24 giugno 2005
Vicenda ATO e posizione UDEUR pop.
Liliana Naimoli

 

 

COMUNICATO STAMPA 23 Giugno 2005

Oggetto: Vicenda ATO

La vicenda relativa alla questione ATO non merita alcun tipo di strumentalizzazione. I Popolari-Udeur del Sannio saranno attenti a monitorare qualunque futura iniziativa riguardo alla gestione politica dell’acqua garantendo disponibilità ed impegno, in ogni sede ed a qualunque livello, per allontanare lo spettro di una strumentalizzazione utile solo a garantire pubblicità gratuita a chi pratica certi sistemi. Il partito dell’Udeur intende stigmatizzare d’ora in poi qualsiasi tentativo, palese o acculto, di spostare l’attenzione sulla presenza o meno di uomini del Sannio all’interno del CDA dell’ATO, rispetto all’analisi di una problematica vera quale quella della gestione delle acque. I Popolari-Udeur si attiveranno per evitare che il Sannio venga penalizzato favorendo, nelle sedi opportune e con modalità previste dalla legge, iniziative atte a risanare la spinosa questione della gestione dell’acqua.

Benevento, lì 23/06/05

Popolari-Udeur Provincia di Benevento


Il Sannio ed il Governo dell'acqua

Nel dibattito in corso sull'ATO, si può sottolineare con piacere un significativo scatto d'orgoglio da parte di quasi tutte le forze politiche ed una consapevolezza diffusa su una problematica specialistica ma essenziale per lo sviluppo delle nostre Comunità. A questo punto però è necessario focalizzare il dato autentico della questione ATO ovvero il ruolo del Sannio per il governo dell'acqua e per l'affidamento del servizio idrico integrato. E' questa la vera posta in gioco ed è su questo punto che la provincia di Benevento deve attrezzarsi per giocare la vera partita, pur lasciando sullo sfondo in caso di ostilità e prevaricazioni dei nostri diritti, la possibile istituzione dell'ATO Sannio. Le Tariffe, la qualità del servizio, i finanziamenti europei e le potenzialità in termini di sviluppo ed occupazione, dipendono innanzitutto dalla scelta del soggetto gestore e dal progetto strategico che tutti insieme saremo capaci di mettere in campo. Non è mia abitudine rivendicare primogeniture, tuttavia è opportuno evidenziare che quando ci fu lo sdoppiamento del vecchio consorzio ALTO Calore e la creazione della società Patrimoniale, il sottoscritto e tutti i sindaci del1'UDEUR furono contrari e denunciarono già nel 2003 proprio ad Avellino (con una conferenza stampa durante l'assemblea) il peso di quella operazione che avrebbe gravemente compromesso per il futuro ogni possibile mediazione tra Irpinia e Sannio. Occorre ricordare infatti che lo sdoppiarnento in due società del vecchio "Consorzio Alto Calore" determinò una soluzione "pesante" per i costi gestionali notevoli di due CDA. In altre realtà infatti, pur procedendo allo scorporo delle reti, oggi non più necessario alla luce delle recenti normative, non vennero create strutture così onerose per la collettività. Bastava seguire le indicazioni fornite all'epoca dalle circolari Ministeriali e dalle raccomandazioni del Comitato di Vigilanza dove si recitava: " . .. . .. .. . .. ... per il servizio idrico integrato non si deve dar luogo alla separazione della gestione del1e reti da quella del servizio. L'indisponibilità delle reti e degli impianti, derivante dalla loro natura di beni demaniali ai sensi del1'art 822 del Codice Civile, l'inalienabilità e l'impossibilità di farne oggetto di diritto a favore di terzi e di sottrarli alla loro destinazione sempre ai sensi del Codice Civile, comporta la disapplicazione di quanto previsto dal comma 13 dell'art. 113 del T.U. 267/00 cosi come modificato... ......” La creazione di ulteriori contenitori societari volti solamente alla detenzione della proprietà. senza nulla aggiungere alle modalità di attuazione del servizio idrico integrato contribuiscono, semmai, a dare luogo a costi aggiuntivi che inevitabilmente, andrebbero a ricadere sulla tariffa, quindi, sui cittadini.. .." Per l'affidamento