21 luglio 2005

Una rete capillare per dettare legge

da Il Mattino del 21 luglio 2005

 

 

Conclusa con successo l’operazione «Grande fratello».

La gang spadroneggiava in Valle Telesina e nel Napoletano

 

Colpo alla camorra, sgominati due clan Lunghe indagini dei carabinieri e direzione distrettuale antimafia. Ordinati trentuno arresti

 

Da sinistra il colonnello Restelli, il comandante provinciale colonnello Silvestri, il comandante di Cerreto tenente Carfora

 

I gruppi avevano stretti contatti operativi con altre famiglie malavitose della regione


 

da Il Mattino del 21 luglio 2005

 

I carabinieri del comando provinciale di Benevento hanno sgominato due clan camorristici che operavano tra le province di Benevento e Napoli. Trentuno gli arresti ordinati dal Gip del tribunale di Napoli,

nell’ambito dell’operazione denominata ”Grande fratello”.

 

Le indagini, condotte dalla direzione distrettuale antimafia, hanno permesso di fare luce su un’organizzazione, divisa in due tronconi, capace di pianificare le estorsioni in maniera scientifica, che organizzava omicidi, rapine, riciclaggio e traffico di droga. I territori di competenza, confini rigidamente assegnati, erano la Valle Telesina e l’area di Grumo Nevano.

 

L’inchiesta ha portato in manette, tra gli altri, anche un vigile urbano di Castelvenere e un poliziotto in servizio presso la Questura di Benevento. Avevano un ruolo strategico nell’individuare le possibili vittime del racket. Le indagini dei carabinieri erano state avviate da qualche anno. La svolta dopo la morte del boss Francesco Esposito, freddato da due killer nel 2003 all’interno del suo tabacchino di Solopaca. Era stato il suo braccio destro Francesco Perna a prendere il comando del gruppo.

 

Poi, il pentimento. Importante il suo contributo per ricostruire l’articolata macchina malavitosa messa in campo con collegamenti operativi con altre grosse famiglie camorristiche come i Moccia di Afragola, i Verde di S. Antimo e Pagnozzi di S. Martino Valle Caudina. Intanto, la morte dell’altro capoclan Teodoro De Rosa, non aveva allentato la morsa dei suoi uomini su alcuni territori dove offrivano servizi definiti di guardiania: tariffe super per una virtuale e beffarda vigilanza dei cantieri.

 

Oltre che nella Valle Telesina, al centro di azioni malavitose da molti anni, sul fronte napoletano, l’operazione viene giudicata di notevole importanza. Francesco Esposito, capo indiscusso, fino alla sua uccisione, del clan telesino, era riuscito infatti a creare nell’area di Grumo Nevano una organizzazione capace di dettare legge in molti settori.

 


 

da Il Mattino del 21 luglio 2005

 

Il ruolo strategico del vigile infedele e di un poliziotto

 

Gli arrestati avevano, nell’ambito delle rispettive organizzazioni, ruoli ben precisi. Innanzitutto i due in divisa. Il comandante dei vigili urbani di Castelvenere, Giuseppe Coletta, e l’agente della Polizia di Stato, Antonio Caporaso (sospeso da due anni dal servizio perchè indagato anche per associazione a delinquere per la maxi truffa ai danni dell’Iacp di Benevento), consegnavano ai boss, rispettivamente, la mappa dei cantieri aperti o in procinto di aprire sul territorio, e svelavano notizie segrete in merito a eventuali operazioni di polizia.

 

Altro uomo chiave, sia per il clan che per la svolta nelle indagini, è Francesco Perna, luogotenente del boss Francesco Esposito, suo successore, quindi collaboratore di giustizia. Era lui a tenere i contatti con gli imprenditori taglieggiati.

 

Raffaele Cavaiuolo era l’esattore della banda, il suo compito era la visita periodica ai cantieri. Rosa Del Prete, moglie del boss ucciso Francesco Esposito, era la cassiera del gruppo: distribuiva i proventi delle azioni malavitose agli associati. Massimo Santaniello gestiva il settore stupefacenti.

 


 

 

da Il Mattino del 21 luglio 2005

 

Una rete capillare per dettare legge

 

L’accusa è di estorsione, rapine, omicidi, riciclaggio e traffico di droga

 

I provvedimenti a carico dei 31 arrestati sono stati emessi dal Gip del tribunale di Napoli, Giovanna Ceppaluni, su richiesta del Pm Alfonso D'Avino della Direzione distrettuale antimafia.

 

Le indagini, portate a termine dai carabinieri di Benevento, si sono sviluppate attraverso intercettazioni telefoniche e pedinamenti ma anche grazie alla collaborazione di Francesco Perna, ex braccio destro del capoclan Francesco Esposito. Le fasi delle indagini e degli arresti sono state illustrate dai vertici dei carabinieri, responsabili dell’operazione, il comandante provinciale, tenente colonnello Antonio Silvestri, dal comandante del reparto operativo, tenente colonnello Gaetano Restelli, e dal comandante della Compagnia di Cerreto, tenente Michele Carfora.

 

Gli arrestati, organici, secondo l’accusa, al clan Esposito, sono:

 

Raffaele Cavaiuolo, 45 anni, di Solopaca;

Annibale Zotti, 54 anni, di Solopaca;

Antonio Natillo, 54 anni, di Torrecuso;

Pietrantonio Martucci, 52 anni, di Cardito;

Rosa Del Prete (moglie del capoclan ucciso Francesco Esposito), 44 anni, di Solopaca;

Massimiliano Santaniello, 39 anni, di Grumo Nevano;

Antimo Morlando, 44 anni, di S. Antimo;

Vincenzo Formato, 36 anni, di Solopaca;

Giuseppe Coletta, 54 anni, di Castelvenere;

Amedeo Cermola, 44 anni, di Roma;

Gabriele Spenuso, 52 anni, di Castelvolturno;

Antonio Caporaso, 49 anni, di Benevento;

Francesco Castaldo, 43 anni, di Caivano;

Luigi Sacco, 56 anni, di Melizzano;

Nicola Lombardi, 46 anni, di Foglianise;

Castrese Palumbo, 59 anni, di Marano;

Giuseppe Palumbo, 30 anni, di Marano;

Stefano Di Marino, 27 anni, di Marano;

Antonio Ferrara, 40 anni, di S. Salvatore;

Vincenzo Izzo, 44 anni, di Telese e arrestato a Ventimiglia;

Antonio Ottavo, 46 anni, di Solopaca.

 

Gli arrestati del clan De Rosa, invece, sono:

 

Luca Barba, 39 anni, di Castelvenere;

Ciro Borrielo, 24 anni, di S. Maria Capua Vetere;

Giuseppe De Rosa, 27 anni, di Telese;

Rocco De Rosa, 36 anni, di Telese;

Vincenzo De Rosa, 38 anni, di Telese;

Robert Fargnoli, 32 anni, di Piedimonte;

Raffaele Fusco, 41 anni, di Torrecuso;

Alfonso Grego, 31 anni, di Telese;

Gennaro Maiello, 38 anni, di Capua;

Liberato Rinaldi, 54 anni, di Faicchio.

 

Per Zotti, Ottavo, Maiello, Rocco e Vincenzo De Rosa, il Gip ha disposto gli arresti domiciliari. Per tutti gli altri la custodia in carcere.

 

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Dubbi su infiltrazioni della malavita


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