Conclusa con successo l’operazione «Grande
fratello».
La
gang spadroneggiava in Valle Telesina e nel
Napoletano
Colpo alla camorra, sgominati due clan Lunghe
indagini dei carabinieri e direzione
distrettuale antimafia. Ordinati trentuno
arresti
Da
sinistra il colonnello Restelli, il comandante
provinciale colonnello Silvestri, il comandante
di Cerreto tenente Carfora
I
gruppi avevano stretti contatti operativi con
altre famiglie malavitose della regione
da
Il Mattino del 21 luglio 2005
I
carabinieri del comando provinciale di Benevento
hanno sgominato due clan camorristici che
operavano tra le province di Benevento e Napoli.
Trentuno gli arresti ordinati dal Gip del
tribunale di Napoli,
nell’ambito dell’operazione denominata ”Grande
fratello”.
Le
indagini, condotte dalla direzione distrettuale
antimafia, hanno permesso di fare luce su
un’organizzazione, divisa in due tronconi,
capace di pianificare le estorsioni in maniera
scientifica, che organizzava omicidi, rapine,
riciclaggio e traffico di droga. I territori di
competenza, confini rigidamente assegnati, erano
la Valle Telesina e l’area di Grumo Nevano.
L’inchiesta ha portato in manette, tra gli
altri, anche un vigile urbano di Castelvenere e
un poliziotto in servizio presso la Questura di
Benevento. Avevano un ruolo strategico
nell’individuare le possibili vittime del
racket. Le indagini dei carabinieri erano state
avviate da qualche anno. La svolta dopo la morte
del boss Francesco Esposito, freddato da due
killer nel 2003 all’interno del suo tabacchino
di Solopaca. Era stato il suo braccio destro
Francesco Perna a prendere il comando del
gruppo.
Poi, il pentimento. Importante il suo contributo
per ricostruire l’articolata macchina malavitosa
messa in campo con collegamenti operativi con
altre grosse famiglie camorristiche come i
Moccia di Afragola, i Verde di S. Antimo e
Pagnozzi di S. Martino Valle Caudina. Intanto,
la morte dell’altro capoclan Teodoro De Rosa,
non aveva allentato la morsa dei suoi uomini su
alcuni territori dove offrivano servizi definiti
di guardiania: tariffe super per una virtuale e
beffarda vigilanza dei cantieri.
Oltre che nella Valle Telesina, al centro di
azioni malavitose da molti anni, sul fronte
napoletano, l’operazione viene giudicata di
notevole importanza. Francesco Esposito, capo
indiscusso, fino alla sua uccisione, del clan
telesino, era riuscito infatti a creare
nell’area di Grumo Nevano una organizzazione
capace di dettare legge in molti settori.
da
Il Mattino del 21 luglio 2005
Il
ruolo strategico del vigile infedele e di un
poliziotto
Gli arrestati avevano, nell’ambito delle
rispettive organizzazioni, ruoli ben precisi.
Innanzitutto i due in divisa. Il comandante dei
vigili urbani di Castelvenere, Giuseppe Coletta,
e l’agente della Polizia di Stato, Antonio
Caporaso (sospeso da due anni dal servizio
perchè indagato anche per associazione a
delinquere per la maxi truffa ai danni dell’Iacp
di Benevento), consegnavano ai boss,
rispettivamente, la mappa dei cantieri aperti o
in procinto di aprire sul territorio, e
svelavano notizie segrete in merito a eventuali
operazioni di polizia.
Altro uomo chiave, sia per il clan che per la
svolta nelle indagini, è Francesco Perna,
luogotenente del boss Francesco Esposito, suo
successore, quindi collaboratore di giustizia.
Era lui a tenere i contatti con gli imprenditori
taglieggiati.
Raffaele Cavaiuolo era l’esattore della banda,
il suo compito era la visita periodica ai
cantieri. Rosa Del Prete, moglie del boss ucciso
Francesco Esposito, era la cassiera del gruppo:
distribuiva i proventi delle azioni malavitose
agli associati. Massimo Santaniello gestiva il
settore stupefacenti.
da
Il Mattino del 21 luglio 2005
Una rete capillare per dettare legge
L’accusa è di estorsione, rapine, omicidi,
riciclaggio e traffico di droga
I
provvedimenti a carico dei 31 arrestati sono
stati emessi dal Gip del tribunale di Napoli,
Giovanna Ceppaluni, su richiesta del Pm Alfonso
D'Avino della Direzione distrettuale antimafia.
Le
indagini, portate a termine dai carabinieri di
Benevento, si sono sviluppate attraverso
intercettazioni telefoniche e pedinamenti ma
anche grazie alla collaborazione di Francesco
Perna, ex braccio destro del capoclan Francesco
Esposito. Le fasi delle indagini e degli arresti
sono state illustrate dai vertici dei
carabinieri, responsabili dell’operazione, il
comandante provinciale, tenente colonnello
Antonio Silvestri, dal comandante del reparto
operativo, tenente colonnello Gaetano Restelli,
e dal comandante della Compagnia di Cerreto,
tenente Michele Carfora.
Gli arrestati, organici, secondo l’accusa, al
clan Esposito, sono:
Raffaele Cavaiuolo, 45 anni, di Solopaca;
Annibale Zotti, 54 anni, di Solopaca;
Antonio Natillo, 54 anni, di Torrecuso;
Pietrantonio Martucci, 52 anni, di Cardito;
Rosa Del Prete
(moglie del capoclan ucciso Francesco Esposito),
44 anni, di Solopaca;
Massimiliano Santaniello, 39 anni, di Grumo
Nevano;
Antimo Morlando, 44 anni, di S. Antimo;
Vincenzo Formato, 36 anni, di Solopaca;
Giuseppe Coletta, 54 anni, di Castelvenere;
Amedeo Cermola, 44 anni, di Roma;
Gabriele Spenuso, 52 anni, di Castelvolturno;
Antonio Caporaso, 49 anni, di Benevento;
Francesco Castaldo, 43 anni, di Caivano;
Luigi Sacco, 56 anni, di Melizzano;
Nicola Lombardi, 46 anni, di Foglianise;
Castrese Palumbo, 59 anni, di Marano;
Giuseppe Palumbo, 30 anni, di Marano;
Stefano Di Marino, 27 anni, di Marano;
Antonio Ferrara, 40 anni, di S. Salvatore;
Vincenzo Izzo, 44 anni, di Telese e arrestato a
Ventimiglia;
Antonio Ottavo, 46 anni, di Solopaca.
Gli arrestati del clan De Rosa, invece, sono:
Luca Barba, 39 anni, di Castelvenere;
Ciro Borrielo, 24 anni, di S. Maria Capua Vetere;
Giuseppe De Rosa, 27 anni, di Telese;
Rocco De Rosa, 36 anni, di Telese;
Vincenzo De Rosa, 38 anni, di Telese;
Robert Fargnoli, 32 anni, di Piedimonte;
Raffaele Fusco, 41 anni, di Torrecuso;
Alfonso Grego, 31 anni, di Telese;
Gennaro Maiello, 38 anni, di Capua;
Liberato Rinaldi, 54 anni, di Faicchio.
Per Zotti, Ottavo, Maiello, Rocco e Vincenzo De
Rosa, il Gip ha disposto gli arresti
domiciliari. Per tutti gli altri la custodia in
carcere.
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