13 dicembre 2005
BN, Zamparini vende l'Ipermercato fluviale
Gabriele Corona

 

 

altrabenevento

Gruppo di lavoro per la città sostenibile contro il malaffare

presso Codacons, via Martiri d’Ungheria, 13 – BENEVENTO

 

Dossier: Ipermercati

 

 

La realizzazione di Ipermercati è, in genere, motivo di contrasto tra imprenditori, politici, faccendieri, associazioni dei commercianti e dei consumatori, ambientalisti, speculatori, ditte di costruzioni e camorristi. Diversi Comuni sono stati sciolti per infiltrazioni malavitose connesse alla costruzione delle Grandi Strutture di vendita, vari amministratori pubblici sono stati inquisiti, ed in qualche caso condannati, per tangenti percepite per concedere le autorizzazioni che non si potevano rilasciare, o per aver preteso l’assunzione, anche temporanea, di giovani disoccupati da ricattare.

 

Anche a Benevento le richieste di autorizzazione per la costruzione di due Ipermercati, hanno determinato polemiche, ricorsi tra associazioni di commercianti, ricatti, denunce tra avvocati e tecnici, scontri tra consiglieri di opposizione Assessori ed imprenditori, diatribe e contrapposizioni anche all’interno di Alleanza Nazionale. Pare che anche la clamorosa dichiarazione di sfiducia del Sindaco D’Alessandro nei confronti del suo presidente provinciale, Capezzone e il ritiro della delega all’Urbanistica  a lui conferita nel 2001, avesse molto a che vedere con gli Ipermercati. Anche le note polemiche nei confronti del Settore Urbanistica e dei consulenti del P.R.U.S.S.T. da parte di un altro ex assessore all’Urbanistica, Roberto Prozzo, poi diventato avvocato della soc. Reti & Sviluppo titolare delle Concessioni Edilizie per l’Ipermercato di via Valfortore, sono state determinate o alimentate ulteriormente dalle vicende politico-amministrative degli Ipermercati.

 

 

Prozzo ha più volte denunciato presunte illegittimità relative alla autorizzazione rilasciata per la costruzione del Centro Commerciale Moccia di contrada San Vito. Quelle difformità urbanistiche si riducevano ad un illegittimo ampliamento della zona commerciale per un millimetro sulla planimetria. Ciò ha determinato una variante per la riduzione della volumetria. Ben più gravi gli scempi ambientali a danno della collina e del corso d’acqua denunciati solo dalla LIPU. Ancor più grave il problema della viabilità assolutamente insufficiente che ha determinato molte proteste dei cittadini e degli abitanti della zona. Il capogruppo di AN in consiglio comunale si è preoccupato solo di denunciare le responsabilità della Provincia che ha dato il parere favorevole per la idoneità della strada che in quel momento, essendo ancora una strada statale, rispondeva ai requisiti previsti dall’art. 5 della legge regionale n1 del 2000. Paolucci avrebbe dovuto invece ricordare le responsabilità del Comune che ha concesso le autorizzazioni ad edificare l’Ipermercato in quella zona sapendo che per quella strada il Comune ha richiesto da molto tempo la declassificazione a strada comunale. Se quella declassificazione fosse stata concessa dalla ANAS, come si sarebbe potuto considerare quella strada idonea a collegare un Centro Commerciale con la Tangenziale?

 

Ma non c’è dubbio sul fatto che le difformità urbanistiche e le illegittimità degli atti  riscontrati a proposito dell’Ipermercato BUONVENTO, sono davvero poca cosa se confrontati con gli intrighi affaristici dell’Ipermercato di via Valfortore .

Per rendere una idea chiara di quanto è accaduto, è bene ricordare che la prima richiesta di lottizzazione per una struttura commerciale su quell’area, fu presentata dai proprietari dei terreni nel 1998. Quella richiesta fu però bocciata perché su quel terreno si doveva realizzare una strada prevista dal Piano Regolatore.Un analogo progetto fu presentato nel 2000 e fu accolto dall’Ufficio Tecnico, nonostante la strada di piano regolatore fosse ancora prevista.

