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21
novembre 2004 |
Ligabue, il lupo seguito in «dispersione» |
Sandro Forlani |
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Da sempre penso che, più conosco gli
uomini , più amo i cani ( ed i lupi).
Quando giro il nostro Appennino alla ricerca
di funghi, incontro spesso
cinghiali,fagiani,cani
selvatici,volpi,faine, e sono sicuro di di
aver "sfiorato" lupi, anche se loro sono
troppo intelligenti per farsi vedere troppo
facilmente e spesso da noi.
Così come sono certo della presenza
dell'orso Appenninico sui nostri monti,e la
storia "vera" di questi giorni, balzata
all'onore della cronaca, del lupo LIGABUE,
monitorato nei suoi chilometrici
spostamenti,dimostra come questi nostri
amici circolano numerosi e quasi invisibili
nelle nostre notti sprecate nel sonno,con
escursioni al di fuori dei luoghi dove è
documentata la loro presenza.
Orsi e lupi sono diventati animali
prevalentemente notturni,e chi può dargli
torto, per sfuggire alla pazzia umana fatta
di inquinamento,rumori,pesticidi,frenesia,
autovelox e quant'altro avvelena la vita
nostra e loro.
Così ,zitti zitti,fanno a piedi,anzi a
zampe, chilometri e chilometri passando
confini nazionali senza esibire alcun
passaporto,con percorsi che fanno invidia
persino ai Lerka Minerka, ( i nostri
camminatori appenninici, che possiamo
monitorare sul sito
www.lerkaminerka.com
) mentre noi, al massimo,ci vediamo
Discovery Channel su SKYtv.
Per chi nutre lo stesso interesse mio verso
questa romantica storia, ecco l'articolo del
Corriere della Sera su LIGABUE, lupo
solitario ed inoffensivo.
Sandro Forlani.
Ligabue è il primo lupo
italiano seguito in
«dispersione»
«Io e il lupo, insieme per
mille chilometri»
Da Parma alla Francia nel
Parco del Mercantour,
seguito grazie a un collare
satellitare: «È come se mi
telefonasse ogni giorno»
ROMA
- Alla
fine ce l’ha fatta, ha
varcato la frontiera, è
arrivato in
Francia, nel Parco di Mencantour.
E quel giorno, erano passati
ormai più di sei mesi e quasi
mille chilometri, Paolo Ciucci
ha sorriso davanti al suo
monitor:
Ligabue aveva battuto il
suo record, in solitario. Il
loro record: perché Ligabue è il
primo lupo italiano che se ne va
in giro da solo, in dispersione,
controllato per una distanza
così grande grazie a un
collare radiosatellitare
che manda
messaggini del tutto simili agli
sms. «È come se ci
telefonasse tutti i giorni per
dire dov’è» spiega Paolo Ciucci
che è un docente dell’università
di Roma «La Sapienza» e che da
febbraio insieme con il servizio
risorse naturali della provincia
di Parma sta seguendo passo
passo il lungo viaggio del lupo.
Che è solitario soltanto per
necessità.
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Coppia di lupi
in un parco
nazionale
bavarese (Afp)
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LIGABUE
- Tenera storia quella del lupo
Ligabue,
investito cucciolo di un
dieci o undici mesi sulla
tangenziale ovest di Parma
una sera piovosa dello scorso 24
febbraio. Sarebbe morto il
piccolo se non ci fosse stato il
pronto intervento di Gianmaria
Pisani, veterinario della
provincia di Parma. E non
sarebbe diventato un eroe se non
ci avessero pensato i
responsabili del progetto «Life»
dell’Emilia Romagna a chiamare
il dipartimento di Luigi Boitani
dell’università di Roma per
avere quel radiocollare di
ultimissima generazione e
cominciare un esperimento mai
fatto prima in Europa:
seguire le mosse di un lupo in
dispersione. Ovvero:
scoprire cosa fa e come si muove
un lupo lasciato solo e libero
di fare quello che vuole. Paolo
Ciucci è diventato il suo
tutore, da quel momento. Da
quell’11 marzo, per l’esattezza.
