La 1.a volta di Gennaro Capasso  - 16-06-04 - da Il Sannio Quotidiano

 

 

Ieri il passaggio di consegne.

Il nuovo sindaco subito al lavoro dopo il saluto dei dipendenti

 

Esecutivo: sei assessori, all’ex primo cittadino Giuseppe D’Occhio la delega ai «lavori pubblici»

 

Mai scambio di consegne è stato così armonioso tra un sindaco uscente e il suo successore. Giuseppe D’Occhio ha lasciato ieri mattina, a poche ore dall’ufficializzazione, il suo ufficio, al primo piano della sede municipale di viale Minieri, a Gennaro Capasso, nuova fascia tricolore di Telese Terme. Un cambio della guardia tra amici di cordata, tra il leader e il suo «delfino»: una piacevole cerimonia, insomma, anticipata da un caloroso abbraccio tra i due.

 

Gennaro Capasso - che ha rinviato a domani le sue valutazioni sulla campagna elettorale e sui nuovi impegni che l’attendono - si è intrattenuto con i dipendenti, ha iniziato a prendere confidenza con il nuovo lavoro che l’attende. Ma ha, soprattutto, ricevuto amici e gente comune che ha voluto tributargli gli omaggi per la vittoria. Tra i primi impegni del neo sindaco, la composizione della giunta che dovrebbe basarsi su due criteri di indirizzi: efficienza e rappresentanza. Saranno di sicuro sei gli assessori che comporranno l’esecutivo. Tra questi, sicura la presenza dell’ex sindaco Pino D’Occhio? Le voci danno per certa la possibilità, anche se l’interessato preferisce non parlare dell’argomento.

 

A lui, sempre secondo le dicerie, dovrebbero andare i «lavori pubblici», almeno in una prima fase della legislatura. La presidenza del Consiglio, la carica fin qui data per certa ad appannaggio di D’Occhio, potrebbe andare a qualche altro o allo stesso ex sindaco, ma in un secondo momento.

 

Altri candidati per un posto nell’esecutivo: Giovanni Caporaso, Vincenzo Fuschini, Michele Martucci, Salvatore Verrillo e Patrizia Tanzillo.

 

Commentando «l’avvio» di Capasso in questo nuovo impegno, indirizzato, tra l’altro, direttamente a settori specifici, lo ha definito «un uomo dai nervi saldi» che ha dato prova delle sue caratteristiche già in campagna elettorale, quando si è ben districato in un contesto «feroce», come lo giudica D’Occhio.

 

La cosa più brutta di cui sono stati protagonisti gli avversari, a giudizio dell’ex sindaco, è il tentativo di minare quello che definisce il «corpo sociale»: l’area moderata che dall’85 ha contribuito a costituire lo zoccolo duro del suo elettorato. «Un tentativo con qualche disponibilità di troppo - definisce così l’azione l’ex sindaco - che ha prodotto, per conseguire un pezzo di potere, la vendita della propria storia». D’Occhio fa riferimento, parlando degli avversari, alla coabitazione di forzisti con comunisti: l’esempio esatto di un aggregato di potere che, a parere dell’ex primo cittadino si disgregherà quanto prima. «Perciò - conclude - chiederò a chi deve restare a casa sua... che resti a casa sua. Nel senso buone del termine - ci tiene a precisarlo -.

 


 

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