16 aprile 2005
Indifferenza su privatizzazione acqua
Nena Moretta

 

 

Se tra l'indifferenza generale dovesse passare l'idea che un bene comune può essere privatizzato

 

……allora sì che saremmo alla catastrofe del pianeta. Alla degenerazione morale. Sono le parole di Alex Zanotelli, nella lettera aperta “State con l'acqua o con i ladri d'acqua?” indirizzata a società civile, partiti politici, istituzioni, associazioni, cittadini comuni,pubblicata da Liberazione un mese fa.

 

Il bene comune di cui si parla è l’acqua e Alex Zanotelli è ispiratore della Rete Lilliput , gruppo di coordinamento nazionale formato dalle principali Associazioni e Campagne nazionali di stampo sociale che hanno lo scopo principale di far interagire e collaborare le miriadi di esperienze locali che nel nostro Paese cercano di lottare contro le disuguaglianze nel Mondo.

 

Nel giugno 2003 Zanotelli scriveva già, in vista del vertice WTO di Cancun, al presidente della Commissione europea Romano Prodi segnalandogli la sua preoccupazione per quella che si confermava una politica della Commissione fondata sulla liberalizzazione, deregolamentazione e privatizzazione dei servizi dell'acqua, totalmente opposta all'idea di un necessario "servizio pubblico europeo" dell'acqua. In effetti nel documento “Strategia per il mercato interno - Priorità per il periodo 2003-2006” del maggio 2003, la Commissione formulava proposte che palesavano una totale sudditanza a una scelta ideologica tesa a privilegiare le politiche della concorrenza e del libero mercato, affermando, ad esempio, che il settore idrico è un settore in cui potrebbero essere necessarie «nuove proposte», per ampliare quelle opportunità di mercato il cui potenziale è al momento limitato da numerosi enti (erogatori locali).

 

Oggi si conclude a Firenze il Forum dei movimenti e delle reti toscane che, tra l’altro, ha presentato una proposta di legge popolare per la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato della Regione Toscana e lanciato una campagna di raccolta firme in tutta la regione attraverso la costituzione del Comitato Promotore della legge d'iniziativa popolare. “L'acqua è una risorsa primaria essenziale alla vita. La disponibilità e l'accesso universale all'acqua sono obiettivi da perseguire in quanto garanzia di un diritto inalienabile” recita l’art.1 della proposta di legge.

 

E sulla gestione di questa risorsa primaria essenziale, in luglio scorso, il Tavolo Livornese contro le privatizzazioni aveva presentato un Dossier che, analizzando , attraverso i bilanci, i 5 anni di gestione in regime di Spa di ASA, l'azienda livornese che gestisce il servizio idrico integrato, aveva messo in evidenza la inadeguatezza di una tale modalità di gestione, considerato che sperperi e scarsa trasparenza avevano contrassegnato le attività dell’azienda.

 

Nel libro “Le guerre dell’acqua”, Vandana Shiva, tra i massimi esperti di ecologia sociale, avverte: “Le argomentazioni a favore della privatizzazione si basano per lo più sulle scadenti prestazioni delle strutture del settore pubblico. I dipendenti statali sono visti come personale in eccesso, responsabile della bassa produttività delle aziende idriche pubbliche. Il fatto che i risultati insoddisfacenti del settore pubblico siano dovuti in larga misura all’inaffidabilità delle strutture non viene preso quasi mai in considerazione.

 

Nella pratica, niente indica che le aziende private siano più affidabili. Anzi, di solito è vero il contrario. Non solo la privatizzazione non ha alle spalle un curriculum di successi, ma anzi ha una lunga storia di rischi e fallimenti. Le aziende private molto spesso violano gli standard operativi e praticano politiche dei prezzi ingiustificate…. Quando entrano in scena i giganti (ndr: le francesi Vivendi Environment e Suez Lyonnaise des Eaux), i prezzi dell’acqua lievitano.

