5 dicembre 2004
Il tortellino può attendere
Davide Pecora

 

 

La passione per l’orienteering ci ha portato questa settimana in Emilia, a Modena, per l’ultima tappa 2004 del Trofeo Nazionale Centri storici.

Siam partiti di notte con l’intercity 830. A Salerno sono le 20:46 e piove a dirotto. Giovanni sale a Caserta perchè è più vicino alla sua Telese. Abbiamo prenotato il vagone letto e questo è motivo di ilarità perché entrambi conosciamo a memoria il film in cui Totò viaggia in treno di notte. Dico a Giovanni che questo vagone qui va bene anche se quel "vagon lì" non era male. Non vediamo l’onorevole Trombetta e tra una battuta e l’altra decidiamo i turni delle sei ore con l’avvenente signora “in vagon lì”. Le valigie le sistemiamo vicino alle scarpe e così siamo pronti per la notte.

Uno spiffero d’aria mi tormenta ma lo userò in seguito come scusa all’errore in gara; Giovanni riesce anche a dormire. La notte è lunghissima, tanto che, alle 6:30, ora di arrivo a Modena, la luna è ancora in cielo.

La Ghirlandina (il campanile nella foto qui sotto) ci guida a piazza Grande che poi tanto grande non è: qui gli organizzatori sono già impegnati nei lavori di allestimento e non hanno neppure il tempo di chiederci com’è andato il viaggio.

Approfittiamo delle luci dell’alba e del clima mite per una passeggiata turistica: Modena ci piace. Un cornetto ed una spremuta al bar del centro dove incontriamo Massimo ed altri amici. Con il ritiro del pacco-gara entriamo nel clima agonistico. Ci cambiamo nei bagni pubblici dove conosciamo il custode, un simpatico signore con accento “forestiero”: è originario di Siracusa, ma a Modena da una vita. Fatichiamo a congedarci perché il Calogero emiliano vorrebbe raccontarci tutta la sua vita: una stretta di mano ed un sorriso e siamo pronti per il riscaldamento.

La partenza dista circa 800 metri dal ritrovo ed è situata in splendidi giardini con laghetto e papere incluse. Il sestante in fondo fa ombra sulle XI: parte Giovanni per l’open e dopo un minuto parto io per l’H35. La prima lanterna non mi frega: un salto giù per il muretto ed evito un giro di 40 secondi.

Il percorso è lineare fino alla 12 dove un’ingenua distrazione mi pregiudica un importante risultato: mi rendo conto di trovarmi alla 14 anziché alla 13 e sono costretto a tornare indietro lasciando agli avversari quasi 4 minuti. Demoralizzato taglio il traguardo convinto di non essere in semifinale, ma il risultato in tempo reale mi conforta e mi sorprende. Nella busta della società c’è già la carta di Giovanni che evidentemente ha gareggiato come non ha mai fatto. Invece Giovanni è lì, sullo scalino, con la testa tra le gambe a far compagnia al randagio che sembra consolarlo. Neppure cinquanta metri di gara e il polpaccio lo ha tradito.

Giovanni non si arrende e decide di fare il turista al 100%: con la digitale scarica tutti i 64 mega in un reportage da rivista specializzata! La semifinale è andata bene ed ho recuperato sette posizioni entrando in finale B che decide dal 7° al 12° posto. Spettacolare la partenza simultanea a sei che lo speaker anima con un tono di voce alla Galeazzi. Dopo due gare le gambe sono stanche per affrontare la terza, ma il cuore mi porta fino alla fine senza importanti esitazioni. Chiudo all’ottavo posto assoluto in H35 (recuperando ben 10 posizioni dalle qualificazioni) dando il 5 a Graziano Accorsi che mi precede di qualche secondo.

Il tortellino, stufo di aspettare, si fa mangiare da chi è più puntuale di noi: sono le 14,35 e il cameriere ci dice che c’è solo la pizza. La affianchiamo ad un piatto di lasagne annaffiato da un litro di rosso locale. La telefonata al nostro delegato regionale Gino Capitani per le comunicazioni agonistiche di rito mettono fine al discorso sportivo.

Ci attendono otto ore di treno: questa volta non in cuccetta, ma “su questo vagone qui”!

Buon Natale a tutti ed appuntamento a Firenze tra due mesi.

 

 

    

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