Ciabrelli: veti sul mio nome - 13-05-04 - da il Sannio Quotidiano

 

 

da il Sannio quotidiano del 13 maggio 2004.

 

Telese T. «Progetto D'Occhio», la vice sindaco valuta i trattamenti patiti nella fase di designazione del leader

 

Ciabrelli: «Ho fatto da scudo a nomi poco graditi»

 

«Non ero disposta a propormi per la fascia ma si è fatto in modo che ci fossero veti sul mio nome»

 

----------------------------------------

 


 

di Antonio Vecchiarelli

 

Nove anni da vice sindaco, pochi rapporti con la stampa, un impegno amministrativo che s'avvia, per sua stessa ammissione, alla conclusione. Rosa Maria Ciabrelli, militante tra i folliniani, non è candidata nello schieramento della continuità, quello che abbiamo definito il «progetto D'Occhio» e che ha scelto quale leader Gennaro Capasso. Vediamo di capire il perché in questa intervista che ci ha concesso. Grazie per aver accettato di rispondere alle nostre domande, dottoressa.

 

Cominciamo con una curiosità: perché non ha mai rilasciato interviste?

«So di essere una persona difficile da gestire. Non amo i riflettori, non amo la ribalta... La immediatezza e la chiarezza del mio linguaggio non si addicono ad un personaggio filtrato quale spesso viene fuori dagli articoli di stampa...»

 

Ce ne sono tanti di personaggi filtrati nello scenario politico telesino?

«Se le intenzioni non corrispondono alle azioni e le affermazioni sono dettate da pure opportunità... credo di sì»

 

Un lungo periodo da numero due dell'ammi­nistrazione. E' soddisfatta di questo impegno?

«Sono soddisfatta di aver lavorato per questa comunità a cui mi sento fortemente di appartenere e sono grata a tutte quelle persone che mi esprimono a tutt’oggi affetto. Questo per me conta più di qualsiasi altra cosa».

 

Qualsiasi altra cosa. Per caso c'entra la sua candidatura a sindaco di cui si è parlato?

«Premetto che non ero intenzionata a candidarmi, neanche a consigliere e l'ho comunicato al sindaco mesi addietro. Infatti non ho mai partecipato a riunioni per la formazione della lista se non a tre - quattro incontri presso la sede del partito, dove sono stata invitata per appartenenza politica. La carica di vice sindaco ricoperta per due mandati, ha fatto ipotizzare una mia eventuale candidatura e, quando la voce si è fatta insistente, si è pensato di utilizzare la circostanza per tergiversare tenendo a bada eventuali altre candidature poco gradite».

 

Insomma, ha fatto da scudo?

«Temo di sì. D'altronde chi fa campagna elettorale da anni sa bene che i primi nomi si «bruciano» come si dice in gergo. Ma se questo non fosse abbastanza... si è fatto anche in modo di creare le condizioni a che qualche componente dell’attuale coalizione ponesse un veto, soprattutto per il metodo autoritario di condurre la proposizione del candidato a sindaco. Tale comportamento ha generato la stessa situazione di veto per gli altri candidati, il cui nome è stato riportato dalla stampa e mai scaturito da un confronto con la coalizione. E si è arrivati al punto che si è consolidata una posizione dei partiti di centro al momento dell'ultima candidatura, paventando la composizione di una terza lista. La stanchezza, la frammentazione dei partiti, i sogni ed i bisogni di alcuni componenti hanno fatto si che si arrivasse a due liste civiche».    

 

II suo partito come ne esce dalla designazione di un candidato a sindaco che non l'ha visto coinvolto?

«Al mio partito (sic!) è stato concesso dalle tre forze politiche della Cdl in una riunione provinciale, alla presenza dei vari responsabili, la possibilità di designare il leader. Così non è stato e lo stesso commissario si è sentito schiaffeggiato quando ha appreso il nome dalla stampa, senza essere stato interpellato, salvo poi cambiare idea dopo una settimana porgendo l'altra guancia da buon cristiano: mi sfugge il vero motivo, per ora...»

 

E’ chiaro che siamo in presenza di una scelta unilaterale. E’ questo il motivo per cui lei è in disaccordo o lo è anche perché il candidato a sindaco non è del suo partito?

«Il mio è un disappunto dovuto alla mancanza di rispetto umano. So che in politica si gioca sulle persone, ma non era il caso di coinvolgermi in operazioni in cui non intendevo partecipare e, soprattutto, a mia insaputa. Non conosco l'attuale appartenenza politica del dottore Capasso, ne quella precedente».

 

Eppure D'Occhio, de­stinatario del suo disappunto, ha sempre speso nei suoi confronti parole edificanti...

«Le espressioni buoniste del sindaco valgono solo a mitigare eventuali mie reazioni e fanno apparire esagerate le posizioni assunte dagli alleati...»

 

Si riferisce ai partiti della coalizione che hanno osteggiato l'ipotesi di una sua candidatura? E ci dica... in che rapporti è con gli alleati?

«Abbiamo parlato in modo sereno e corretto per cui non ho alcuna remora ne di carattere politico ne personale nei confronti degli «amici»con cui ho condiviso un percorso sicuramente interessante. Conserverò con loro un ottimo rapporto».


 

Per intervenire: invia@vivitelese.it