Il
Mattino - 07/12/2004
«Costanzo si dimetta» con l’Api è rottura totale
«È
vero che lo stile è una prerogativa di pochi ed
è sconcertante quando bisogna constatare che
manca in soggetti che, per le loro funzioni e
per un senso anche di responsabilità, dovrebbero
sempre ispirare i loro comportamenti a questa
ineludibile prerogativa». Obiettivo duplice per
la replica di Confindustria: il presidente
uscente della Camera di Commercio, Roberto
Costanzo, e Maurizio Genito vice presidente
della Confapi. Negli ultimi giorni sulla vicenda
dell’ente camerale, secondo l’associazione degli
industriali sanniti, si sono registrate
«dichiarazioni di bassissimo profilo» che hanno
testimoniato non una caduta di stile bensì la
mancanza assoluta.
Confindustria, che ha Costanzo Jannotti quale
presidente, ha mantenuto in tutta la vicenda una
estrema correttezza, evitando di alimentare
polemiche ed anzi invitando sempre a tenere
bassi i toni, anche quando, fatto ricorrente, è
stata fatta oggetto di illazioni, di accuse, di
vere e proprie provocazioni. La misura però è
colma e Confindustria non può e non consente a
chi nella vicenda Camera di Commercio si è
comportato con grande scorrettezza ed è
espressione partitica, di fare accuse gratuite,
dietrologismi, insinuazioni che mirano a
intaccare la propria immagine e la propria
indipendenza.
«Il silenzio è una virtù e lo è ancora di più
quando non si ha nulla di serio da dire - come è
a tutti chiaro - e si parla per cercare un vago
e vuoto protagonismo». Per quanto riguarda il
presidente uscente, Confindustria dice che c'è
poco da controbattere: «Avrebbe potuto chiudere
il suo mandato con maggiore autorevolezza e
senso istituzionale, ispirandosi a criteri di
saggezza e che dovrebbero essere patrimonio
naturale di chi ha alle spalle una storia
politica e personale di tutto riguardo».
Confindustria rimarca di aver sempre avuto un
comportamento corretto nei confronti del
presidente uscente, anche quando ha avuto il
dubbio prima e la certezza poi che, venendo meno
alle sue dichiarazioni, stava recitando un ruolo
attivo nelle vicende del rinnovo camerale
«salendo e scendendo le scale del "Palazzi" per
"verificare" che tutto procedesse secondo i suoi
"programmi" al fine di supportare gli interessi
di alcune parti, così come quando, con i suoi
comportamenti, ha contribuito ad alimentare
contrapposizioni, quando ha messo in campo
tecniche, quelle sì, degne della peggior
politica».
Un
presidente, che avesse avuto realmente a cuore
gli interessi della Camera, avrebbe dovuto
guidare, con oggettività e senso di
responsabilità, il rinnovo camerale e questo
avrebbe qualificato il suo ruolo e la sua
funzione. Confindustria ha un suo stile e
certamente non risponde alle illazioni, alle
dietrologie; illazioni e dietrologie non
appartengono alla cultura confindustriale.
Confindustria è serena perché ha avuto un
comportamento corretto e leale anche se non è
stato apprezzato. Confindustria non parteciperà
più ad alcuna riunione di Giunta o di Consiglio
fino a quando l'Ente sarà presieduto da un
presidente di parte. Confindustria invita il
Presidente a formalizzare le dimissioni,
ovviamente solo annunciate, non sentendosi più
rappresentata. Confindustria stigmatizza anche
le ……….. (è difficile aggettivarle)
dichiarazioni del vice presidente della Confapi.
«Se Confindustria volesse fare dietrologia
dovrebbe dire che è strano e singolare che la
dichiarazione del presidente e quella del vice
presidente della Confapi escano in
contemporanea.
La
"spalla" Confapi è una difesa del presidente
uscente, che invero, vista la determinazione che
ha impiegato per essere anche questa volta
"della partita", sebbene non vi sia riuscito,
non ha bisogno di difese terze, mirata ad
avvalorare macchinazioni. Confindustria si
chiede di chi? A questo punto, dagli industriali
viene un’accusa ancora più forte: «La Confapi sa
bene chi ha tentato di cambiare le carte alla
Regione dopo la trasmissione ufficiale degli
atti da parte della Camera di Commercio di
Benevento. Ed ancora. Se Confindustria avesse
scelto il colore di un vestito partitico almeno
le andrebbe riconosciuto di avere fatto una
scelta monocromatica rispetto ai diversi colori
che si trovano in casa Confapi.
