La
politica delle “puerili” circostanze e della
congegnata macchinazione anti sviluppo e anti
progresso. Il Sannio gran maestro della ‘cyber
politic’.
Di
Rosario Lavorgna
Il
Sannio principe del Foro, imperatore indiscusso
delle diatribe verbali inconcludenti e
anacronistiche, sommo Oracolo di sventure per
l’uno e l’altro fronte, sofisticatissima
macchina anti sviluppo ed anti progresso,
Imbonitore unico di verità –dogmi imposte e
radicate in una società poco incline
all’iniziativa privata, per la quale la verità
era, è e sarà solo Roma, mentre la politichetta
locale s’accapiglia su risibili circostanze rese
lance acuminate per colpire questo e quello
indistintamente, procurando gioia e danaro solo
ad editori ed edicolanti.
Questo lancinante odio personale, prima che
politico, non solo ha portato ad ‘alzheimizzare’
lo sviluppo dell’intera area geografica, ma ha
fatto di peggio, creando i presupposti del
blocco totale dell’interlocutorio vero e
finalizzato allo sviluppo reale e tangibile di
un territorio in preda ai padri padroni di turno
che non hanno alcun interesse nella crescita
sociale ed economica, dovendo mantenere un
potere che altrimenti finirebbe con l’agognata
conquista.
E
allora inizia a piovere, a diluviare promesse di
benefici, di grandi opere, di lavoro, di una
vita dignitosa e meno disonorevole. In tutto ciò
il Sannio è gran maestro, dopotutto se si fosse
verificato almeno 10% di ciò che è stato
promesso dal 1999 ad oggi, il nostro territorio
dovrebbe essere una minuscola ma ricchissima
Svizzera del sud. Ma ciò non è avvenuto e non
avverrà in un prossimo futuro, almeno fino a
quando la politica, quella strana arte di
filosofare sulla la vita altrui, non cesserà di
essere unicamente ricettacolo di consensi reali,
a fronte di promesse virtuali.
Non è altro che una ‘cyber politic’, finalizzata
a combattere e combattersi vicendevolmente senza
infamia e senza lode, sapendo già in anticipo
che lo sviluppo voluto dal popolo sovrano è
impraticabile perché impatta con gli interessi
elettorali dei partiti e della partitocrazia, la
vera ed unica sovrana di questa strana ma
affabile democrazia. |