«È come la
memoria fotografica del tuo
computer, se una volta hai visto
qualcosa, puoi ritrovarlo». Quando
la promessa la fa Marissa Mayer,
direttrice dei prodotti consumer web
di Google, c'è da crederci: chi
meglio del più diffuso motore di
ricerca di Internet può aiutarci a
trovare ciò che ci serve, purché sia
annidato tra le pieghe del nostro
computer?
La nuova trovata di Google
si chiama
Desktop Search,
un programmino (thin client,
direbbero i tecnici. Ed è
veramente poco invasivo, sta tutto
in 400 KByte) che
una volta installato sul Pc rovista
tra e-mail, documenti Office, i log
delle chat e la storia delle pagine
web visitate. Il tutto via
browser, tanto per mantenere il
"look and feel" del buon, vecchio
Google. Solo che invece che cercare
tra le risorse del Web trova i
tesori nascosti nel nostro hard
disk, file dimenticati ma che
potrebbero di colpo diventare
preziosi. La prima volta che il
programma viene lanciato deve
indicizzare tutto l'hard disk,
lavoro che può andare avanti tutta
una notte. Ma una volta preparato il
disco, ogni nuovo documento sarà
immediatamente aggiunto al database
e potrà essere trovato in un batter
d'occhio.
Col Desktop
Search, Google assesta un
altro duro colpo al rivale Microsoft,
che una volta tanto pare aver
trovato un avversario vero, capace
di mettere a segno botte micidiali.
Colpendo proprio dove fa più male; i
big del software sanno benissimo che
il nuovo terreno di scontro sarà
proprio la
ricerca dei documenti all'interno
del computer.
Tant'è vero che pochi mesi fa Bill
Gates in persona stupiva il mondo
con l'anticipazione che
Longhorn,
il sistema operativo che prenderà il
posto di Windows, avrebbe avuto nel
cuore un filesystem tutto nuovo,
chiamato WinFS. Che avrebbe dovuto
per l'appunto preoccuparsi di
aiutare gli utenti a ritrovare i
file che cercano in un batter
d'occhio, proprio come fa il Desktop
Search di Google.
Peccato che lo sviluppo di Longhorn
vada per le lunghe, e come
se non bastasse i migliori
programmatori di Windows sono stati
precettati d'urgenza per scrivere la
madre di tutte le pezze a un Windows
Xp sempre più colabrodo (cioè per
sviluppare il
Service Pack 2)
e così giocoforza il WinFs non sarà
pronto per
il lancio di
Longhorn,
previsto tra un paio d'anni,
lasciando campo libero a Google.
I progettisti Microsoft incassano lo
smacco e alzano la posta,
promettendo per il futuro non solo
WinFS ma tutta una panoplia di
sofisticatissimi strumenti di
ricerca tra i file. Finora però si è
visto pochino, anche se non sono
mancati spunti interessanti come
Implicity Query, un software
sperimentale che quando si usa
un'applicazione, per esempio Word,
si fa un giretto per l'hard disk e
presenta una lista di materiali -
musica, filmati, immagini, link,
email - che hanno attinenza con
quello che stiamo facendo.
Parafrasando una nota trasmissione
radiofonica potremmo definirlo un "dispenser
di stimoli elettronici quotidiani".
Mentre Microsoft promette, altri
fanno. Non solo
Google
ma anche Apple.
Tiger,
il sistema operativo della Mela che
sarà pronto almeno un anno prima di
Longhorn ha la sua brava versione di
WinFs, che si chiama
Spotlight. Un altro boccone
amaro per Gates, che pure si è
sbilanciato di persona a promettere
ricerche miracolose e ora rischia di
arrivare ultimo e perdere la faccia.
Bill non è tipo da perdonare le
offese, e contrattacca a tutto campo
invadendo il giardino di Google, le
ricerche sul Web: non è un segreto
che
Microsoft sta sviluppando un motore
di ricerca
per dar fastidio a Google. Che dal
canto suo ricambia la cortesia,
lasciando intendere che vuole
costruire un browser per insidiare
lo straripante dominio di Internet
Explorer.
Insomma, ne vedremo delle belle.
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