Ma
Confindustria, è la sua storia, che altri non
hanno, a testimoniarlo, non ha mai vestito
colori partitici. Resta il fatto che è una
grande e grave scorrettezza (ma ormai non c'è
più alcun limite alla misura) sul piano delle
corrette relazioni sindacali ed associative che
un'Associazione accusi un'altra Organizzazione
di vestire colori partitici. E' grave». Ed è per
questo che Confindustria da oggi in poi ritiene
rotto qualunque rapporto con la Confapi e non
siederà più assieme ad alcun tavolo. Infine,
Confindustria attacca frontalmente Genito,
ribadendo di non accettare lezioni «da chi il
vestito partitico, invero più di uno, lo ha
indossato da tempo», con chiaro riferimento alla
militanza dell’esponente politico sangiorgese
che oggi è nell’Udeur, ma prima era nell’Udc.
Il
Sannio Quotidiano - 07-12-2004
«Costanzo è di parte, ce ne andiamo»
Durissima reazione della Confindustria alle
dichiarazioni del presidente uscente della
Camera di Commercio
Costanzo Jannotti Pecci: «La Confapi lo difende?
Interrompiamo i rapporti anche con loro»
La
raffica di dichiarazioni rilasciate da Roberto
Costanzo, presidente uscente della Camera di
Commercio, a poche ore dalla scadenza del
semestre di proroga del Consiglio camerale
(scoccata sabato scorso) provoca la reazione
furibonda della Confindustria sannita. Che
reagisce attraverso lo stesso ‘numero uno’
dell’associazione sannita, Costanzo Jannotti
Pecci, il quale, rinunciando al suo tradizionale
aplomb, decide di gettare il fioretto,
d’impugnare la sciabola e di menare fendenti
terribili: “La misura è ormai colma – attacca
Jannotti Pecci -.
La
Confindustria non consente a chi, nella vicenda
Camera di Commercio, si comporta con grande
scorrettezza ed è espressione partitica, di fare
accuse gratuite, dietrologismi, insinuazioni che
mirano a intaccare la propria immagine e la
propria indipendenza. Per quanto ci riguarda,
non ci interessa più l’eventualità di prorogare
o meno per 45 giorni l’esperienza di questa
Camera che per noi è già archiviata”.
La
Confindustria sannita rompe gli indugi e
condanna, duramente e senza appello,
“l’attivismo” mostrato in questi giorni del
presidente camerale uscente, Roberto Costanzo,
‘reo’ di aver mostrato in questi giorni “scarso
senso istituzionale”. “Lo stile è una
prerogativa di pochi - attacca Costanzo Jannotti
Pecci - ed è sconcertante dover constatare che
lo stile manca in quei soggetti che per le loro
funzioni e per senso di responsabilità
dovrebbero sempre ispirare i loro comportamenti
a questa ineludibile prerogativa”. Negli ultimi
giorni sulla vicenda Camera di Commercio,
secondo la Confindustria, si sono registrate
“dichiarazioni di bassissimo profilo” che
avrebbero testimoniato “una mancanza assoluta di
stile.
Confindustria, al contrario, ha mantenuto in
tutta la vicenda un’estrema correttezza –
rivendica Jannotti Pecci - evitando di
alimentare polemiche ed invitando, anzi, sempre
a tenere bassi i toni, anche quando, molto
spesso, è stata fatta oggetto di illazioni, di
accuse, di vere e proprie provocazioni. Il
silenzio è una virtù e lo è ancora di più quando
non si ha nulla di serio da dire e si parla solo
per cercare vuoto protagonismo”. Poi l’affondo a
Roberto Costanzo: “Per quanto riguarda Costanzo
c’è davvero poco da controbattere – replica
Jannotti Pecci -: il presidente camerale uscente
avrebbe potuto chiudere il suo mandato con
maggiore autorevolezza e senso istituzionale,
ispirandosi a criteri di saggezza che dovrebbero
essere patrimonio naturale di chi ha alle spalle
una storia politica e personale di tutto
riguardo.
