9 marzo 2005
Architettura, Nuovo Auditorium a Ravello
segnalazione di F.S.Carlo

 

 

RIVELAZIONI D'ARCHITETTURA

Paolo MARZANO

fonte: http://www.costruzioni.net/ravello.htm

 Oscar Niemeyer è un indiscutibile maestro, un instancabile creatore di architetture che sfiorano il ‘sublime’, inteso nell’accezione che la storia dell’architettura ha dato a questo termine. Immane il suo lavoro, conseguente ad una vigorosa ed evidente passione. L’architetto Niemeyer, racconta il suo lavoro utilizzando i segni e trasformandoli poi, in immagini; crea ambiti variabili di ritrovata potenza espressiva. Genera senza sosta indelebili confluenze formali caratterizzate da una calcolata e fin troppo colta, ‘differenza’. A suo carico un percorso architettonico straordinario; imbastisce oggetti rari, formalmente appartenenti ad un mondo possibile ora ‘plausibile’. Traduce dalla stessa materia, un’energia scultorea sofisticata. C’è di più, chiediamoci del rapporto delle sue opere con lo spazio, chiediamoci perché le sue forme così libere e suadenti riescono a confrontarsi con esso senza contrapporvisi violentemente. Bene, la risposta è nello studio e nella sua ricerca continua con matita e foglio, nei paesaggi della sua terra maturati ed ri-ri-elaborati, nella semplicità progettuale e costruttiva, dote comune ai grandi maestri dell’architettura. Uno dei migliori architetti che sanno coniugare il contenitore funzionale, con un’evidente partecipazione dello spazio alla struttura convincendola di una propria valenza scultorea. Oscar Niemeyer si è così avvicinato alla storia complessa dello spazio architettonico, alla sua più recondita e difficilmente interpretabile essenza. Basta guardare le immagini dei numerosi progetti in cui ha proposto architetture ai bordi di crude curve di livello, di muraglie naturali a picco sul mare. Le sue opere nascono dallo spazio ed in esso si proiettano dilatandosi visivamente e diventandone parte integrante. Ora, molto presumibilmente, una sua opera farà parte del paesaggio italiano, in particolare a Ravello dove, dopo una vivace quanto fruttuosa e stimolante discussione, che sottolinea l’avanzato grado di civiltà del nostro paese, verrà costruito un auditorium. La locazione è, guarda caso, in un posto esattamente come lo sono quelli in cui l’architetto, si è dimostrato essere insuperabile. Plauso, quindi alle amministrazioni del posto, anche alle testate giornalisctiche che hanno contribuito di volta in volta a farci conoscere le vicissitudini degli accadimenti (come avevo sperato succedesse nei miei scritti risalenti all’inizio della discussione). La componente più importante rimane il fatto che il suo progetto ha in sé tutta la sua storia e grazie ad esso comprenderemo maggiormente gli ambiti elettivi di un territorio, tenendo presente che uno spazio creato è sempre e comunque uno spazio rivelato.


 

Fondazione Ravello

 

 

GENIUS LOCI 

fonte: http://www.fondazioneravello.it/

Giovanni Boccaccio: «Credesi che la marina da Reggio a Gaeta sia quasi la più dilettevole parte d'Italia. Nella quale, assai presso a Salerno, è una costa sopra 'l mare riguardante, la quale gli abitanti chiamano la Costa d' Amalfi, piena di piccole città, di giardini e di fontane e d'uomini ricchi e procaccianti in atto di mercatanzia, sì come alcuni altri. Tra le quali cittàdette, n'è una chiamata Ravello».

André Gide: «Lasciando la costa, avevamo raggiunto Ravello. Là, L'aria più pungente, la seduzione delle rocce piene di anfratti e sorprese, la profondità misteriosa dei precipizi, accrescendo le mie forze e la mia gioia, favorirono nuovi slanci».

Edward M. Forster: «Ravello è un delizioso paese con un delizioso piccolo albergo nel quale incontrammo persone piene di charme».

Theodor W. Adorno: «La bizantina Ravello - alta sopra Amalfi - per una sera ti lascia guardare l'Oriente, poi, di nuovo italiana, si chiude con le sue fontane fredda sul suo monte».

Gore Vidal: «Mi fu chiesto da una rivista americana quale era il luogo più bello che io avessi mai visto in tutti i miei viaggi e io risposi: il panorama del belvedere di Villa Cimbrone in un luminoso giorno d'inverno».


Musica


Nel 1880 Richard Wagner ha trovato a villa Rufolo sia gli spunti per la scenografia del secondo atto del Parsifal, sia le idee per migliorare l'intera trama musicale del suo ultimo capolavoro. I concerti sinfonici che da cinquant'anni si tengono nella stessa villa, ne celebrano degnamente il ricordo. Anche Giuseppe Verdi è stato ospite di villa Rufolo; Grieg ha soggiornato all'albergo Toro; grandissimi esecutori e direttori d'orchestra - da Bruno Walter a Toscanini, da Stokowski a Kempf, da Bernstein a Penderecki, da Prètre a Maazel - qui hanno soggiornato e hanno fatto musica. Questa vocazione musicale costituisce ancora oggi il cuore dell'intensa vita culturale ravellese: la "Scuola di perfezionamento musicale" diretta da Michele Campanella, la Ravello Concert Society diretta da Pasquale Palumbo, i "Concerti di mezzanotte" organizzati con la consulenza di Alessio Vlad, i celeberrimi concerti del Festival Musicale di Villa Rufolo organizzati con la consulenza di Roman Vlad, l'orchestra Città di Ravello animata da Elio Macinante, hanno accompagnato ogni estate con momenti di intensa emozione.

