Nell’anno Mille fu costruita la cattedrale
longobarda di Telese, sotto il titolo di S.Croce
edificata a 500 passi fuori dalle mura: “
Cattedralis ecclesia tit. S. Crucis, veteris
structurae extra moenia civitatis ad 500 passua:
sita est.”.
In
questo secolo infatti si sarebbe avuta la
maggior valorizzazione da parte dei Longobardi
delle nostre terre. La cattedrale fu sede
vescovile e il primo vescovo di cui si tramanda
fu un certo Florenzo o Fiorentino. I Longobardi
entrati in Italia con Alboino stavano ancora
assediando Pavia, quando una parte di costoro
discese la penisola fino ad occupare Benevento
dove fu facile occasione scalzare i Goti e
prendere il possesso della città e in seguito
delle terre sannite.
L’architettura alto medievale italiana passò
dalle mani dei vecchi maestri romani a quella
dei Longobardi, i quali la trasformarono
radicalmente. Essi furono infatti coloro che
determinarono il sorgere ed il definirsi del
cosiddetto stile “romanico” , che ha a che fare
con i romani, tanto quanto il gotico ha a che
fare con i goti. Accanto alla basilica di
origine romana, dapprima centro commerciale,
sede giudiziaria o anche sala imperiale, che
aveva allora fatto nascere l’aula ecclesiale
tipica, i Longobardi svilupparono un altro tipo
di edifici, quelli a torre.
Si
trattò di una novità assoluta in campo
architettonico, in quanto né i romani, né i
greci avevano conosciuto torrette a scopo
cultuale. Oggi noi siamo portati a considerare
il campanile come un luogo da cui si può avere
un’ottima vista, costruito per far sentire anche
in lontananza le campane o per darci la nozione
del trascorrere delle ore. Niente di più
sbagliato. I nostri campanili furono introdotti
nell’architettura occidentale proprio dai
Longobardi che però non ne hanno la paternità.
Il
loro illustre albero genealogico affonda le sue
radici in un passato ben più remoto, che
annovera come prototipi fondamentali quelle
strutture megalitiche, nate in piena preistoria
e che prendono nome di “menhir”, pietre
monolitiche erette, che spesso raggiungono i
cinque metri di altezza. Anche gli obelischi si
possono considerare come appartenenti allo
stesso ceppo, unitamente alle colonne isolate
dei Sassoni (Irmensaulen) e di altre tribù
germaniche.Si trattava con ogni probabilità di
rappresentazioni in pietra del culto della
fertilità. I Menhir infatti non sarebbero altro
che raffigurazioni falliche in cui si voleva
rappresentare la potenza generatrice della
natura.
Questa origine primordiale delle torri sacre ci
apparirà poi del tutto evidente se consideriamo
l’altra grande novità introdotta dai Longobardi
nell’architettura: la cripta, probabilmente un
corrispettivo “femminile” della torre. Con ogni
probabilità tali ambienti avevano a che fare con
l’originario culto per i serpenti diffuso tra i
Longobardi e testimoniato a Benevento fin sulle
soglie del IX secolo. Inoltre nell’arte
longobarda il serpente ebbe sempre un valore
simbolico altissimo.
I
Longobardi ebbero una particolare predilezione
per la torre sia in forma quadrata che
poligonale, adoperate sia come campanili, sia
come torri di facciata semplici o accoppiate.
Nel 1349 un disastroso terremoto distrusse
Telese, il terremoto fu disastroso anche per
Montecassino(l’abbazia fu distrutta
completamente) e per Boiano ed Isernia.
Dopo questo, il 4 dicembre 1456, vi fu un altro
ancora più disastroso terremoto che sancì il
definitivo abbandono di Telese. I vescovi si
spostarono nella vicina Cerreto abbandonando la
sede vescovile e l’annessa cattedrale che entrò
nell’oblio e di cui rimane la sola torre ancora
oggi visibile sebbene spogliata dei suoi
rivestimenti che ne facevano un illustre modello
dell’ arte longobarda.
Gino Di Vico |