15 ottobre 2004
Clonazione, conflitto tra etica e ricerca
Francesco Orlandi

 

 

La clonazione dell'uomo.Conflitto tra etica e ricerca.

 

E' di qualche anno fa la notizia che in un laboratorio americano sono state duplicate cellule staminali umane,usando la stessa tecnica gia sperimentata per il caso della pecora Dolly. Si è scatenato il festival delle critiche e delle approvazioni alle attività svolte in laboratorio. Sono nati i partiti favorevoli e contrari all'uso della Ricerca per la generazione della vita umana o per la sua duplicazione. Si è approvata una legge dello stato che pone per la prima volta regole chiare sulla fecondazione assistita e sulla generazione/conservazione di cellule staminali generate da embrioni geneticamente sani.

 

Non è un altro problema rispetto alla clonazione umana :è comunque manipolazione della genetica per curare o per generare individui sani. Fatta la legge, per curare un bambino malato ,molte famiglie decidono di mettere al mondo in Olanda o in Turchia (per evadere la legge dello stato italiano)un fratellino sano (con cernita di embrioni sani selezionati ad hoc) per generare cellule staminali sane e curare il fratellino malato. E scoppia la polemica:il rimpianto della situazione pregressa dove senza regolamentazione ,si poteva interpretare e permettere ogni evento a dispetto dell'etica e del credo. In una situazione cosi confusa ho una sola certezza :non si può discutere l'onestà professionale di chi si impegna nelle ricerche di ingegneria genetica; non ha nessuna giustificazione criminalizzare chi impegna le proprie risorse intellettuali per scoprire i segreti della riproduzione degli embrioni o la generazione e l'accrescimento delle cellule. Però .

 

E' anche risaputo che la ricerca nei laboratori è finanziata da capitali privati ;chi finanzia le attività presume ovviamente un ritorno sull'investimento in termini di profitti economici. Pertanto è ragionevole ipotizzare che gli obiettivi di tale ricerca on siano solo accademici,ma abbiano ritorni economici nel breve- medio termine. In questa situazione ha senso dubitare della purezza assoluta degli scopi della Ricerca. La riproduzione delle cellule staminali in laboratorio potrebbe avere come conseguenza ultima la riproduzione dell'uomo; tale riproduzione potrebbe generare esattamente l'uomo che si vuole ;ciò significa che sarà probabilmente possibile costruire l'uomo a dosaggio prestabilito,pieno cioè di quella percentuale di pregi e difetti che lo scienziato creatore vuole riprodurre.

 

Si afferma inoltre che tale Ricerca ha quale scopo primario la riproduzione non dell'individuo Ma di organi specifici perfettamente sani. In crisi di donazione di organi la bontà di tale obiettivo potrebbe da solo giustificare lo sviluppo della Ricerca sulla riproduzione delle cellule:anche accettando il rischio di degenerazione degli obiettivi di riferimento. Nella storia di tutti i tempi l'ingegno dell'uomo si è sempre impegnato per il progresso del genere umano:progresso nella scienza e nella tecnica per migliorare la qualità della vita umana. Anche questa pagina di ricerca genetica e riproduttiva potrebbe essere scritta in questa nobile sequenza. Purché non si degeneri. In questa limitazione nascono i conflitti.

 

La degenerazione in onnipotenza creativa è il rischio nascosto in questa ricerca sugli embrioni. In questo caso forse il primato della scienza sull'etica è discutibile imporre per legge un indirizzo e dei confini invalicabili può diventare necessario e giustificato. E. vero anche che imporre scelte per divieto generalmente produce risultati opposti ; il gusto del proibito invoglia sempre a valicare il confine del consentito,lecito o illecito che sia.

 

Mi permetto di osservare che la Scienza deve scoprire sempre nuovi orizzonti, senza limite alcuno e non per smania di onnipotenza;come diceva Socrate, sono certo che l'uomo (Ricercatori e non) ha ancora viva in sé la coscienza che .il vero sapere è sapere di non sapere. Per questo è giusto continuare a lavorare seriamente senza mettere barriere e limiti invalicabili alla voglia di scoprire e di capire.

 

FRANCESCO ORLANDI

 

 

    

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