Il Consiglio Comunale, pertanto, nel dicembre 2000 adottò la variante urbanistica riservandosi di approvare successivamente il Piano di Lottizzazione che prevedeva 9 lotti per un totale di 75.000 metri cubi di volumetria. Ma prima che il Commissario Straordinario subentrato al Consiglio Comunale sciolto prima delle elezioni, approvasse la Lottizzazione in data 14 maggio 2001, il progetto era già stato modificato.

Infatti il 27 aprile 2001era già stato portato  in Commissione Edilizia un progetto che prevedeva 134.000 metri cubi invece dei 75.000 approvati dal Consiglio Comunale e poi confermati  dal Commissario Straordinario. Quel parere che doveva essere “di massima” e peraltro espresso solo da una minoranza della Commissione, diventò definitivo.

 

La successiva relazione istruttoria del Responsabile dello Sportello Unico per le Attività Produttive dichiarava conforme agli strumenti urbanistici quel Progetto e la Conferenza dei Servizi lo approvò senza accorgersi che il Piano di Lottizzazione prevedeva 75.000 metri cubi mentre il progetto ne prevedeva 134.000. La Conferenza di Servizi decise anche quell’Ipermercato poteva essere autorizzato solo come “delocalizzazione” di attività esistenti che si erano aggregate come Consorzio “I Sanniti”, ma il Permesso non venne rilasciato al Consorzio, bensì ad un privato ( prima Paolo D’Arco di reti & Sviluppo e poi  Maurizio Zamparini, ditta individuale.

E dov’è l’asse viario di primaria importanza  necessario per collegare l’Ipermercato con la tangenziale? Non c’è, ma al Comune di Benevento basta l’impegno di Reti e Sviluppo-Zamparini a realizzarlo, per rilasciare tutte le autorizzazioni. A tutt’oggi quella strada non esiste nonostante gli annunci di apertura dell’Ipermercato per Aprile 2006.

 

Ma il problema più grosso per l’Ipermercato di via Valfortore è il parcheggio. Infatti la modifica del progetto per la volumetria di 134.000 metri cubi e la richiesta di autorizzazione a realizzare una struttura di Grande Distribuzione, fa lievitare anche la superficie per la sosta degli autoveicoli.

Nella prima ipotesi, cioè il Piano di Lottizzazione approvato dal Consiglio Comunale nel 2000, le aree a parcheggio dovevano coprire una superficie di solo 4.589,40 metri quadrati, mentre nella ipotesi prevista dal progetto poi autorizzato, i parcheggi calcolati assommavano a 47.831,58 metri quadrati.

Come fare a realizzarli su una superficie totale complessiva di 48.701 metri quadrati che deve anche contenere, ovviamente, il fabbricato, le strade e il verde pubblico?

Allora viene annessa un’area dall’altra parte della Ferrovia, per farne un parcheggio ed il lotto complessivo sale a 53.987 mq. Ma questa superficie ancora non è sufficiente per contenere Ipermercato, strade e parcheggi ed allora si inventa la storia dei tre capannoni da costruire nella rea destinata Parco Fluviale con annesso parcheggio.

 

Quell’area è da molti decenni è destinata a Parco e tale previsione viene confermata con la Bozza di Viariante al Piano Regolatore del luglio del 2002, ma in quel momento era già stata rilasciata la Concessione Edilizia  per costruire i capannoni.

Formalmente il progetto presentato da due imprenditori locali prevedeva tre edifici per attività produttive, che secondo una strana interpretazione delle norme urbanistica potrebbero essere costruiti in zona urbanistica F2- Parchi, ma si scopre ben presto che si tratta di tre capannoni destinati a tre Commercianti-artigiani che già svolgono la loro attività sui suoli dove deve sorgere l’Ipermercato e che devono trovare una nuova collocazione.

 

Il parcheggio di 24.000 mq sproporzionato per i tre capannoni, è destinato ad essere asservito all’Ipermercato come dichiara lo stesso Zamparini nell’atto notarile di acquisto dei terreni che dal costo iniziale di 68 milioni di lire, salgono in un mese, a £. 3.000.000.000 e poi raddoppiano il valore nella settimana successiva.

Quella Concessione Edilizia sarà poi annullata con le conseguenti velenose polemiche, ma i Capannoni non sono stati mai abbattuti. E il parcheggio da asservire all’Ipermercato che fine ha fatto?