Arti figurative

Anche nel campo della pittura, grandi personaggi hanno soggiornato e si sono ispirati a Ravello: basti ricordare, per l'Ottocento, la presenza di Ruskin e, per il Novecento, la presenza di Mirò e di Vedova. Escher qui soggiornò più volte all'albergo Toro, maturò il suo stile labirintico e incontrò Jetta, la ragazza che sarebbe poi diventata sua moglie. Oggi Ravello vanta un'intensa attività di mostre fotografiche, all'insegna di Robert Capa, che qui lavorò come fotografo di scena per il film "Il tesoro dell'Africa" di John Huston.

Letteratura

La letteratura costituisce il settore che da più tempo e con maggiore intensità ha intrattenuto fecondi rapporti con la cittadina. Nel Decamerone, Giovanni Boccaccio ispira ai giardini di Ravello la descrizione dei luoghi incantati che fanno da sfondo alle novelle e ne dedica una delicatissima (la quarta tra quelle raccontate nella seconda giornata) alle venture di Landolfo Rufolo ravellese: "Credesi che la marina da Reggio a Gaeta sia quasi la più dilettevole parte d'Italia; nella quale assai presso a Salerno è una costa sopra 'l mare riguardante, la quale gli abitanti chiamano la costa d'Amalfi, piena di picciole città, di giardini e di fontane...Tra le quali cittadette n'è una chiamata Ravello...". La dovizia di particolari cui Boccaccio fa riferimento dimostra che, con molta probabilità, egli stesso visitò Ravello e ne rimase incantato.
Più vicino a noi, nei primi anni del Novecento, André Gide ambienta a Ravello alcune pagine centrali de L'immoralista; Edward M. Forster trascorre nel paese una sua vacanza e ambienta a fontana Carosa e in villa Episcopio il lungo, racconto bellissimo Storia di un panico. Sempre qui, molti membri del gruppo di Bloomsbury - tra cui Lytton Strachey - soggiornano a più riprese nell'albergo Caruso, mentre Lord Grimthorpe creò villa Cimbrone (ispirandosi alla villa Rufolo restaurata da Francis Neville Reid) e ne fece un cenacolo di intellettuali convenuti da tutto il mondo. D.H.Lawrence è più volte a Ravello, all'albergo Rufolo, proprio nel periodo in cui compone il suo capolavoro L'amante di Lady Chaterly. Paul Valery lascia un suo bel pensiero nel libro degli ospiti dell'albergo Palumbo. Dopo la seconda guerra mondiale arrivano a Ravello Graham Green; poi Tennessee Williams e Gore Vidal, poi Truman Capote che scrive per John Huston i dialoghi del film "Il tesoro dell'Africa"; poi William Styron (che ambienta nella frazione di Sambuco il suo lungo romanzo Set This House on Fire), Giuseppe Prezzolini (che alloggia a Villa Maria e dedica a Ravello alcune caustiche pagine dei suoi Diari), Guido Piovene (che lo descrive in Viaggio in Italia), Domenico Rea (che all'albergo Rufolo porta a termine Ninfa plebea). A Ravello hanno pure soggiornato Thomas Mann e Theodor Adorno. A Ravello Rafael Alberti ha dedicato una poesia molto intensa. A villa Rondinaia Gore Vidal ha scritto molti suoi capolavori.

Cinema

Nel Novecento, molto stretti sono stati i legami tra Ravello e il cinema: già nel 1938 Greta Garbo ebbe a villa Cimbrone una movimentata vicenda d'amore con il direttore d'orchestra Leopold Stakowski.
Humphrey Bogart, King Vidor, John Huston, Jennifer Jones, Paul Newman, Tim Robins, Susan Sarantong e tanti altri divi hanno soggiornato e lavorato a Ravello. I panorami ravellesi hanno fatto da sfondo a innumerevoli film, tra cui Ninfa Plebea di Lina Wertmuller.

Scienze

Anche le scienze sono presenti ad altissimo livello nel panteon culturale di Ravello: l'economista Keynes ha soggiornato all'albergo Caruso, il biologo Crick a villa Cimbrone, il pedagogista Piaget a villa Maria. A Ravello ha sede permanente il Centro Europeo per i Beni Culturali che organizza ogni anno importanti meeting. A Ravello si tiene da molti anni un seminario sulla creatività animato dalla S3-Studium, cui hanno preso parte grandi personalità da Huberto Maturana a Ivo Pitanguy, da Chris Meyer a F.H. Cardoso.

Storia

Occorre ricordare almeno una delle vicende storiche legate a Ravello. Qui hanno soggiornato con entusiasmo capi di stato come Einaudi (alla villa del Pendolo) e Mitterant (al Palumbo). Ma qui - soprattutto - nel febbraio 1943, Vittorio Emanuele III fissò la sua residenza a villa Episcopio dove si tennero sedute del governo Badoglio; dove vennero più volte, nei loro ruoli politici, Croce, Togliatti e De Gasperi; dove il Re affidò la luogotenenza a suo figlio Umberto.

Le grandi presenze

Come si può vedere da questi pochi cenni, è straordinaria la forza d'attrazione che Ravello - un paese di 2500 abitanti - ha saputo esercitare per secoli su una catena fitta e ininterrotta di personalità geniali che qui hanno tratto ispirazione per opere tra loro diversissime ma parimenti straordinarie. Così come rari e straordinari sono il rispetto per il lavoro intellettuale e l'intensità della vita culturale.

 

 

    

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