A destra di nessuna sinistra - 30-05-04 - Mario D'Occhio

 

  

Io Mario D’Occhio a destra di nessuna sinistra

 

In questi giorni la domanda che mi ricorre più di frequente (in maniera faziosa) è cosa mi ha fatto scegliere di stare con Gianluca Aceto nella stessa lista.

“Meglio stare con i rossi che con i ladri” affermava Gianfranco Fini su “la Repubblica” del 7 marzo 1993, riferendosi alla corruzione in Italia. In questa competizione elettorale non ci sono né ladri né corrotti ma solo cattivi amministratori, per questo, mutuo l’affermazione di Fini per avvalorare il momento di una scelta, rielaborando la frase in: “meglio stare con i rossi che con i cattivi amministratori”. La mia filosofia quindi, non è contro a tutti i costi. Non contro a tutti i costi a Pino D’Occhio (perché sono stato un suo elettore), né a tutti i costi contro i “rossi”, ma, ravvisandone la necessità, semplicemente insieme in una sorta di strategica “unione gollista”.  Questa scelta, la mia, è volta a contribuire alla modifica della politica amministrativa degli ultimi 5 anni nel Comune di Telese, che ha avuto niente a che vedere con le idee della destra sociale (nella quale mi riconosco) tantomeno con quelle della destra liberista: in una sola parola non in linea con nessuna destra.

“Certe posizioni si giustificano con i tempi in cui vengono prese” (Francesco Storace). Io che sono stato presidente del circolo di G. Alemanno, tra i fondatori del circolo di Alleanza Nazionale di Telese, non ricordo quale è stata l’ultima iniziativa amministrativa di AN né di quale spirito di destra fosse portatrice. Per chiarezza vi dico che non sono tesserato (per mia volontà), non condividendo le scelte del locale circolo di AN (e non sono l’unico!). Ma dire ciò non significa non credere nei principi e nei valori di AN, ed è proprio per credere in quei valori che non mi vesso aderendo al locale circolo, che con sua buona pace, di quei valori non è certamente portatore.

E’ con rammarico e non senza amarezza che affermo ciò, ma la loro tessera sembra aver assunto il valore di altre “tessere”, di storica memoria, che non fanno parte delle cose buone che realizzò un’epoca a noi cara, e che allo stesso modo di quelle non raziona il pane ma i consensi.

Chi è portatore di un’idea lo fa nel comportamento, non nell’etichetta.

Per affermare ciò che penso, in massima libertà, non ho bisogno di nessun “lascia passare”, mi basta chiamarmi Mario D’Occhio. Con questo non ho certamente la presunzione di stare dalla parte della verità, ma lasciatemi dire chiaramente da che parte sto; e per tutti quelli che ritengono sia quella giusta, mi rimetto al loro mandato! 

Mario D’Occhio

 

 


 

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