del servizio invece sono indispensabili economie di scala, (il territorio del "Calore Irpino" infatti è molto vasto ed ha la più bassa densità abitativa - 148 abitanti per Kmq di tutta la Regione Campania) efficienza e controllo dei costi, che il Sannio più dell’Irpinia è in grado di garantire dovendo ancora avviare il processo di scelta o di individuazione ex novo del soggetto gestore Il personale attualmente previsto per la gestione a regime nell'ATO "Calore Irpino" è di 561 unità (dati del Piano d'ambito) oggi più di 450 sono solo dell' Alto Calore, con evidentissima incidenza sui costi operativi, elemento che grava direttamente sulla tariffa prevista alle attuali condizioni (Euro 1,12 - Metodo normalizzato D.M.1/8/96). Sul territorio dell' ATO l il gestore più importante è, come noto, l'Alto Calore Servizi che comprende 128 comuni. La "Gesesa" serve una decina di comuni sanniti tra cui il capoluogo, e i restanti comuni (circa 50) sono quasi tutti della provincia di Benevento gestiti direttamente in economia o con piccoli consorzi come il Cabib o il consorzio Fragneto. Nella realtà Sannita le gestioni comunali ed anche quelle industriali (vedi Gesesa), hanno una tariffa di gran lunga inferiore a quella prevista a regime. Peraltro gli investimenti da realizzare dovrebbero portare ad un incremento di sviluppo e di occupazione finalizzata e qualificata. E' alto ad esempio il fabbisogno di chimici, biologi e tecnici per depuratori, potabilizzatori, reti e serbatoi, rispetto a quelli attualmente presenti nel settore, E' chiaro quindi che se non ci attrezziamo per tempo finiremo inevitabilmente per subire, con seri dubbi di legittimità, il vecchio ex consorzio Irpino, in quanto i Sindaci Irpini e quelli in qualche modo già interessati della nostra provincia realizzeranno con la forza dei numeri ciò che fu impedito il 30 Giugno del 2003, (anche allora l’UDEUR fu in prima fila a difesa delle ragioni Sannite). La riorganizzazione del servizio idrico integrato è un problema di straordinaria complessità e difficoltà per i molteplici nodi di carattere interpretativo e normativo ancora irrisolti. Non deve essere assolutamente scontato perciò che l'Alto Calore servizi debba diventare il gestore dell'ATO l. In primo luogo perché non tutti i comuni dell'ATO vi aderiscono, poi perché l'affidamento in house (art. 113 comma 5 lett.c) è un ipotesi residuale, eccezionale che deve essere motivata da una comprovata ragione di interesse pubblico ed obbligatoriamente limitata nel tempo. Come si legge nelle recenti circolari governative, poi, la scelta deve anche determinare apprezzabili ritorni di carattere finanziario e di utilità per la collettività di riferimento anche sottoforma di minori costi per gli utenti del servizio. Tutti i requisiti richiesti dalla legge, uniti alla debolezza finanziaria dei soggetti preesistenti, ci inducono ad individuare altri percorsi previsti dalla legge come la Gara o la società mista. Tuttavia non è preclusa la strada ad un eventuale soggetto pubblico, ma se deve essere tale la scelta è importante valutare anche la creazione di un soggetto nuovo dove il Sannio possa giocare un ruolo da protagonista. Per aderire ad un percorso condiviso è necessario approfondire ancor di più le tematiche evitando logiche di schieramento e rilanciando un ruolo nuovo della Regione Campania a tutela delle zone interne, per la salvaguardia dei posti di lavoro (la Regione a quasi dieci anni dall’emanazione della legge 14/97 non ha ancora disciplinato le forme e modalità per il trasferimento dei lavoratori dei soggetti preesistenti) e per il ristoro alle nostre comunità, che attualmente danno acqua a Napoli e alla Puglia in nome di una solidarietà che grava sugli investimenti, sulle opere previste e di conseguenza sulle tariffe delle nostre realtà.

Benevento, lì 23/06/2005

Dott. Fernando Errico

Consigliere Regionale della Campania

 

 

 

 

    

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