15 novembre 2004
Un TG5 ritoccato al servizio del regime
Varie fonti

 

 

 

 

 

 

 

 

IL SABATO DEL VILLAGGIO

un tg ritoccato AL SERVIZIO DEL REGIME

da La Repubblica di GIOVANNI VALENTINI

La sostanza delle cose, la loro verità è quasi sempre diversa da quello che viene comunemente percepito. (?) Le intenzioni vere sono diverse da quelle dichiarate. (da "Il passato è una terra straniera" di Gianrico Carofiglio ? Rizzoli, 2004 ? pag. 90).

Enrico Mentana non è il primo e non sarà l´ultimo direttore di giornale sollevato, rimosso, estromesso, insomma licenziato, dal suo editore. Tredici anni, del resto, sono un periodo più che congruo per giustificare un avvicendamento e un ricambio alla guida di una testata importante come il Tg5. E poi, se lui stesso ha resistito per tanto tempo alla direzione, vuol dire che riteneva l´incarico compatibile con la sua professionalità e la sua autonomia: tant´è che per ora ha deciso di rimanere a Mediaset in qualità di direttore editoriale. Non era un eroe della libertà di stampa, prima; non è il caso di farne un martire, adesso.

D´altra parte, quello tra editore e direttore responsabile è un rapporto prettamente fiduciario: per cui una legittima proprietà ha tutto il diritto di cambiare come e quando lo ritiene opportuno o necessario, anche indipendentemente dai risultati, dai meriti o demeriti di chi guida un giornale. Non a caso, nel contratto nazionale di lavoro dei giornalisti, c´è un articolo che prevede uno specifico istituto e una relativa indennità per il direttore che viene destituito. Nessuno può mettere in dubbio, quindi, che in questo caso Mediaset abbia agito nell´ambito delle sue prerogative.

È stato lo stesso Mentana, peraltro, a evitare accuratamente qualsiasi vittimismo accettando la nuova proposta - ritenuta "soddisfacente", come ha dichiarato ieri ad Antonio Dipollina nell´intervista per Repubblica - che ha ricevuto dall´azienda. Auguri, allora, al direttore uscente e auguri anche al direttore entrante, quel Carlo Rossella che alla guida di Panorama è passato alla storia della carta stampata per aver restituito i capelli a Silvio Berlusconi, ritoccando una foto della sua pelata in copertina. Prima del settimanale della Mondadori, non aveva forse già diretto il Tg1 e La Stampa di Torino? E ancora prima, come abbiamo ricordato qui qualche settimana fa, non aveva scritto nel 1978 con Antonio Padellaro la sceneggiatura del film di Roberto Faenza - intitolato profeticamente "Forza Italia!" - sui fasti del vecchio regime democristiano?

Da un regime all´altro, ora alla direzione del Tg5 Rossella avrà modo di ripetere quel grido ogni giorno e ogni sera, attraverso il video, se lo vorrà. Staremo, appunto, a vedere e a sentire. Per il momento, di fronte a un cursus honorum che passa per la Rai e per la Fiat, non abbiamo motivo però di escludere in partenza che il nuovo direttore possa comportarsi in modo più o meno corretto e professionale come il suo predecessore. Non sarà un pregiudizio tricologico, per un innocente e caritatevole ritocco fotografico, a influenzare più di tanto il giudizio dei telespettatori e dei colleghi.

In realtà, l´aspetto che più sconcerta in questa vicenda non è tanto l´avvicendamento annunciato tra Mentana e Rossella, quanto la circostanza che a deciderlo sia il presidente del Consiglio. Qui lo scandalo, se così si può dire, sta nel fatto che la proprietà di Mediaset coincide con il governo della Repubblica. Sì, è vero che formalmente Berlusconi senior non ha cariche al vertice dell´azienda, ma via! Questo può essere forse un argomento buono per chi, come Mentana e Rossella, non crede al conflitto di interessi. Ma il padrone è sempre lui ed è assai improbabile che Berlusconi junior non l´abbia preventivamente consultato, interpellato, informato.

Assistiamo così a un altro atto del Regime Televisivo, in cui il premier licenzia da un telegiornale di sua proprietà perfino un direttore considerato troppo "soft", dopo aver già chiesto pubblicamente e ottenuto dalla Rai il licenziamento in tronco di Enzo Biagi, Michele Santoro e Daniele Luttazzi. Tutto ciò mentre il medesimo governo si appresta ad abolire la par condicio, a cui non credono né Mentana né Rossella. E mentre la Rai, come una nave senza nocchiero, va alla deriva con un Consiglio di amministrazione decapitato e delegittimato.

