende amministrative degli ultimi vent’anni e sindaco dal 1985, sia disposto a passare la mano. Non a caso sarà titolare di un Assessorato “pesante” quale quello dei Lavori Pubblici, snodo nevralgico di ogni amministrazione, dove notoriamente si manovrano ingenti flussi di danaro, si consolidano interessi, si gestisce il territorio. Sta al neo-sindaco Capasso, che eredita un comune sull’orlo del dissesto economico-finanziario, misurarsi con quella “continuità” che negli ultimi cinque anni ha segnato un trend negativo con il vistoso calo del 25% dei consensi. E decidere se adottare gli stessi metodi di gestione, troppo spesso denunciati perché ritenuti disinvolti ed illegittimi. Dal grado di novità che saprà imporre all’Amministrazione, vedremo se il nuovo Sindaco saprà affrancarsi da una immagine sottomessa e condizionata che probabilmente con troppa fretta gli è stata attribuita durante la campagna elettorale. E sta alla minoranza, stavolta ampiamente rappresentativa, mantenere viva la speranza di cambiamento con un’attenta e mirata opposizione. Io sono fiducioso. Emilio Tazza. Elettore della lista “INSIEME PER TELESE – LISTA LIVERINI”
Per intervenire: invia@vivitelese.it
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