La
Confindustria – rivendica l’Unione di via Rummo
- ha sempre avuto un comportamento corretto nei
confronti del presidente uscente, anche quando
ha avuto il dubbio, prima, e la certezza poi
che, venendo meno alle sue dichiarazioni, stava
recitando un ruolo attivo nelle vicende del
rinnovo camerale, salendo e scendendo le scale
del ‘palazzi’ per verificare che tutto
procedesse secondo i suoi programmi al fine di
supportare gli interessi di alcune parti, così
come quando, con i suoi comportamenti, ha
contribuito ad alimentare contrapposizioni e
quando ha messo in campo tecniche, quelle sì,
degne della peggior politica”. Costanzo Jannotti
Pecci è un fiume in piena: “Un presidente che
avesse avuto realmente a cuore gli interessi
della Camera - aggiunge il numero uno della
Confindustria sannita - avrebbe dovuto guidare,
con oggettività e senso di responsabilità, il
rinnovo camerale.
Ciò avrebbe qualificato il suo ruolo e la sua
funzione. Confindustria, invece – ribadisce
Jannotti Pecci - ha un suo stile e non risponde
ad illazioni e dietrologie che non appartengono
alla nostra cultura. Siamo sereni. Abbiamo avuto
un comportamento corretto e leale anche se non è
stato apprezzato”. Poi l’annuncio:
“Confindustria non parteciperà più ad alcuna
riunione di Giunta o di Consiglio camerale fino
a quando l’ente sarà presieduto da un presidente
di parte”. Confindustria, pertanto, “invita
Roberto Costanzo a formalizzare le dimissioni,
da lui ovviamente solo annunciate, perchè non si
sente più rappresentata”. Ma nel mirino
dell’associazione finisce anche la Confapi di
Amleto Ocone e Maurizio Genito.
“La Confindustria stigmatizza anche le
dichiarazioni difficilmente aggettivabili,
rilasciate dal vice presidente della Confapi. Se
Confindustria volesse fare dietrologia dovrebbe
dire che è strano e singolare che la
dichiarazione di Costanzo e quella del vice
presidente della Confapi escano in
contemporanea. La Confapi tenta di difendere,
spalleggiandolo, il presidente uscente, il
quale, vista la determinazione che ha impiegato
per essere anche questa volta della partita,
sebbene non vi sia riuscito, non ha bisogno di
difese terze, mirata ad avvalorare
macchinazioni. Confindustria si chiede di chi?.
La
Confapi sa bene chi ha tentato di cambiare le
carte alla Regione dopo la trasmissione
ufficiale degli atti da parte della Camera di
Commercio di Benevento – assicura Jannotti Pecci
- . Se Confindustria avesse scelto il colore di
un vestito partitico almeno le andrebbe
riconosciuto di avere fatto una scelta
monocromatica rispetto ai diversi colori che si
trovano in casa Confapi. Ma Confindustria è la
sua storia, che altri non hanno, a
testimoniarlo, non ha mai vestito colori
partitici”.
Poi l’amara conclusione della Confindustria:
“Ormai non c’è più alcun limite alla misura.
Siccome riteniamo una grave scorrettezza, sul
piano delle relazioni sindacali ed associative
che un’associazione accusi un’altra
organizzazione di vestire colori partitici, da
oggi in poi la nostra associazione rompe
qualunque rapporto con la Confapi e anticipa che
non siederà più assieme ad alcun tavolo. Infine,
Confindustria ribadisce “di non accettare
lezioni da chi il vestito partitico, in vero più
di uno, lo ha indossato da tempo”.
“Condivido pienamente le dichiarazioni della
Confindustria“ commenterà, nel
pomeriggio,Giovanna De Vita, presidente
provinciale della Confesercenti e vice
presidente camerale uscente. Da ieri, dunque
(data di scadenza del semestre di proroga del
Consiglio della Camera di Commercio uscente) ha
iniziato a decorrere un periodo di ulteriore
proroga di 45 giorni del Consiglio camerale. In
questo periodo l’attività degli organismi
elettivi, presidente compreso, dovrà limitarsi
comunque all’ordinaria amministrazione. |