L’ENNESIMA LITE PER FUTILI MOTIVI TRA DUE
FRATELLI DI 73 E 78 ANNI FINITA IN TRAGEDIA
Alla vittima, il fratello maggiore ostruiva il
passaggio, impedendo l’accesso con il trattore
nel viale comune
MUORE PER UN DIRITTO DI PASSAGGIO NEGATO
Dall’accesa discussione verbale, i due anziani
contadini sono passati alle mani. La tragica
fatalità, dopo uno spintone che ha fatto perdere
l’equilibrio alla vittima, deceduta sul colpo,
dopo aver battuto la testa sull’aia davanti alla
sua abitazione.
Alessio Cuccaro 73 anni
Liberi (Caserta) -Un pomeriggio scandito dai
soliti ritmi, trasformato in un pomeriggio di
morte, verosimilmente non provocata con dolo da
Alfonso Cuccaro, germano 78enne di Alessio, che
di anni ne aveva settantatrè. Due pensionati
stimati e benvoluti dall’intera comunità,
entrambi amati dalle rispettive famiglie, con
una sola fissa: esercitare e negare un diritto
di passaggio. Futili motivi, che hanno dato vita
al dramma. Mai nessuno avrebbe pensato, che
l’ennesimo diverbio si sarebbe trasformato in
tragedia, con la morte di Alessio, che intendeva
esercitare quel diritto di passaggio, stabilito
anni fa, dopo avere ereditato con il fratello la
proprietà dai genitori. Un diritto sacrosanto
per la vittima, invece inesistente per Alfonso,
che si opponeva con fermezza, “presidiando”
spesso quel viale, giudicato privato, di sua
proprietà, invalicabile. Il litigio, l’ennesimo
tra i due, dura parecchi minuti: scoppia
sull’aia, davanti alla masseria della vittima,
in località Cerreta, sita nel cuore di monti
lussureggianti, un paradiso di verde
incontaminato, tutelato dalla Comunità Montana
del Montemaggiore.
L'Inizio del viale conteso tra i due fratelli
PASSAGGIO OSTRUITO
Alessio deve raggiungere con il trattore un
fondo agricolo distante da casa, un colpo
d’occhio e si rende conto che il passaggio che
dall’aia mena sul viale è ostruito dall’Apecar
del fratello Alfonso. Inizia la discussione,
Alessio si lamenta del passaggio ancora una
volta trovato sbarrato, chiuso regolarmente,
ribatte l’altro.Una parola tira l’altra, qualche
minuto di silenzio, con i due apparentemente in
tregua, una calma apparente, anticamera al
triste epilogo. Scocca di nuovo la scintilla tra
i due, frasi ingiuriose ed epiteti scambiati a
tutto spiano, prologo a qualche spintone. Una
scena vista tante altre volte, ma questa volta
il finale è drammatico. L’ultima strattonata,
risulta fatale al povero Alessio, che perdendo
l’equilibrio cade all’indietro, battendo la
testa sull’aia di cemento, proprio davanti casa
sua.
Il
fratello Alfonso, gira e se ne va- forse non
immaginando la gravità della situazione-
scoperta dalla signora Maddalena, moglie della
vittima, che con il genero ed altri familiari,
nell’attesa del 118, tenta di rianimare il
marito, pensando ad uno svenimento. Ma il
medico, arrivato con l’ambulanza, non può far
altro che constatare il decesso, che finisce
all’attenzione dei carabinieri della stazione di
Formicola, recatisi a casa del settantottenne,
ignaro e incredulo di quanto accaduto al
fratello Alessio. L’uomo portato in caserma,
interrogato a lungo, dal pm di turno della
Procura di Santa Maria Capua Vetere, accusato di
omicidio preterintenzionale e richiuso per
qualche giorno nel carcere sammaritano, per poi
ottenere, data l’età e considerato che non
voleva uccidere il fratello, gli arresti
domiciliari.
Il
trattore di Alessio Cuccaro
PICCOLO SPINTONE
“
I nostri rapporti non erano buoni, litigavamo
spesso. Non l’ho colpito con violenza, gli ho
dato un piccolo spintone, per evitare un calcio:
mai e poi mai volevo accadesse l’irreparabile,
sicuramente non volevo ucciderlo, era in piedi,
quando me ne sono andato, mi sento con la
coscienza a posto, non l’ho ucciso io”- ha detto
in caserma tra le lacrime ai carabinieri il
presunto fratricida, completamente disperato.
“Due brave persone, che diventavano irascibili
solo per quella questione che si trascinava da
tempo, e che non riusciva a trovare una
soluzione definitiva volta: è stata solo una
tragica fatalità, costata cara al povero
Alessio. Nessuno dei due era intenzionato a fare
del male fisico all’altro – dichiara Lorenzo
Applauso, giornalista del luogo.
La
masseria con l'aia di Alessio Cuccaro
“Non era la prima che i due
litigavano-raccontano due anziani del paese- era
già successo altre volte-non riuscivano proprio
ad andare d’accordo, mai avremmo immaginato che
ci sarebbe scappato il morto. Una tragedia
grande, che ci ha colpito profondamente- una
morte tragica, fatale, inaspettata, una morte
assurda, che segnerà la vita della nostra
comunità. E’ stato un caso, un caso maledetto,
nessuno voleva fare male all’altro … Non doveva
succedere ... non doveva succedere”-ripetono
allontanandosi. Due profonde ferite alla testa,
repertate dall’Istituto di Medicina Legale
dell’Ospedale San Sebastiano di Caserta,
risultate fatali alla vittima, impattata con la
testa sul cemento dell’aia, confinante con il
viale maledetto, conteso dai due fratelli.Una
storia finita nel modo peggiore, che ha
sconvolto le mille anime residenti nel comune di
Liberi.Una vicenda triste e dolorosa, che
resterà sempre nei ricordi della gente: la
storia di un fratello che involontariamente, ha
ucciso l’altro, sull’aia di casa sua.
Giuseppe Sangiovanni
Malata l’informazione all’ombra della Reggia
VIVI DATI PER MORTI
Informazione a Caserta, una vera catastrofe. Nel
grande calderone della malainformazione
all’ombra della Reggia, c’è posto per tutti. Dal
“Times” cittadino agli altri nati meno una
dozzina di anni fa. Tutti, nessuno escluso.
Siamo alle solite. Il mancato riscontro della
notizia. Ancora una volta, toccato con mano
dallo scrivente, che inviato da un giornale
nazionale a Liberi, per la nota tragedia sopra
descritta, si è reso conto di cosa sono stati
capaci di inventarsi i giornali locali, sulla
triste vicenda che ha colpito il paesino del
Montemaggiore.
Notizie, che non corrispondono al vero, con
contenut altamente dannos ai fini sociali. Una
lunghissima serie d’inesattezze- come il luogo
del tragico episodio- “avvenuto”, per i
malinformati, nella falegnameria della vittima,
che avrebbe battuto la testa su di un
inesistente muretto di recinzione. Niente di più
falso. Un colpo da ko, per il vero proprietario
della falegnameria(parente stretto della
vittima), “dato per morto”, con tutta la sua
attività commerciale: che nel dolore, sta
cercando affannosamente rettifiche per quanto
scelleratamente pubblicato- per evitare un
tracollo dell’attività. Il tutto a tutela
dell’immagine lavorativa del laboratorio di
falegnameria, che rimarrà aperto, e continuerà
regolarmente la sua opera. Siamo alla frutta. Il
pianeta comunicazione casertano può provocare
questo ed altri pateracchi! Naturalmente con il
riscontro optional prezioso.
Giuseppe Sangiovanni |