Berlusconi: «Una data
storica». Prodi:
«Nei
prossimi mesi i governi dovranno
impegnarsi per ottenere la ratifica»
ROMA- Nella stessa sala - quella
degli Orazi e Curiazi in Campidoglio a
Roma - dove nel 1957 fu firmato il
Trattato della Comunità economica
europea, i rappresentanti dei 25 Paesi
dell'Unione hanno
firmato la nuova Costituzione europea.
«Una
data storica» per l'Unione
Europea, come l'ha definita il premier
italiano
Silvio Berlusconi, cominciata in
sala Giulio Cesare ascoltando l'inno
alla gioia. I capi di Stato e di governo
si sono alternati sul podio con i loro
discorsi. La costituzione di un'Europa
unita «è un bene» per il mondo intero, e
«uno strumento e una speranza di pace»,
ha detto Walter Veltroni, sindaco di
Roma e «padrone di casa» al Campidoglio
introducendo la prima parte della
cerimonia.
UTOPIA E REALTA' - «L'utopia» dei
padri fondatori «è diventata una
meravigliosa realtà», ha detto
Berlusconi ricordando quando «l'Europa
era spaccata in due» e «i
nostri popoli erano ancora divisi,
bisognosi di aiuto esterno,
impegnati in una difficile ricostruzione
economica e politica che si sarebbe
protatta per anni». Eppure - ha
osservato Berlusconi tornando al
dopoguerra e al '57- «qualcuno
già pensava con preveggenza e con
coraggio all'Europa del domani, a
gettare le basi per la riunificazione».
Quel processo d'integrazione europea -
nota ancora il presidente del Consiglio
- «nato tra molti scetticismi e riserve,
si è rivelato invece
la più proficua e duratura utopia del
secondo dopoguerra». |
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PUNTO DI PARTENZA
- Molti dei
discorsi si sono soffermati sul futuro
iter del processo di integrazione
europea: per il premier olandese Jan
Peter Balkanende «questa
nostra firma non è una conclusione, è
una nuova partenza». Anche per
Romano Prodi, presidente uscente
della Commissione europea, «la firma non
è un punto di arrivo.
Nei prossimi mesi i governi dovranno
impegnarsi per ottenere la ratifica
del nuovo trattato da parte dei
parlamenti o dei popoli: sono decisioni
che non possiamo dare per scontate».
«L'Italia sarà il primo Paese a
ratificare la Costituzione», ha detto
Silvio Berlusconi.
SUCCESSO - Parole trionfanti
anche dal presidente
dell'Europarlamento, lo spagnolo Josep
Borrell: «Torniamo
a Roma dopo aver scritto la storia di un
successo: la riunificazione del
continente, la pace tra le nostre
nazioni, l'integrazione delle loro
economie la solidarietà con le regioni e
i paesi più arretrati». E guardando al
futuro, il presidente designato della
Commissione Josè Manuel Durao ha
rilanciato la palla ai governi: «Adesso
tocca a loro ottenere la
ratifica del trattato
costituzionale» e «non si tratta di una
decisione che si possa dare per
scontata», dunque l'auspicio è che «i
governanti e i popoli d'europa» siano
ora «all'atezza delle sfide cui noi
tutti ci troviamo di fronte».
LE FIRME - Ultimati i discorsi
ufficiali nella sala Giulio Cesare, i
capi di Stato e di governo si sono
trasferiti nella sala degli Orazi e
Curiazi del Campidoglio. Sotto gli occhi
di
Carlo Azeglio Ciampi, i capi di
stato e di governo e i ministri degli
esteri si sono alternati alla scrivania
per firmare il Trattato costituzionale.
Il primo Stato membro a firmare è stato
il
Belgio, l'ultimo il
Regno Unito. Anche
Bulgaria, Romania e Turchia hanno
apposto la loro firma, ma non sulla
Costituzione, bensì solo sull'Atto
finale. La cerimonia si è conclusa con
una nuova esecuzione dell'inno alla
Gioia.