 

Nel Marzo 2003 il Consiglio Comunale approvò la Varante al Piano di Lottizzazione che ancora prevedeva 75.000 metri cubi e nel nuovo progetto è previsto un parcheggio sul tetto dell’Ipermercato. Formalmente il progetto prevede le superfici per parcheggi richieste dalla Legge Regionale 1/2000, ma rimangono molti dubbi sulla reale possibilità di organizzare sul tetto della struttura commerciale un ‘area di sosta di 14.000 metri quadrati.

Nella seconda metà del 2004, dopo le polemiche velenose, comincia una trattativa tra l’Assessore all’Urbanistica e lo stesso Zamparini, il quale si oppone all’abbattimento dei capannoni con alcuni ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato, ma poi si dichiara disposto all’abbattimento a condizione che il Comune lo autorizzi a realizzare un Parco da cedere al Comune.

Si tratta di una strana “condizione”!

In realtà il progetto presentato prevede la costruzione di un Parcheggio da 22.000 mq da utilizzare per l’Ipermercato. Il “Parco” da cedere al Comune è solo una striscia di terreno lungo il fiume Calore, in zona alluvionale, della grandezza pari alla metà circa di quanto dichiarato e che occupa una parte di alveo fluviale di proprietà del demanio.

E’ chiaro che il Parco è una invenzione per realizzare sempre quello stesso parcheggio già previsto nell’atto notatile del 2002.

 

Ma è una soluzione che non regge ed infatti è già stata presentata il 13 ottobre scorso, la richiesta di Variante Urbanistica per fare in modo che quel Parcheggio non ricada più in zona F2- Parco, ma diventi a tutti gli effetti un parcheggio in zona Commerciale.

Come si fa una tale trasformazione? Secondo la Legge Regionale all’Urbanistica ci vuole un valido motivo, un fatto nuovo.

Ci pensa la Soprintendenza Archeologica che solo ora si accorge che nell’area dell’Ipermercato sono stati trovati reperti di grande importanza e pertanto uno dei parcheggi previsti non può essere realizzato. Si preoccupa però, la Soprintendente, per le superfici a parcheggio che Zamparini deve garantire, ed allora propone al Comune di modificare le destinazioni urbanistiche della zona per consentire che quel Parcheggio, prima a servizio dei Capannoni e poi del Parco, sia annesso all’Ipermercato.

E il Comune asseconda la richiesta avviando, l’iter per la modifica degli strumenti urbanistici secondo le decisioni che Zamparini aveva preso già nel marzo del 2002.

 

Ma intanto è successo qualcos’altro. Il 12 ottobre (il giorno prima della richiesta di modifica urbanistica della zona), il Comune ha rilasciato a Zamparini un Permesso di Costruire in sanatoria ed in Variante, sempre per l’Ipermercato. Incredibilmente quel Permesso prevede la possibilità di realizzare tutti i parcheggi la dove erano già previsti, compreso quello in area archeologica. Questo progetto risulta approvato anche dalla Soprintendenza Archeologia! Ma allora quei reperti sono da tutelare o non?

 

Una precisazione deve essere fatta a proposito degli standard per parcheggi per gli Ipermercati. Nel caso dell’Ipermercato Bonvento l’Ufficio Tecnico comunale si è convinto che la superficie complessiva delle aree a parcheggio deve essere pari alla superficie di vendita moltiplicato per un indice che, nel caso di quella struttura di vendita, è pari a 2,5. Secondo la Legge Regionale 1/2000 l’indice per l’Ipermercato Zamparini è pari a 2 e pertanto essendo la superficie di vendita pari a 16.691 mq, i parcheggi devono avere una superficie complessiva di 33.382 metri quadrati e non di 44.255, come “stranamente” previsto dal progetto. Pertanto riducendo le superfisi di parcheggi i reperti archeologici sono salvaguardati e anche l’area destinata a Parco Fluviale.

 

Appare evidente, quindi, che quel Parcheggio in area Parco serve a sostituire quello sul tetto dell’edificio dove già si evidenziano strutture in plastica a copertura di lucernari, che non consentono affatto la circolazione e la sosta delle auto.

 

Questi ultimi fatti aumentano la convinzione che ci troviamo dinanzi ad una concertata azione speculativa per cui proprio non si comprende il ritardo della Repubblica della Repubblica nel concludere la inchiesta avviata 3 anni fa.

 

Benevento, 12 dicembre 2005

 

altrabenevento

 

 

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