di
CARLO PASCARELLA
Milioni di euro investiti qua e là in
insediamenti produttivi, miliardi di vecchie
lire riciclati senza alcun problema in attività
commerciali: è questa l’essenza dell’impero
creato dal clan dei Casalesi a Telese Terme.
Sì, una terra finora inesplorata è al centro
delle ultime operazioni di riciclaggio della
cosca di Francesco Schiavone “Sandokan” ed è
anche al centro di un’inchiesta della Dda di
Napoli con gli investigatori che ritengono
legato proprio alla lotta di potere maturata
nell’ambito di quest’operazione l’omicidio del
ras emergente Valentino Pellegrino, ucciso nel
2000.
I
magistrati dell’Antimafia stanno indagando
nell’ambito soprattutto del settore edilizio: i
soldi degli affari sporchi sono stati riciclati
soprattutto attraverso l’acquisto di cementifici
nel Beneventano e soprattutto a Telese Terme.
Qui fu assassinato l’ex esponente dei Casalesi
Pellegrino che nella città beneventana aveva il
soggiorno obbligato e che probabilmente stava
cercando di mettersi in proprio a livello
estorsivo nella nuova zona d’interesse della
“cupola” casalese.
Già il pentito Dario De Simone nel 1997 rivelò
ai giudici le mire espansionistiche nel
Beneventano del clan e Domenico Frascogna, altro
collaboratore di giustizia. rivelò addirittura
che il fratello di Sandokan, cioè Walter
Schiavone, investì ben 850 milioni di lire
acquistando un’impresa di calcestruzzi a Telese.
Nell’informativa della procura antimafia di
Napoli che ricostruisce |
gli affari beneventani
del clan si
legge testualmente: “Nei primi mesi
del 2000, per l’esattezza il 22 marzo 2000, fu
commesso, da persone allo stato ignote, proprio
a Telese Terme, l’omicidio di Valentino
Pellegrino,
esponente di rilievo dei Casalesi
che in quel comune aveva fissato la residenza:
si ritiene che l’omicidio maturò per uno
sconfinamento di Pellegrino nei traffici
illeciti”.
Importanti le dichiarazioni di De Simone: “Il
nostro gruppo dei Casalesi era in buoni rapporti
con il clan camorristico dei Pagnozzi che
orbitano con le loro attività criminose nelle
zone di Benevento ed Avellino. Devo anzi
aggiungere che il nostro gruppo si interessava
anche delle estorsioni che avvenivano nel
Beneventano, nel senso che per taluni lavori
particolarmente importanti provvedevamo a
richiedere le tangenti alle imprese e poi
provvedevamo a dividerle anche con i Pagnozzi”.
Poi il pentito Frascogna: “Un’altra proprietà
dei Casalesi è una calcestruzzi che si trova a
Telese che fu rilevata da Walter Schiavone nel
1992 per un importo di 850 milioni. Schiavone
aveva necessità di avere la disponibilità di una
calcestruzzi in quella zona poiché i Casalesi
stavano in quel periodo facendo molti lavori,
pubblici e privati, che necessitavano di
continui rifornimenti di calcestruzzl, a Telese
sono stato presente spesso perché incaricato da
Vincenzo Zagaria e da Walter Schiavone di
controllare l’intera situazione riguardante i
lavori pubblici e privati”. Un impegno
importante perché evidentemente ha fruttato
svariati miliardi al clan. |