Costituzione Ue,
a Roma la storica firma
Stamane la cerimonia, in
Campidoglio i Capi di Stato e di
Governo dei 25 Paesi. Ratifica:
la Lega chiede il referendum
ROMA-
Comincia a
Roma la cerimonia per la
storica firma del trattato della
Costituzione europea. I
capi di stato e di governo dei
Venticinque
vengono ricevutiin
Campidoglio, nella sala degli
Orazi e Curiazi, quella dove nel
1957 nacque la prima Europa a
sei Paesi. Tradizione
vorrebbe che i trattati siano
sottoscritti nel Paese che
presiede il Consiglio nel
momento in cui essi vengono
concordati, in questo caso
l'Irlanda. Ma la capitale
italiana è stata scelta poiché
la Costituzione, se ratificata
da tutti i Paesi, prenderà il
posto dell'originario Trattato
di Roma. In ogni caso la nuova
Carta entrerà
in vigore a partire dal 2009,
per alcuni aspetti, e dal
2014 per altri. Fino a
quel momento l'Ue continuerà a
funzionare come oggi, con i
trattati in vigore. L'arrivo di
tanti leader politici e
isituzionali comporta ovviamente
un eccezionale dispiegamento di
forze di sicurezza:
settemila gli agenti
delle forze dell'ordine
impegnati. Le strade del centro
sono vietate alle auto e lo
spazio aereo sulla città è
interdetto a tutti i voli.
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RATIFICA IN
SALITA-
Il testo definitivo della
Costituzione è stato concordato
al summit di Bruxelles a metà
giugno, dopo mesi di
forti contrasti e lunghe
trattative. Ma dopo la
festa di domani in Campidoglio,
la strada non è terminata. Per
entrare in vigore l'eurocostituzione
necessita dell’accordo
di tutti gli Stati Ue:
senza le
ratifiche di tutti e 25 i
paesi (i 15 più i dieci nuovi
membri entrati nell'Ue a maggio
di quest'anno), la Carta
resterà congelata in un
limbo politico e giuridico.
Nelle ultime settimane in alcuni
Paesi è apparso concreto il
rischio che dei
referendum popolari boccino
il nuovo trattato
costituzionale. Il caso più a
rischio è quello della
Gran Bretagna: i sondaggi
indicano che i britannici sono
più contrari che a favore
(circa il 46% contro il 30%),
anche se il 20% è ancora
incerto.
Rischi anche in Danimarca,
dove quasi il 50% della
popolazione è indecisa e ci sono
forti correnti euroscettiche, e
in
Polonia. Fra gli altri
Stati che terranno
consultazioni, i sondaggi danno
gli eurofili in discreto
vantaggio in Francia, Irlanda,
Repubblica Ceca e Olanda.
Scontato appare il sì popolare
in
Spagna e Portogallo
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LA LEGA CHIEDE IL REFERENDUM-
In Italia
Berlusconi e Prodi hanno
raggiunto un'intesa che dovrebbe
consentire
un’approvazione fulminea del
disegno di legge di
ratifica del Trattato: al
termine del pranzo di gala
offerto al Quirinale per i capi
di Stato e di governo, il
premier riunisce a Palazzo Chigi
un Consiglio dei ministri
straordinario
per approvare il ddl. Ma
a spezzare l’idillio bipartisan
ci ha pensato la Lega. Fedeli al
comandamento impartito da
Umberto Bossi a Gemonio, i
ministri del Carroccio domani si
sdraieranno sui binari pur di
non far partire il treno della
ratifica. E promettono di votare
contro se gli alleati della Cdl
non prenderanno in
considerazione l’ipotesi di
indire un
referendum confermativo
sul Trattato. Ma la via scelta
dalla Lega è doppiamente
difficile. La
Costituzione italiana infatti
non prevede referndum per
la ratifica di trattati
internazionali. Per questo alla
vigilia della firma della Carta
europea, è partita in
commissione Affari
Costituzionali alla Camera
l'esame di una proposta di legge
di modifica costituzionale per
permettere di indire
il
referendum. «Non si può -
sottolinea Cè, capogruppo della
Lega alla Camera - arrivare a
una cessione così grande di
sovranità senza che i cittadini
possano esprimersi». Non a caso,
sottolineano gli esponenti del
Carroccio,
in 19 paesi il referendum si
farà.
IL SOGNO DI CIAMPI -
Carlo Azeglio Ciampi
festeggia al Quirinale il giorno
più bello e importante del suo
Settennato con un pranzo di
Stato che vede riuniti i vertici
politici di tutta l'Unione
Europea, e con loro quelli dei
quattro Paesi che attendono di
essere ammessi nella
grande famiglia dei Venticinque.
Il presidente iniziò la lunga
marcia verso la Costituzione
insieme al suo omologo tedesco
Johannes Rau,
nel '99 il primo in assoluto a
lanciare l'idea. Non
c'erano altri convinti
sostenitori. Solo
successivamente
Fischer e Chirac si
sarebbero uniti al progetto.
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Il testo in
sintesi della Costituzione Europea |