Movimento di Difesa del Cittadino Onlus
Associazione Nazionale di Consumatori e
Utenti – L.281/98
(D.M.06.11.03)
COMUNICATO STAMPA
Alla cortese attenzione delle Redazioni
Giornalistiche.
I medici
ascoltano poco e i malati vanno altrove. Nasce centro universitario per
insegnare metodo patient centred
11/05/2004 - Un cattivo rapporto medico-paziente alla base del boom
della medicina non convenzionale. E secondo un dato relativo a un anno e
mezzo fa, ogni anno sono 100 mila le 'nuove visite' di medicina non
convenzionale in una regione come la Lombardia (9 milioni di abitanti).
"E' un paradosso - osserva Egidio Aldo Moja, presidente del Centro di
Ricerca sulla Comunicazione in Medicina (CURA) - mai come oggi la
medicina è stata così potente, così capace di guarire, eppure la figura
sociale del medico non è nemmeno paragonabile a quella che aveva 20-30
anni fa, quando invece guariva molto di meno".
Secondo Moja, la causa sta nel fatto che "il medico parte subito a
caccia della diagnosi e della terapia corrette, indipendentemente dal
desiderio del paziente di comunicare con lui". Gli studi effettuati
dimostrano che "il medico interrompe il paziente con una domanda chiusa
dopo soli 18 secondi dall'inizio della visita medica, quando è invece
vero che per raccogliere in modo esaustivo le informazioni sui problemi
del paziente, il medico avrebbe bisogno di almeno 2 minuti".
Moja osserva che evidentemente al paziente non basta che il suo medico
alla fine dia una giusta diagnosi e una buona terapia. "Vuole di più e
il medico deve darglielo", afferma il presidente di CURA, secondo cui
questa defaillance del medico é alla base del boom della cosiddetta
medicina alternativa, del successo della cura Di Bella, dell'aumento
delle cause per malpractise anche senza obiettive ragioni. E Fabio
Minoli (commissione affari sociali della Camera) ricorda che secondo
Boston Consulting, il 50% dei pazienti- clienti dopo sole 2 settimane
dall'inizio della terapia modifica autonomamente la posologia o il
dosaggio. Quale rimedio propone CURA a questa situazione? E' il
cosiddetto 'metodo patient centred', in cui è il malato e non la
malattia il protagonista della visita medica.
“Questo metodo - spiega Moja - impone al medico di confrontarsi con il
vissuto di malattia del paziente, con i bisogni, le preoccupazioni del
paziente. Perché tutti i pazienti che vanno dal medico pensano sempre di
avere qualcosa di grave e vogliono che il medico ascolti le loro
angosce”. Moja va più in là:"Il modello di formazione che proponiamo
comprende anche un lavoro con i pazienti in pectore, cioè persone sane,
per discutere con loro su come diventare pazienti soddisfatti". Per
questo il modello proposto prevede anche l'introduzione di un''agenda
del paziente' (il vissuto della malattia portato dal medico). Inoltre,
invita il medico a tenere conto dei 'sentimenti del paziente' (il timore
e la paura di essere malato), delle idee e interpretazionì (le opinioni
del malato e le sue spiegazioni di ciò che non va), delle 'aspettative e
desideri' (riguardo a ciò che dovrebbe essere fatto), del 'contesto
familiare e sociale' (in cui il paziente é inserito).
(L’Ufficio Stampa del MDC)
Movimento di Difesa del Cittadino Onlus
Associazione Nazionale di Consumatori e Utenti – L.281/98
(D.M.06.11.03)
COMUNICATO STAMPA
Alla
cortese attenzione delle Redazioni Giornalistiche.
Sanità: arriva la cartella clinica digitale
11/05/2004 - C' è anche un progetto riguardante la cartella clinica
digitale (Ccd) tra le novità presentate negli stand al Forum della
Pubblica amministrazione, che si è aperto ieri a Roma.
La cartella clinica digitale vuole permettere l'aggiornamento e la
visualizzazione dei dati del paziente in modo semplice e veloce. Il
progetto prevede un deposito centrale per i dati (database) nel quale
confluiscono tutte le informazioni inserite dal personale sanitario.
Mediante un collegamento di rete l'operatore sanitario può accedere in
ogni momento alle informazioni desiderate. I dati visualizzabili
dall'operatore sono esclusivamente quelli per i quali l'operatore stesso
è stato autorizzato, in base al suo profilo professionale e personale.
In questo modo è possibile effettuare una serie di ricerche, statistiche
e analisi e al tempo stesso i dati sono immediatamente disponibili a
tutti gli operatori sanitari che vi debbano accedere. Il punto centrale
di questo progetto risiede nella tecnologia utilizzata che permette di
introdurre informazioni in un sistema di elaborazione dati utilizzando
semplicemente carta e penna. Utilizzando infatti la penna prevista da
questa tecnologia e la modulistica necessaria l'operatore sanitario
invia direttamente al sistema di elaborazione dati la 'fotografia' di
quanto ha appena scritto.
Elaborazioni del genere sono già state effettuate in alcuni ospedali
dell'Umbria, dove si è utilizzata questa tecnologia per tre parti della
cartella clinica: la anamnesi, il diario clinico e la consulenza.
L'accesso ai dati clinici e sanitari è condizionato all'inserimento di
un username e di una password. Il sistema verifica l'identità
dell'utente e controlla cosa può fare.
(L’Ufficio Stampa del MDC)
Per intervenire:
invia@vivitelese.it
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