10 ottobre 2004
A proposito di legalità
Guglielmo Caiazza

 

 

Credo che un tema di questa portata non meriti di passare in secondo piano e spero possa servire una mia testimonianza. Mi è già capitato di raccontare che sono telesino d’adozione essendo nato e cresciuto in un paese dalle parti della “famigerata Secondigliano”

All’inizio degli anni ottanta tale località era una tranquilla cittadina, perlopiù agricola, poco influenzata dalla vicina metropoli, con una qualità della vita non eccelsa, ma sicuramente sostenibile.

Negli anni in cui furoreggiava ovunque l’alleanza politica DC-PSI iniziò a succedere qualcosa, che dapprima passò inosservata, ma che via via provocò tanti e tali danni che ne compromisero per sempre la vecchia connotazione.

Infatti il diaframma che separa un tranquillo paesino di gente semplice da una caotica città-dormitorio, con una densità abitativa tra le prime d’Europa, è più labile di quanto si possa pensare.

Bastò un decennio di amministrazioni “distratte” , di tecnici comunali compiacenti, di vigili urbani sonnacchiosi che la metropoli sbucò da sottoterra come per incanto, si sollevarono ovunque alberi da 10-12 piani, casermoni da 40-50 appartamenti, la cui unica licenza era quella di uccidere una realtà poco prima certamente vivibile.

Ovviamente questa trasformazione in terra di conquista pareva avesse una regia occulta composta non solo dai “palazzinari senza scrupoli”, ma da ben altri interessi ed interessati, senza la cui benedizione non si muoveva betoniera, ma nessuno sembrava accorgersi di nulla.

In questa storia anche la componente di opposizione giocò un ruolo: semplicemente non giocando; ponendosi come primo obbiettivo la tranquillità del focolare domestico, lanciando ogni tanto un latrato alla luna che voleva dire “so che state combinando un macello, ma io tengo famiglia”. Fu il momento della sconfitta della politica e delle istituzioni. Segnali che dapprima vennero incompresi, poi sottovalutati ed infine, quando il tutto si trasformò in triste realtà, irreversibili.

Probabilmente, sicuramente, la realtà di Telese è diversa, però il gran parlare dell’argomento “legalità” , questi allarmi che arrivano da più parti mi sventolano davanti agli occhi il fantasma del passato, corsi e ricorsi storici schiacciano il tasto “rewind” della mia memoria e rivedo i pasteni di mele e sento l’odore dell’uva nell’aria, ma ecco che compaiono i giganti di cemento a sfracellare tutto, colate di asfalto che tumulano per sempre le “porche” di mele annurche.

E poi gente che cambia, le prepotenze subite, le regole del vivere in comune stravolte, la giustizia amministrata dagli “amici degli amici” e non dalla pubblica sicurezza

Non vorrei che il secondo tempo della mia vita fosse un fac-simile del primo: è un film raccapricciante, non voglio rivederlo.

Quando leggo di criminalità, camorra, prevaricazione so di cosa si parla ed ho paura. Credo che l’amico Giuseppe Esposito, che non conosco, ma ne apprezzo quello che scrive e come lo scrive, abbia fatto bene a sottolineare che contro tali fenomeni, anche se solo “sentori”, bisogna elevare un argine per fare in modo da scoraggiare qualunque tentativo presente e futuro di corrosione del tessuto sociale di Telese, prevenire è meglio che curare. Non una, ma un milione di volte.

E poi se la nostra amministrazione le considera “cavolate” poco deve importare. La proposta presentata da Giovanni Liverini, del quale ho avuto modo di conoscere la grande rettitudine ed onestà che lo contraddistingue, è giusta e coraggiosa e deve essere portata avanti con o senza Amministrazione.

“La giornata della legalità” si può organizzare mobilitando partiti, associazioni e società civile, coinvolgendo anche le scuole e la componente cattolica di Telese, a rimarcare l’estrema importanza di un tema scottante dei giorni nostri, un tema verso il quale la nostra Amministrazione, purtroppo, non ha ritenuto opportuno esporsi, perdendo l’occasione di dare una dimostrazione di senso civico e di trasparenza.

Guglielmo Caiazza

 

 

 

    

Altri interventi sullo stesso tema


Per intervenire: invia@vivitelese.it