C’era la neve, tanta, quella
mattina e il piccolo Ligabue
aveva finalmente ripreso le
forze, accudito e nutrito con
carcasse di cinghiale e di
capriolo. Era tornato in forze
Ligabue, lo
sguardo da belva che non
perdona. Gli studiosi lo
lasciano lì quella mattina, in
mezzo alla neve del parco dei
Cento Laghi. E per i primi
quattro giorni Paolo Ciucci
ordina al collare di mandare sms
ogni venti minuti: Ligabue non
si muove, ancora
impaurito dal suo trauma.
Poi i segnali rallentano: ogni
quattro ore, prima, poi ogni
sei, ogni dieci, ogni dodici,
ogni ventiquattro. E il cucciolo
di lupo comincia a muoversi: il
crinale dell’Appennino
tosco-emiliano, i primi passi.
Dall’altra parte del monitor
Paolo Ciucci comincia a segnare
i punti su un grafico. E a
volare con la fantasia,
immaginando di essere in viaggio
con il lupo. Non ha mai smesso.
Non ha ancora smesso. Perché il
giovane Ligabue è ancora a
spasso da solo. Da marzo ad oggi
ha varcato passi e attraversato
autostrade. Ha lambito il
mare delle Cinque Terre, di
Camogli, di Rapallo. Si è
fermato a lungo nelle riserve
del Monte Antola (al confine tra
la Liguria e la Lombardia) e
delle Capanne di Marcarolo (tra
la Liguria e il Piemonte), ma
anche nel parco delle Alpi
Marittime e nella riserva della
valle di Pesio, lì dove gli
scienziati che studiano i lupi
sono riusciti a stabilire che
vivono ormai
branchi davvero stabili.
OLTRE MILLE CHILOMETRI -
Liguabue si è fermato a lungo in
queste riserve, ma non per
sempre. E Paolo Ciucci non ha
potuto fare a meno di immaginare
il suo cucciolo allegro e
divertito nella ricerca della
sua nuova casa. Della sua nuova
vita. Perché è certo che il
giovane Ligabue sta cercando un
assestamento sociale per
la sua vita da disperso. Cerca
un branco, sì, ma in fondo è
ancora giovane e si può
permettere di girare il mondo. E
poi, chissà, forse il piccolo
lupo vuole mettere su famiglia,
ma è ben raro che prima dei due
anni i lupi sentano l’istinto
della riproduzione. Ha varcato
passi (della Cisa e di
Lagostello) il giovane lupo che
si chiama Ligabue solo per la
tenerezza di Paolo Ciucci che lo
ha chiamato così in onore del
pittore. Il suo vero nome è una
sigla alfa-numerica: LM-15 che
sta per il quindicesimo lupo
maschio seguito a distanza da un
radiocollare in Italia. La
differenza è che gli altri
quattordici erano stati seguiti
per un tragitto di
quaranta-cinquanta chilometri al
massimo, mentre Ligabue
di chilometri ne ha fatti ormai
più di mille, anche se in linea
d’aria ne ha percorsi 350.
Ha varcato la frontiera con la
Francia alla fine del settembre
scorso ed è da allora che sta
facendo avanti e indietro sul
confine con l’Italia, per la
gioia del suo tutore che sta
sperimentando dal vero come i
lupi italiani e quelli francesi
abbiano le stesse origini e
abitudini, unica la razza,
il
Canis lupus. Chissà
quando troverà una famiglia.
Chissà se avrà voglia di trovare
anche una moglie. Le
informazioni del collare hanno
il limite dettato da una
batteria: si scaricherà nel
luglio del 2005. A voler
risparmiare energia al massimo
si potrà arrivare all’autunno.
Poi Ligabue rimarrà solo anche
con il suo destino.
Alessandra Arachi
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