 

A Sibic Bay, nelle Filippine, Biwater ha aumentato le tariffe idriche del 400%. In Francia le bollette sono cresciute del 150% ma la qualità dell’acqua è peggiorata; un rapporto del governo francese rivela che più di 5,2 milioni di persone ricevono “acqua batteriologicamente inaccettabile”. In Inghilterra le tariffe sono salite del 450%…La sospensione delle forniture è cresciuta del 50%. Intanto, i casi di dissenteria sono sestupiclati e la British Medical Association denuncia gli effetti negativi della privatizzazione dell’acqua sulla salute”.

 

Sempre nello stesso testo, Vandana Shiva mette in evidenza come, paradossalmente, le partnership tra pubblico e privato di norma implicano che fondi pubblici vengano messi a disposizione per la privatizzazione di beni pubblici. Recentemente il Presidente di Honduras Ricardo Maduro si è incontrato a Roma con il capo del governo Berlusconi e con i dirigenti della Segreteria Ministeriale della Cooperazione Italiana per concordare la partecipazione del capitale italiano al progetto Bahia de Tela che fa parte delle politiche di privatizzazione delle risorse naturali da parte del governo honduregno, dell’acqua innanzitutto, con l’intervento dello stesso Comune di Roma, attraverso la propria controllata ACEA S.p.A. e di terre e boschi con progetti finanziati dalla Banca Interamericana di Sviluppo (nell'ambito del Plan Puebla Panamá), dalla Banca Mondiale, dalla Banca Centroamericano di Integrazione Economica, etc. (.......).

 

Questi cenni ad un panorama internazionale di forzate e agguerrite manovre di multinazionali affamate di profitti nell’accaparramento della risorsa acqua sono utili, secondo chi scrive, a inquadrare la questione “furto del bene comune acqua” cui riferisce padre Zanotelli . Il 23 novembre scorso, una piccola battaglia delle “guerre dell’acqua” accennate sopra si consumava, con scarso clamore degli organi d’informazione locali, durante l’assemblea del Consorzio dei 136 comuni dell'Ato 2 Napoli-Volturno (comprendente tutta la provincia di Caserta e parte di quella di Napoli): veniva deliberato per una gestione mista del servizio idrico integrato,ovvero del 60% pubblico e del 40% gestito da privati.

 

La mobilitazione contro la privatizzazione, di cui si è scritto anche nel numero precedente della nostra rivista, ha visto il Nodo di Napoli della Rete Lilliput promuovere nel corso dell’ultimo incontro pubblico a Napoli del 7 gennaio la costituzione di un Comitato civico per la difesa dell'acqua, per difendere la cultura della gestione in house del servizio idrico integrato, promuovere la riconvocazione dell’assemblea del consorzio A.T.O. 2 in tempo utile (prima dell'apertura delle "buste" della gara di appalto sulla privatizzazione, prevista per il 7 febbraio) per ridiscutere la delibera del 23 novembre 2004; di aderire e/o promuovere eventuali ricorsi nelle sedi opportune.

 

A tutt’oggi, Salvatore Carnevale, referente del Nodo, lamenta di essere ancora in attesa delle posizioni reali rispetto alla condivisione della proposta di riconvocazione da parte delle istituzioni nonché dei partiti della Gad, ai quali è stata indirizzata una lettera aperta da associazioni e movimenti tra cui Riccardo Petrella (Segretario del Comitato Internazionale per il Contratto Mondiale sull'acqua), Emilio Molinari e Rosario Lembo (Vicepresidente e Segretario -Comitato Italiano Contratto Mondiale dell'acqua),Alex Zanotelli (Comboniano - Rete di Lilliput), Raffaella Bolini ( Arci Nazionale), Giorgio Riolo ( Presidente Associazione Punto Rosso), Marco Bersani ( Attac Italia),Maurizio Gabbiotti (Legambiente) (si può leggerla all’indirizzo http://www.socialpress.it/article.php3?id_article=697). In questi giorni a Caserta alcune associazioni hanno aperto un “cantiere” sul tema “Acqua: merce o bene comune?” in previsione di un dibattito pubblico da presentare prossimamente alla cittadinanza.

 

 

Per saperne di più:

www.leggepopolareacqua.it

www.contrattoacqua.it

http://www.geocities.com/livornosocialforum/

http://www.italia.attac.org/spip/rubrique.php3?id_rubrique=7

 

    

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