27 novembre 2004
L'incentivo per GPL-auto fa flop
Sandro Forlani

 

 

Non si può certo negare a questo governo una sua "perversa" coerenza.

Secondo Berlusconi e soci, tutto quello che è "piccolo" è "brutto".

Lo dimostra anche l'articolo della CNA (confederazione nazionale artigianato) che stigmatizza i freni posti dal meccanismo del credito d'imposta nell'applicazione dello sconto Governativo di 650 euro per ogni impianto GPL o Metano, montato sugli autoveicoli nei primi tre anni dall'acquisto.

Le piccole autofficine con uno o due dipendenti sono nell'impossibilità pratica di applicare lo sconto, mancando loro la forza economica per anticipare le somme da scontare.

Praticamente lo stesso problema chi si sono trovate di fronte le piccole ditte artigiane nell'anticipare lo sconto di 150 euro sul decoder digitale. Anche in questo caso gli incentivi sono stati sfruttati quasi esclusivamente dalla grande distribuzione.

Nel caso degli impianti sugli autoveicoli, il danno, oltre che per l'utenza, è stato sicuramente per l'ambiente, che non ha potuto usufruire di una consistente quota di trasformazioni, che con una più razionale applicazione della legge sarebbero state più numerose.

Sandro Forlani


 

Da www.CNA.it

L’INCENTIVO PER IL GPL FA FLOP.

Non decolla la trasformazione degli autoveicoli AIRA-CNA: troppo onerosa la formula del credito di imposta per gli installatori.

Gli incentivi per la trasformazione degli autoveicoli a Gpl e metano non funzionano. E creano problemi consistenti alle piccole imprese di autoriparazione. A denunciarlo è l'AIRA-CNA che sottolinea come la formula del credito di imposta a carico delle imprese installatrici a cui si sottopone il godimento dell'incentivo, sta rendendo inefficace il provvedimento. «In sostanza le piccole imprese non ce la fanno a sostenere l'incentivo di 650 euro a impianto previsto dalla legge 239/2004. Un finanziamento, questo, che si traduce in uno sconto ai proprietari sul prezzo del listino, posto però interamente a carico degli installatori, seppure sotto forma di credito di imposta», spiega Ettore Cenciarelli, Segretario Nazionale di AIRA-CNA. I titolari delle imprese di autoriparazione, quindi, si rifiutano di montare questo tipo di impianti, a discapito dell'utenza e degli effetti benefici di cui avrebbe potuto godere l'ambiente. Secondo i calcoli dello stesso ministero delle attività produttive se una piccola impresa di due dipendenti istalla 15 impianti al mese, a fine anno può raggiungere un onere che supera gli 89 mila euro. «Un'enormità che rende di fatto non conveniente effettuare tali lavori», insiste Cenciarelli. Eppure le imprese di autoriparazione avevano salutato con soddisfazione l'estensione da uno a tre anni, a partire dalla data di acquisto dell'autovettura, degli incentivi per il passaggio a Gpl e metano. Un provvedimento disposto, lo scorso agosto, dalla legge sul riordino energetico. Entrata in vigore a fine settembre, la legge, finanziata per 4,5 milioni di euro per il 2004, sulla carta avrebbe dovuto favorire un boom nell'istallazione di impianti a Gpl e metano, tenuto conto anche del consistente aumento del prezzo della benzina. «In realtà a fronte delle richieste da parte delle persone fisiche e giuridiche proprietarie delle vetture, come prevede la legge in questione», aggiunge, «il boom non c'è stato. Una situazione paradossale, questa, perché di fatto dopo aver creato la domanda, si è allo stesso tempo messo in catene l’offerta». Ma non è tutto. «Molto spesso quando il credito di imposta è molto consistente rispetto alla dimensione dell'impresa, il fisco procede all'accertamento della contabilità dell'azienda», chiarisce Rosario Mancino, titolare di un'impresa di autoriparazione e membro della direzione dell'AIRA-CNA, «una possibilità che onestamente crea ulteriori malumori e rende la faccenda ancor più antipatica». Per sbloccare la situazione, secondo AIRA-CNA, però, basta poco. È necessario trasferire lo sconto erogato sotto forma di credito di imposta ai soggetti più forti e strutturati della filiera. «proponiamo di trasferire lo sgravio ai soli produttori o ai grandi distributori. Imprese più grandi e strutturate, quindi, in grado di ammortizzare con facilità cifre che per le piccole aziende sono insopportabili da anticipare», chiarisce Cenciarelli. Questa correzione, secondo AIRA-CNA, rimuoverebbe l'ostacolo che impedisce alla legge di funzionare. «E consentirebbe di centrare gli obiettivi di salvaguardia dell'ambiente e di risparmio energetico», conclude Cenciarelli.

 

 

 

    

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