29 ottobre 2004
Lettera aperta al genero Federico
Ezio Esposito

 

 

Carissimo Federico,

domenica 7 novembre ci sarà l'elezione del nuovo presidente del circolo di Alleanza Nazionale di Telese Terme. Fino a quel giorno tu ricoprirai il ruolo di commissario straordinario del predetto Partito e, di norma, dovresti essere confermato presidente. Questa volta, spiace dirtelo, non sarà così. I tuoi "amici" di partito non ti eleggeranno perché sei segnato da un marchio d'infamia: forse di provenire da Portici, zona pericolosa di Napoli?. No. Forse di essere stato affiliato al clan Vollaro? ma No. Il marchio d'infamia che ti condanna è che sei il genero del reprobo: il sottoscritto. Non ti proporre candidato, Federico. Non dargli questa miserrima soddisfazione. Le manovre per affossarti sono in pieno svolgimento. Ricordi "La fattoria degli Animali?": si sono riuniti senza di te e hanno decretato: Federico kaputt.

Carissimo genero, voglio dirti qualcosa che non ti ho ancora detto. In famiglia eravamo 8 componenti con mia Madre; mio Padre aveva combattuto da alpino la prima guerra mondiale, poi aveva combattuto in Africa, in camicia nera, e mi raccontava con nostalgia le battaglie sull'Amba Alagi. Infine, per non darsi un dispiacere, insieme ai due figli maggiori aveva combattuto gli Alleati. Ferito, fu rimpatriato prima dell'8 settembre '45. Tre degli insegnamenti di mio Padre che ricorderò sempre: "a parola è strumento" e "a pasta e fasuli è nu pasto completo." "I soldi pubblici sono sacri perché rappresentano i sacrifici di chi lavora". E così, nella mia famiglia, si cresceva: a "pasta e fasuli" e buoni insegnamenti.

I Salesiani, Pio XI, in Roma, oltre che avermi guidato nella specializzazione di stampatore mi hanno insegnato l'onestà e la possibilità di indipendenza e di libertà che si conquista lavorando, lavorando, lavorando.

Federico, perchè ti racconto queste cose? Perché ti potrebbero spiegare la causa dell'ostilità che, trasversalmente, per colpire me, si manifesta nei tuoi confronti, in occasione dell'elezione del presidente di circolo di AN. C'è qualcosa che amici e nemici non ti perdonano: la coerenza.

Portare avanti il MSI, poi MSI-DN finché non si è giunti ad AN non è stato per nulla facile. Soprattutto all'epoca della strategia della tensione, della lotta armata, con i ragazzi del Fronte della Gioventù ammazzati semplicemente perchè affiggevano dei manifesti o bruciati come i fratelli Mattei.

Quando al partito della Destra tutto sembrava crollare addosso, Telese era il punto di riferimento per tutta la Valle Telesina e di ALTRI, MOLTO OLTRE!

Si faceva Politica a tutto campo; innumerevoli le manifestazioni: con ALMIRANTE in occasione del 50mo anniversario dell'erezione a comune autonomo di Telese; con RAUTI, il Procuratore della Repubblica e il Vescovo Metropolita in un convegno sulla diffusione della droga; con URSO e GASPARRI alla presentazione del loro libro "L'Età dell'Intelligenza" al Circolo Tricolore; con ALEMANNO su "Politica e Società". Per non dire delle innumerevoli associazioni civiche con il MSI presente come uno degli assi portanti (non venduto!); la "Colomba", per mettere fine all'"Impero Romano" che favorì la corsa di Peppino Di Mezza a Sindaco.

Poi le cose sono cambiate, com'era giusto che cambiassero, dopo l'implosione del Comunismo, dell'Urss e con l'irrompere di Mani Pulite nel consociativismo mariuolo tra DC e PCI.

Nessuno, però, aveva previsto che la nuova era avrebbe stravolto ogni vecchio valore e conservato, imperterriti, i mariuoli!

Per tornare a noi, carissimo genero, ci sono voluti cinque lunghi anni di processi per assolvere il DC Antonio Gava, rappresentante massimo della cosiddetta Corrente del Golfo e più volte ministro della Repubblica, con amicizie strettissime nella nostra Telese, dall'accusa di collusione con la malavita organizzata. Si da il caso che da noi la risacca della corrente del golfo, che alcuni danno per scomparsa, io la sento più forte di prima! Ho letto in una locandina: "Verità, silenzio, omicidio: I SOLDI COMPRANO TUTTO".

Spero, dunque, di essere stato chiaro: a te caro genero, la decisione di scegliere la strada che intendi percorrere.

Voglio che tu sappia, comunque, che nessuno mi ha mai potuto comprare e che nulla devo ad alcuno. Quando saranno grandi dillo ai miei amatissimi nipoti. Ti abbraccio.

Ezio

 

 

    

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