Non si può certo negare a questo governo una sua
"perversa" coerenza.
Secondo Berlusconi e soci, tutto quello che è
"piccolo" è "brutto".
Lo
dimostra anche l'articolo della CNA
(confederazione nazionale artigianato) che
stigmatizza i freni posti dal meccanismo del
credito d'imposta nell'applicazione dello sconto
Governativo di 650 euro per ogni impianto GPL o
Metano, montato sugli autoveicoli nei primi tre
anni dall'acquisto.
Le
piccole autofficine con uno o due dipendenti
sono nell'impossibilità pratica di applicare lo
sconto, mancando loro la forza economica per
anticipare le somme da scontare.
Praticamente lo stesso problema chi si sono
trovate di fronte le piccole ditte artigiane
nell'anticipare lo sconto di 150 euro sul
decoder digitale. Anche in questo caso gli
incentivi sono stati sfruttati quasi
esclusivamente dalla grande distribuzione.
Nel caso degli impianti sugli autoveicoli, il
danno, oltre che per l'utenza, è stato
sicuramente per l'ambiente, che non ha potuto
usufruire di una consistente quota di
trasformazioni, che con una più razionale
applicazione della legge sarebbero state più
numerose.
Sandro Forlani
Da
www.CNA.it
L’INCENTIVO PER IL GPL FA FLOP.
Non decolla la trasformazione degli autoveicoli
AIRA-CNA: troppo onerosa la formula del credito
di imposta per gli installatori.
Gli incentivi per la trasformazione degli
autoveicoli a Gpl e metano non funzionano. E
creano problemi consistenti alle piccole imprese
di autoriparazione. A denunciarlo è l'AIRA-CNA
che sottolinea come la formula del credito di
imposta a carico delle imprese installatrici a
cui si sottopone il godimento dell'incentivo,
sta rendendo inefficace il provvedimento. «In
sostanza le piccole imprese non ce la fanno a
sostenere l'incentivo di 650 euro a impianto
previsto dalla legge 239/2004. Un finanziamento,
questo, che si traduce in uno sconto ai
proprietari sul prezzo del listino, posto però
interamente a carico degli installatori, seppure
sotto forma di credito di imposta», spiega
Ettore Cenciarelli, Segretario Nazionale di
AIRA-CNA. I titolari delle imprese di
autoriparazione, quindi, si rifiutano di montare
questo tipo di impianti, a discapito dell'utenza
e degli effetti benefici di cui avrebbe potuto
godere l'ambiente. Secondo i calcoli dello
stesso ministero delle attività produttive se
una piccola impresa di due dipendenti istalla 15
impianti al mese, a fine anno può raggiungere un
onere che supera gli 89 mila euro. «Un'enormità
che rende di fatto non conveniente effettuare
tali lavori», insiste Cenciarelli. Eppure le
imprese di autoriparazione avevano salutato con
soddisfazione l'estensione da uno a tre anni, a
partire dalla data di acquisto dell'autovettura,
degli incentivi per il passaggio a Gpl e metano.
Un provvedimento disposto, lo scorso agosto,
dalla legge sul riordino energetico. Entrata in
vigore a fine settembre, la legge, finanziata
per 4,5 milioni di euro per il 2004, sulla carta
avrebbe dovuto favorire un boom
nell'istallazione di impianti a Gpl e metano,
tenuto conto anche del consistente aumento del
prezzo della benzina. «In realtà a fronte delle
richieste da parte delle persone fisiche e
giuridiche proprietarie delle vetture, come
prevede la legge in questione», aggiunge, «il
boom non c'è stato. Una situazione paradossale,
questa, perché di fatto dopo aver creato la
domanda, si è allo stesso tempo messo in catene
l’offerta». Ma non è tutto. «Molto spesso quando
il credito di imposta è molto consistente
rispetto alla dimensione dell'impresa, il fisco
procede all'accertamento della contabilità
dell'azienda», chiarisce Rosario Mancino,
titolare di un'impresa di autoriparazione e
membro della direzione dell'AIRA-CNA, «una
possibilità che onestamente crea ulteriori
malumori e rende la faccenda ancor più
antipatica». Per sbloccare la situazione,
secondo AIRA-CNA, però, basta poco. È necessario
trasferire lo sconto erogato sotto forma di
credito di imposta ai soggetti più forti e
strutturati della filiera. «proponiamo di
trasferire lo sgravio ai soli produttori o ai
grandi distributori. Imprese più grandi e
strutturate, quindi, in grado di ammortizzare
con facilità cifre che per le piccole aziende
sono insopportabili da anticipare», chiarisce
Cenciarelli. Questa correzione, secondo AIRA-CNA,
rimuoverebbe l'ostacolo che impedisce alla legge
di funzionare. «E consentirebbe di centrare gli
obiettivi di salvaguardia dell'ambiente e di
risparmio energetico», conclude Cenciarelli.
|