Entrambi 95enni, stesso nome, identica infanzia
difficile dopo l’abbandono dei genitori
MORIREMO INSIEME!
DOPO 73 ANNI DI PASSIONE IL SOGNO DIVENTA
REALTA’
Giuseppe Bolletti e Giuseppa Vistani, scomparsi
nel giro di poche ore
Rocca D’evandro-(Caserta)-
Per oltre settant’anni si erano amati e
rispettati. Da sempre promettevano di morire
insieme, di non lasciare solo il coniuge
superstite. Lo dicevano ad amici, parenti e
conoscenti. Tutta la gente del paese, che
appartiene alla provincia di Caserta(si sente
però laziale) sapeva di questo grande desiderio.
Morire insieme. Ci sono riusciti. I protagonisti
della commovente favola sono due anziani,
riusciti a coronare il grande sogno, senza
compiere insani gesti- che hanno lasciato la
vita terrena, in modo sereno. Una storia
straordinaria, incredibile, che ha commosso
l’intero paesino campano, sito al confine con il
Lazio. Una storia bella, con tante coincidenze.
Entrambi 95enni, identico nome, Giuseppe e
Giuseppa, nati tutti e due a Roma: abbandonati
dai rispettivi genitori, e affidati a due
famiglie dello stesso paese dove si erano
conosciuti. Stesso funerale.
Ad
approdare per primo(questione di ore)- nel mondo
dei più, il consorte Giuseppe, una vita
avventurosa, raccontata ai sei figli, tredici
nipoti e quattordici pronipoti. Funerale fissato
per il primo pomeriggio. Tutto pronto, arriva il
prete, per l’ultima benedizione della salma,
prima della chiusura della bara, ma il destino è
implacabile. Si ferma anche il cuore di Giuseppa,
una morte solidale, che getta nello sconforto
più assoluto, parenti, amici e conoscenti, che
tra dolore e sgomento, guardandosi sbigottiti,
si ricordano di quell’inquietante promessa
“moriremo insieme”.
Funerale bloccato, e rimandato- celebrato
all’indomani nel chiesa del quartiere,
denominata neanche a farla apposta “Parrocchia
di San Giuseppe”- che ha accolto le due bare,
salutate da tantissime persone, assai turbate da
questo tremendo lutto, quasi surreale.
PRIMO CASO
“E’ il primo caso che ci capita”-sottolinea un
dipendente dell’agenzia funebre di Pasquale
Mazzolena-“in tanti anni non era mai capitata
una cosa simile-si poteva rischiare di perdere
il controllo della situazione- così non è stato.
Ci siamo consultati, e abbiamo deciso il rinvio
del funerale di 24 ore. Noi tutti sapevamo del
desiderio invocato per anni dai due coniugi”.
Particolarmente sentita l’omelia del celebrante,
parole toccanti rivolte ai coniugi scomparsi,
definiti sposi- rispettatisi sempre, per tutta
la vita, esempio da seguire per i giovani.
All’inizio degli anni trenta, scocca la
scintilla, il 22 agosto del 1931 la fuitina
d’amore, culminata con il matrimonio. L’amore,
la passione sempre in aumento, come la famiglia
che diventa sempre più grande: a portare gioia
nella casa di Giuseppa Vistani e Giuseppe
Bolletti, in rapida successione sei pargoli,
Antonio, deceduto, poi Elena, Guglielmo,
Vincenzo, Italo morto a sei anni, ed un altro
figlio, che porta il suo stesso nome, Italo.
Distrutti dal dolore, senza più lacrime da
versare. Perdere i genitori nel giro di 24 ore,
non è cosa da poco.
Oltre settant’anni di vita matrimoniale, di
sacrifici, per portare avanti la famiglia
numerosa, laboriosa e benvoluta dall’intero
paesino, incredulo per la conclusione
dell’appassionata storia d’amore dell’anziana
coppia, unita nella vita e nella morte.
INDIVISIBILI
“Erano sempre insieme, indivisibili-racconta il
nipote Giuseppe Bolletti-(prestato all’arma,
come altri due componenti della famiglia)-che
porta in suo onore, lo stesso nome e cognome-
“se uno dei due era ricoverato in ospedale,
l’altro lo seguiva- si ricoverava per stargli
accanto, rincuorarlo. Si volevano tanto bene,
troppo bene- ricorda Giuseppe- attorniato e
confortato da suoi colleghi, molto vicini a lui
in questo triste momento”.
“Giurate di amarvi e onorarvi finché morte non
vi separi”? Settantatrè anni fa, con voce
energica, vigorosa, squillante, avevano detto
“Si”. Nello stesso momento, si erano promessi
che nessuno dei due, avrebbe mai lasciato solo
l’altro, sarebbero morti insieme. E nonna
Giuseppa per tenere fede a quella promessa, ha
seguito nel suo cammino, l’adoratissimo
consorte.
Storia che è stata ripresa, da diverse agenzie
di stampa: una sorta di prece mediatica, da
terzo millennio, voluta dai nipoti- consapevoli
di avere avuto dei nonni, davvero speciali,
benvoluti, sempre disponibili a dare saggi
consigli, a tutte le persone che li
circondavano.
Giuseppe Sangiovanni |