24 agosto 2004
Risposta a: "Io sono comunista perché..."
Ezio Esposito

 

 

..."La pura verità, evidente per chi vuole vederla, è che l'Occidente in generale e gli Stati Uniti in particolare hanno creato la più grandiosa macchina economica che l'uomo conosca.

 

Il comunismo, il sistema che promette ricchezza per tutti, ha in pratica trasformato l'abbondanza in scarsezza, il sovrappiù in mancanza e la ricchezza in miseria. La Russia zarista era un'importante esportatrice di grano,tanto che la chiamavano la cesta del pane d'Europa; ora la sua agricoltura è la malattia della cesta. Oltre il 30% della sua forza-lavoro è occupato nei campi, mentre negli USA è soltanto il 3 per cento: eppure l'URSS deve importare decine di milioni di tonnellate di grano per nutrire il suo popolo.

 

Il "miracolo economico" della Cina, che ingenui corrispondenti occidentali hanno esaltato per anni, si è ora rivelato un affare posticcio. Il "Quotidiano del Popolo" di Pechino ha ammesso di aver pubblicato molti articoli falsi e ingannevoli per fare apparire le cose migliori. Oggi la Cina riconosce che il popolo dispone di mene grano e riso di vent'anni fa. In Cambogia la campagna di "purificazione" dei Khmer Rossi ha portato alla virtuale distruzione di tutte le forme di civiltà moderna, un ritorno letterale alla barbarie.

 

La quantità di cambogiani sacrificati sull'altare dell'ideologia ammontava a milioni, anche prima della più recente invasione vietnamita . Dovunque vi è un paese diviso, la parte libera prospera. I tedeschi occidentali sono ricchi due volte di più di quelli orientali, i cinesi liberi tre volte rispetto ai cinesi comunisti. Gli Stati Uniti producono il doppio dell'Unione Sovietica. Nel complesso, l'Occidente produce quattro volte di più del blocco sovietico. Il Giappone, vicino all'URSS e con meno della metà della sua popolazione, un sessantesimo del suo territorio e scarsissime risorse naturali, ha buone prospettive di sorpassare L'Unione Sovietica nella produzione. La bancarotta economica del comunismo lo ha costretto a chiedere aiuto all'Occidente.

 

Quantunque si sia vantata a lungo dei propri successi, fin dagli Anni Venti l'URSS dipende economicamente dall'Occidente. Trovatosi di fronte al caos economico postrivoluzionario, lo stesso Lenin invitò le fabbriche occidentali a impiantare "concessioni" economiche; La mossa fu salutata come "coesistenza pacifica" nell'Occidente, ma Lenin la spiegò in modo diverso affermando a una riunione del partito comunista:"Le concessioni non significano pace con il capitalismo, ma guerra su un nuovo piano".

 

Le fabbriche occidentali abboccarono all'amo, accorrendo numerose e avide per sfruttare quello che consideravano un ricco, nuovo mercato. Furono accordate più di trecento "concessioni" e verso il 1930, secondo un'analisi approfondita, ogni importante sviluppo industriale nell'Unione Sovietica era derivato dalla tecnologia occidentale. Ma appena i sovietici ebbero carpito il capitale e la tecnologia di cui abbisognavano, costrinsero le ditte occidentali ad andarsene.

 

Nel 1933 non vi erano più concessioni industriali straniere. Tuttavia in quel breve periodo di "coesistenza" economica il contributo Occidentale all'industrializzazione russa fu così largo che nel 1944 lo stesso Stalin commentava che i due terzi dei grandi complessi industriali dell'URSS erano stati costruiti con assistenza americana. Tale assistenza continuò durante la Seconda Guerra Mondiale, quando gli USA inviarono nell'Unione Sovietica aiuti per un valore di undici miliardi di dollari con il Lend-Lease.

 

Dopo la guerra la ricostruzione dell'URSS fu raggiunta in larga misura saccheggiando la Germania conquistata. Stabilimenti industriali che valevano dieci miliardi di dollari furono smontati trasportati e rimontati. Tra essi vi era il fior fiore, come la fabbrica Karl Zeiss (strumenti ottici di precisione), l'industria automobilistica Opel e lo stabilimento di Nordhausen dei missili V-2,che servì di base ai programmi dello SputniK sovietico.

 

Complessivamente Stalin si impossessò di oltre il quaranta per cento della capacità industriale della Germania del 1943. Né tralasciò di prendersi il talento creativo della Germania: seimila scienziati, ingegneri e le loro famiglie, in tutto ventiseimila persone, vennero trasferiti in una sola notte. Ma quando deve reggersi da sola l'URSS diventa un incubo per l'economista. Nel 1969 Breznev inviò una lettera riservata al Comitato Centrale specificando la disperata situazione dell'industria.

 

Il petrolio, quasi metà del commercio estero, si sta esaurendo; la Siberia, potenzialmente ricca di risorse, resta inaccessibile e proibitiva. Il tasso di crescita della forza-lavoro si sta contraendo e molti di coloro che ora diventano maggiorenni sono i musulmani poco istruiti dell'Asia Centrale sovietica. Le indicazioni prevedono un più lento tasso di crescita nel futuro. Il sistema economico comunista, fortemente centralizzato, con i suoi limitati incentivi, è incapace di generare nuove tecnologie creative al ritmo dell'Occidente".

 

PS.:Il primo navigatore che leggendo questa pagina ne indovina l'Autore riceverà in dono tre volumi riguardanti la storia di Telese.

 

Ezio Esposito.

 

    

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