26 giugno 2005
Ticket sanitario, il parere di Errico
Liliana Naimoli

 

 

COMUNICATO STAMPA 25 Giugno 2005

 

La recente proposta del consigliere Iossa di introdurre un ticket di uno o due euro sulle prescrizioni farmaceutiche indubbiamente ha avuto il pregio di mettere all’attenzione la questione Sanità e soprattutto la questione economica in cui versa la Sanità. In questo campo vi è la necessità di procedere ad un discorso complessivo volto alla razionalizzazione delle spese sanitarie che non riguarda solo ed esclusivamente quella farmaceutica ma tutto il complesso sanitario a cominciare da quella ospedaliera che costituisce indubbiamente un gravame serio che deve essere legata ad una reale appropriatezza così come va effettuata una rivisitazione per quanto possibile sulle forniture con l’eventuale istituzione di un centro unico di spesa che possa rappresentare un utile meccanismo di controllo attraverso il contenimento dei prezzi.

 

Non ritengo che l’introduzione del ticket farmaceutico possa costituire uno strumento capace di determinare un serio arretramento delle spese sanitarie. Una simulazione condotta ad esempio su una A.S.L. di 300.000 abitanti potrebbe portare con un ticket di un euro/ricetta ad un introito di 2.500.000 di euro rispetto ad un fabbisogno reale di 340.000.000 di euro corrispondente a circa uno 0.5 %. Per non parlare poi della sperequazione tra i cittadini con un risentimento per le fasce socialmente più deboli per le quali quel ticket potrebbe rappresentare una sera limitazione alle cure. (Secondo i dati del CEIS la percentuale delle famiglie che cadono sotto la soglia della povertà a causa delle spese sanitarie è in Campania del 3,39% superata soltanto dalla Sicilia con il 4,10%).

 

Il discorso del deficit sanitario, quello reale e quello sommerso, richiede un approccio multifattoriale mettendo mano ad una rivisitazione completa della rete ospedaliera pubblica e privata attraverso l’approvazione del Piano Ospedaliero Regionale che oggi è in Commissione e attraverso il contenimento della spesa soprattutto dei beni sanitari che ha subito nell’ultimo quinquennio una triplicazione. Va indubbiamente tentato di rivedere il riparto del Fondo Sanitario Nazionale e di quello Regionale rispetto alle Aziende Ospedaliere ed alle A.S.L. Il nodo del deficit sanitario, in conclusione, va affrontato con serietà ed immediatezza senza strumentalità ma con la convinzione che è in gioco il futuro stesso della Sanità in Campania.

 

Benevento, lì 25/06/2005

 

Dr. Fernando Errico

Consigliere Regionale della Campania

 

 

 

    

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