C´è qualcuno allora che può meravigliarsi se l´Onu decide di mandare in Italia un suo inviato speciale, il keniano Ambeyi Ligabo, per redigere un rapporto sulla libertà di stampa nel nostro Paese? C´è qualcuno pronto a credere che, in queste condizioni, l´avvento del digitale terrestre possa davvero favorire il pluralismo e la libera concorrenza in campo televisivo, come lo stesso Mentana replicava ancora qualche sera fa in un´intervista a Sky?

No, con tutto il rispetto per Rossella, non sarà eventualmente un tg ritoccato al servizio del regime a modificare la situazione.

Su iniziativa di Paolo Gentiloni, responsabile della Margherita per l´informazione, nei giorni scorsi si sono finalmente riuniti i 18 parlamentari del centrosinistra che fanno parte della commissione di Vigilanza, escluso il presidente Claudio Petruccioli, per discutere sulla crisi della Rai e sul vuoto di potere dopo le dimissioni del cosiddetto "presidente di garanzia".

E hanno deciso di prendere tre iniziative: 1) raccogliere alla Camera e al Senato quante più firme possibili sul documento con cui, già nel luglio scorso, l´Udc invitava alle dimissioni i quattro consiglieri di amministrazione superstiti; 2) chiedere una discussione nelle due aule parlamentari sulla crisi al vertice della Rai; 3) presentare il 24 novembre un nuovo documento per sollecitare il ministro dell´Economia, Domenico Siniscalco, a esercitare il diritto di revoca che gli viene attribuito dalla legge Gasparri.

Era ora che l´opposizione si decidesse a prendere l´iniziativa. Questa è tanto più opportuna e necessaria nel momento in cui si avvia la privatizzazione della Rai. Non si può evidentemente affidare un´operazione così delicata e complessa soltanto al ministro Gasparri né tantomeno al direttore generale, Flavio Cattaneo.

I casi sono due: o si tratta, com´è probabile, di una falsa privatizzazione, giusto per fare un po´ di cassa e lasciare le cose come stanno, cioè in mano al potere politico; oppure il centrodestra e quindi Mediaset intendono davvero privatizzare la Rai. In entrambe le ipotesi, però, il Parlamento non può rimanere escluso, emarginato, tagliato fuori. E quando si dice il Parlamento, s´intende sia la maggioranza sia l´opposizione, sia la Camera sia il Senato, sia l´onorevole presidente Casini sia l´onorevole presidente Pera.

(sabatorepubblica.it)


 

TV * Enrico Mentana dà l'addio al Tg5

Nell'edizione delle 20 il direttore-fondatore del notiziario di Canale 5 ha lasciato la direzione. Resterà in Mediaset. Al si posto, Rossella

 

La voce si rincorreva già da mesi (ciclicamente, forse, da anni) nel pollaio dell'informazione nostrana. Ma negli ultimi giorni - oggi in particolare - si era fatta quasi una certezza, rilanciata dalle agenzie: se ne andrà entro il week-end, dicevano.
Morale: Enrico Mentana (nella foto) poco fa, con un breve discorso, ha lasciato la direzione del Tg5. Il telegiornale della rete ammiraglia Mediaset, che dirigeva da 12 anni e che ha fondato. Con lui dovrebbe andarsene anche il vicedirettore Lamberto Sposini.
Visibilmente commosso, con la voce rotta dall'emozione, Chicco Mitraglia, com'è da molti soprannominato per la sua parlantina veloce, ha pronunciato un discorso breve e conciliante nei confronti dell'editore. Ed era prevedibile. Anche se in interviste rilasciate nei giorni scorsi (l'ultima a La stampa) ha tenuto a precisare che lasciava non certo per sua volontà.
Durante Striscia la notizia, il tg satirico che seguiva l'edizione delle 20 del notiziario, Ezio Greggio ha parlato di "dimissioni", salutando poi l'ormai ex direttore e ringraziandolo per "l'indipendenza con cui ha sempre diretto il Tg5".
Mentana resterà in Mediaset, non si sa ancora al momento con quali incarichi. Al suo posto, nel valzer delle poltrone che contano, dovrebbe arrivare presto Carlo Rossella, direttamente da Panorama.
VipLine.it
11/11/2004
 

    

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