2 ottobre 2004
Le liberate non ringraziano...ma poi ci ripensano
Davide Zoppi

 

 

1 ottobre 2004

Finalmente libere e salve. Finalmente Simona Pari e Simona Torretta sono tornate in Italia, riconsegnate alle loro famiglie e ai loro amici. Da molto in Italia non accadeva che si instaurasse un clima di così grande gioia ed entusiasmo ed è da tempo immemorabile che la politica delle polemiche e delle ripicche non passasse in secondo piano rispetto all'unità di intenti e alla concordia nazionale. Maggioranza e opposizione sono state unite in tutti questi giorni di prigionia delle Simone, proprio per facilitare le trattative e non dare carta bianca ai terroristi che, dinanzi ad un Paese dilaniato e diviso da questioni di parte, non avrebbero perso tempo ad ucciderle o a prolungarne e complicarne la liberazione. Questo ci insegna che, di fronte al terrorismo, tutto il Paese deve essere unito e dire no.

Quello che lascia perplessi e a dir poco stupefatti, sono state le dichiarazioni delle due giovani il giorno seguente la liberazione. Simona Pari, dalla sua casa di Rimini, ha detto che vorrebbe ritornare in Irak ed ha avvertito i giornalisti presenti di non dimenticarsi di cosa sta accadendo in quel Paese, aggiungendo che concretamente lo si potrebbe aiutare ritirando il nostro contingente militare. Simona Torretta con accanto il Sindaco Veltroni in Campidoglio a Roma, dinanzi ad una folla osannante che sventolava bandiere della pace, ha espresso vivi ringraziamenti alle comunità islamiche, agli italiani, ai pacifisti e alla sua associazione "Un ponte per...". Mah...Qui manca qualcuno!

Chi ringrazia il Governo e la Croce Rossa Italiana? Certamente i Paesi musulmani moderati, in primis la Giordania del Re Abdallah, hanno dimostrato di poter e saper collaborare con l'Italia, certamente gli italiani le hanno attese con grande speranza...Ma per lo meno ci aspettavamo un grazie anche al Governo e al Presidente Berlusconi, che tanto si è speso, con tutte le collaborazioni messe in campo, per la loro liberazione. Saranno certamente pacifiste e probabilmente antiberlusconiane, ma che diamine, almeno un ringraziamento per avere salvato loro la pelle! Non si pretendono da loro encomi pubblici e massima riconoscenza, ma si esige almeno la buona educazione.

Peccato che la riconoscenza pubblica avvenga il giorno seguente la clamorosa gaffe delle due, le quali, in una conferenza stampa, leggono a voce un po' forzata i ringraziamenti anche a Governo «che avevamo già ringraziato privatamente al nostro arrivo a Ciampino» e alla Croce Rossa. Ma come mai se ne erano dimenticate? Un lapsus froidiano? Una dimenticanza dovuta al clima di gioia e di festa, oppure un disegno precostituito? Come mai ringraziamenti pubblici a tutti ma non a coloro che le hanno liberate? Nell'attesa che si chiarisca questo giallo, certamente noi non dimenticheremo la clamorosa figuraccia e nemmeno i canti e i balli con Veltroni e i pacifisti, dove la bandiera arcobaleno sventolava in quella lunga notte romana.

Davide Zoppi

zoppi@ragionpolitica.it

 

    

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