Luigi Rotondi: «No alla ‘copia’ dell’Assunta»
Il
7 novembre a Naremburg (Australia) sarà
collocata una statua lignea. Così il consigliere
di opposizione
L’anticipazione: «Una mozione per approfondire
la discussione in una seduta consiliare»
A
rompere il silenzio è Luigi Rotondi, consigliere
comunale di opposizione. Il suo è un forte «no»
rivolto ad un’iniziativa che si svolgerà a breve
in terra australiana. Parliamo di una statua
raffigurante Maria SS. Dell’Assunta (una copia
di quella che si venera a Guardia Sanframondi)
che sarà posizionata nella chiesa di San
Leonardo a Naremburn (nella foto).
L’appuntamento è in programma per domenica 7
novembre: qualche settimana addietro, da parte
di Vittorio Del Vecchio presidente
dell’associazione guardiese Comitato Pro
Assunta, è stata inviata dall’Australia una nota
d’invito al sindaco della cittadina guardiese.
Un
invito in cui si parla dell’appuntamento che si
svolgerà da qui a poco meno di un mese... «Forse
come ben sapete - scrive Del Vecchio - una
statua dell’Assunta uguale a quella che abbiamo
nel nostro paese di origine, è stata
commissionata, tramite l’oreficeria Remo Del
Vecchio, e dovrebbe arrivare a Sydney per la
data sopra annunciata (il 7 novembre, appunto).
Ed è per questo che prendo l’occasione, a nome
dei guardiesi e di tutto il mio comitato, di
invitarla insieme a tutta la sua giunta comunale
a Sydney ed essere presenti, come nostri ospiti,
a questo evento così importante...». In merito
va menzionato un documento che il consigliere
guardiese Rotondi ha protocollato presso la Casa
Comunale, in data 8 ottobre (giorno in cui si è
svolta l’ultima seduta del consiglio comunale).
E nella nota ecco evidenziato: «L’ordine del
giorno è deludente».
Un
giudizio dettato da precisi motivi, tra cui,
appunto, la vicenda relativa alla «statua
australiana». «Durante i lavori del consiglio
comunale del 17 settembre fu stabilito che, a
breve termine, in una altra seduta consiliare,
sarebbe stata discussa la problematica inerente
la copia della scultura lignea, raffigurante la
Sacra Immagine dell’Assunta.... Ebbene, l’ordine
del giorno (il riferimento è all’ultima seduta
consiliare, ndr) non contempla tale problematica
che pure tiene in ansia - da circa un mese -
molti guardiesi. Non solo, ma ritornando sui
lavori del consiglio comunale del 17 settembre,
non c’è traccia del mio intervento, durante il
quale preannunziai il mio voto contrario
all’iniziativa dei guardiesi australiani».
E
siamo ad oggi. «Nell’incontro consiliare della
settimana scorsa, dove ho partecipato come
spettatore, non è stato discusso a fondo
dell’’iniziativa. E’ stato avanzato solo qualche
accenno della nota inviata dalla terra
australiana. Per quanto mi riguarda, in questi
giorni - spiega Rotondi - ho diffuso tra i
cittadini la nota che ho inviato all’attenzione
del sindaco guardiese proprio alla vigilia
dell’ultima seduta consiliare». Ma c’è ancora di
più: «A breve presenterò una mozione
all’attenzione dei vertici amministrativi per
chiedere sull’argomento una seduta consiliare
possibilmente aperta alla cittadinanza». Rotondi
tiene ad evidenziare un particolare aspetto: «La
nostra manifestazione di fede nei confronti
dell’Assunta si concretizza ogni sette anni con
i riti di penitenza. Un evento religioso unico
al Mondo». Unicità che «lega» la manifestazione,
il luogo e la statua.
«E’ unico il valore della nostra effige
dell’Assunta che rappresenta un qualcosa di
trascendentale che va al di là della sacralità
stessa dell’opera». E ricorda, in merito, un
caso verificatosi poco meno di trent’anni
addietro attraverso il quale intende far
cogliere l’importanza che la statua assume per
il popolo guardiese, e non solo. «Nel 1975,
allora rappresentavo un’associazione culturale,
si parlava di interventi di restauro della
statua. Ricordo che in quell’occasione portammo
avanti con successo un’azione per far si che
quei lavori si eseguissero in loco». Ed ecco
l’appello lanciato oggi: «Un appello a tenere
gli occhi bene aperti. Intendiamo conoscere a
fondo la questione, mossi dalla volontà di
capire come e dove nascono simili iniziative. Il
pericolo che si corre, a mio avviso, è grande.
Si tratta di una questione delicatissima che va
affrontata anche per difendersi dal pericolo di
distruzione della identità culturale, sociale ed
economica di un popolo». |