"Melodie nascoste e attese lunghe un anno. Fusti
di birra e amplificatori da trasportare. Poi i
primi sound check, con l'ultima lampadina ancora
da avvitare al piano di sotto e un campeggio da
rincorrere, mentre la SDSM area si riempiva di
gente.
Tanta gente, con la quale avremmo bevuto e
chiacchierato di tutto e di niente. L'eco delle
folli notti soniche stenta a dissolversi e
ritorna inesorabile con un moto invasivo:
'ricordi ancora il suono di quello strano
strumento a corde, sdraiato su un pezzo di legno
e spremuto con una spugna di metallo, mentre il
vuoto elettrico invadeva le nostre orecchie e la
testa ti si affollava di pensieri? ..allora non
avresti mai immaginato che, qualche ora dopo, ti
saresti ritrovato a chiacchierare con il folle
liutaio che aveva saldato i pezzi che lo
tenevano insieme. ..e sai se, a quell'ora, erano
già arrivati quei simpatici ragazzi svedesi con
i quali il giorno dopo avresti fatto l'alba a
bere e scherzare, tra imitazioni di animali e
mille stralunati -..a chiii..- urlati senza
ragione?
Ricordi? Quella era l'ultima notte sonica. La
più lunga. Quando siamo scappati via
all'improvviso, nell'istante in cui abbiamo
capito che saremmo rimasti lì per sempre. Forse
perché, in fondo, si sa, ogni volta che hai tra
le mani qualcosa di troppo bello, devi
consumarlo fino a che non resta più nulla. E
allora via. Dritti a casa. Ognuno alla sua. Che
importa? L'anno prossimo, tanto, saremo tutti di
nuovo qui."
Era, questo, un frammento rubato alle pagine
invisibili di SDSMzero4, quelle che ognuno di
noi porta, a modo suo, scritte dentro sé. Quelle
destinate a raccogliere tutte le emozioni di
questo settimo anno di SixDaySonicMadness, che
non diventeranno mai frasi da costringere in un
foglio di carta, ma che rimarranno semplici
sensazioni indefinite, magicamente confuse nelle
stanze dei nostri ricordi. Dopo tutto, ci basta
l'illusione di poterle, in qualche modo,
conservare intatte il più a lungo possibile,
magari fino alla prossima estate, quando
proveremo di nuovo a ricreare tutto questo, o
qualcosa di simile. Sperando, così, di
rincontrare tutti quelli che sono stati qui in
questi quattro giorni e, perché no, tanta nuova
gente con la quale condividere altre
indimenticabili esperienze.
Seduti su un sonic stage alleggerito dal peso
dell'ultimo amplificatore, nel mattino che
spegne l'ultima folle notte sonica, solo questo
riusciamo a dirvi. E in effetti, forse, è
arrivato il momento di spegnere i riflettori e
fare un po' di silenzio. Anche il sonic stage
vuole riposare. Ed è proprio questo che faremo,
non prima, però, di aver ringraziato tutta la
folla accorsa fin qui da chissà quanti posti
diversi. Il popolo indie che con la sua varietà
di personaggi ha colorato le nostre strade,
invadendo la SDSM area per quattro giorni:
musicisti, artisti, giornalisti, poeti,
sognatori, beoni, fannulloni...
Tutti insieme, dal primo all'ultimo, siete più
di quanto avremmo potuto desiderare e non solo,
perché è anche e soprattutto grazie a voi che
SDSM va avanti e cresce da sette anni. Quindi,
niente, ancora un veloce cenno di intesa e
ringraziamento per salutarvi tutti dandovi
appuntamento al prossimo luglio. Quando
SDSMzero5 non sarà più un'idea folle, assurda,
difficile e testarda coltivata un anno intero,
ma un sogno nuovamente reale, lungo quattro
giorni, da bere ed assorbire dentro sé tutti
d'un fiato. Perché le stanze dei ricordi hanno
un disperato bisogno di essere riempite di
colori, dolciumi ed incantesimi, l'unico
carburante efficace per affrontare i tanti
lunghi inverni che incombono, minacciosi, ai
confini delle notti soniche.
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