altrabenevento
Gruppo di lavoro per la città
sostenibile contro il malaffare
presso Codacons, via Martiri
d’Ungheria, 13 – BENEVENTO
Dossier: Ipermercati
La
realizzazione di Ipermercati è, in genere,
motivo di contrasto tra imprenditori, politici,
faccendieri, associazioni dei commercianti e dei
consumatori, ambientalisti, speculatori, ditte
di costruzioni e camorristi. Diversi Comuni sono
stati sciolti per infiltrazioni malavitose
connesse alla costruzione delle Grandi Strutture
di vendita, vari amministratori pubblici sono
stati inquisiti, ed in qualche caso condannati,
per tangenti percepite per concedere le
autorizzazioni che non si potevano rilasciare, o
per aver preteso l’assunzione, anche temporanea,
di giovani disoccupati da ricattare.
Anche a Benevento le richieste di autorizzazione
per la costruzione di due Ipermercati, hanno
determinato polemiche, ricorsi tra associazioni
di commercianti, ricatti, denunce tra avvocati e
tecnici, scontri tra consiglieri di opposizione
Assessori ed imprenditori, diatribe e
contrapposizioni anche all’interno di Alleanza
Nazionale. Pare che anche la clamorosa
dichiarazione di sfiducia del Sindaco
D’Alessandro nei confronti del suo presidente
provinciale, Capezzone e il ritiro della delega
all’Urbanistica a lui conferita nel 2001,
avesse molto a che vedere con gli Ipermercati.
Anche le note polemiche nei confronti del
Settore Urbanistica e dei consulenti del
P.R.U.S.S.T. da parte di un altro ex assessore
all’Urbanistica, Roberto Prozzo, poi diventato
avvocato della soc. Reti & Sviluppo titolare
delle Concessioni Edilizie per l’Ipermercato di
via Valfortore, sono state determinate o
alimentate ulteriormente dalle vicende
politico-amministrative degli Ipermercati.
Prozzo ha più volte denunciato presunte
illegittimità relative alla autorizzazione
rilasciata per la costruzione del Centro
Commerciale Moccia di contrada San Vito. Quelle
difformità urbanistiche si riducevano ad un
illegittimo ampliamento della zona commerciale
per un millimetro sulla planimetria. Ciò ha
determinato una variante per la riduzione della
volumetria. Ben più gravi gli scempi ambientali
a danno della collina e del corso d’acqua
denunciati solo dalla LIPU. Ancor più grave il
problema della viabilità assolutamente
insufficiente che ha determinato molte proteste
dei cittadini e degli abitanti della zona. Il
capogruppo di AN in consiglio comunale si è
preoccupato solo di denunciare le responsabilità
della Provincia che ha dato il parere favorevole
per la idoneità della strada che in quel
momento, essendo ancora una strada statale,
rispondeva ai requisiti previsti dall’art. 5
della legge regionale n1 del 2000. Paolucci
avrebbe dovuto invece ricordare le
responsabilità del Comune che ha concesso le
autorizzazioni ad edificare l’Ipermercato in
quella zona sapendo che per quella strada il
Comune ha richiesto da molto tempo la
declassificazione a strada comunale. Se quella
declassificazione fosse stata concessa dalla
ANAS, come si sarebbe potuto considerare quella
strada idonea a collegare un Centro Commerciale
con la Tangenziale?
Ma
non c’è dubbio sul fatto che le difformità
urbanistiche e le illegittimità degli atti
riscontrati a proposito dell’Ipermercato
BUONVENTO, sono davvero poca cosa se confrontati
con gli intrighi affaristici dell’Ipermercato di
via Valfortore .
Per rendere una idea chiara di quanto è
accaduto, è bene ricordare che la prima
richiesta di lottizzazione per una struttura
commerciale su quell’area, fu presentata dai
proprietari dei terreni nel 1998. Quella
richiesta fu però bocciata perché su quel
terreno si doveva realizzare una strada prevista
dal Piano Regolatore.Un analogo progetto fu
presentato nel 2000 e fu accolto dall’Ufficio
Tecnico, nonostante la strada di piano
regolatore fosse ancora prevista.
Il
Consiglio Comunale, pertanto, nel dicembre 2000
adottò la variante urbanistica riservandosi di
approvare successivamente il Piano di
Lottizzazione che prevedeva 9 lotti per un
totale di 75.000 metri cubi di volumetria. Ma
prima che il Commissario Straordinario
subentrato al Consiglio Comunale sciolto prima
delle elezioni, approvasse la Lottizzazione in
data 14 maggio 2001, il progetto era già stato
modificato.
Infatti il 27 aprile 2001era già stato portato
in Commissione Edilizia un progetto che
prevedeva 134.000 metri cubi invece dei 75.000
approvati dal Consiglio Comunale e poi
confermati dal Commissario Straordinario. Quel
parere che doveva essere “di massima” e peraltro
espresso solo da una minoranza della
Commissione, diventò definitivo.
La
successiva relazione istruttoria del
Responsabile dello Sportello Unico per le
Attività Produttive dichiarava conforme agli
strumenti urbanistici quel Progetto e la
Conferenza dei Servizi lo approvò senza
accorgersi che il Piano di Lottizzazione
prevedeva 75.000 metri cubi mentre il progetto
ne prevedeva 134.000. La Conferenza di Servizi
decise anche quell’Ipermercato poteva essere
autorizzato solo come “delocalizzazione” di
attività esistenti che si erano aggregate come
Consorzio “I Sanniti”, ma il Permesso non venne
rilasciato al Consorzio, bensì ad un privato (
prima Paolo D’Arco di reti & Sviluppo e poi
Maurizio Zamparini, ditta individuale.
E
dov’è l’asse viario di primaria importanza
necessario per collegare l’Ipermercato con la
tangenziale? Non c’è, ma al Comune di Benevento
basta l’impegno di Reti e Sviluppo-Zamparini a
realizzarlo, per rilasciare tutte le
autorizzazioni. A tutt’oggi quella strada non
esiste nonostante gli annunci di apertura
dell’Ipermercato per Aprile 2006.
Ma
il problema più grosso per l’Ipermercato di via
Valfortore è il parcheggio. Infatti la modifica
del progetto per la volumetria di 134.000 metri
cubi e la richiesta di autorizzazione a
realizzare una struttura di Grande
Distribuzione, fa lievitare anche la superficie
per la sosta degli autoveicoli.
Nella prima ipotesi, cioè il Piano di
Lottizzazione approvato dal Consiglio Comunale
nel 2000, le aree a parcheggio dovevano coprire
una superficie di solo 4.589,40 metri quadrati,
mentre nella ipotesi prevista dal progetto poi
autorizzato, i parcheggi calcolati assommavano a
47.831,58 metri quadrati.
Come fare a realizzarli su una superficie totale
complessiva di 48.701 metri quadrati che deve
anche contenere, ovviamente, il fabbricato, le
strade e il verde pubblico?
Allora viene annessa un’area dall’altra parte
della Ferrovia, per farne un parcheggio ed il
lotto complessivo sale a 53.987 mq. Ma questa
superficie ancora non è sufficiente per
contenere Ipermercato, strade e parcheggi ed
allora si inventa la storia dei tre capannoni da
costruire nella rea destinata Parco Fluviale con
annesso parcheggio.
Quell’area è da molti decenni è destinata a
Parco e tale previsione viene confermata con la
Bozza di Viariante al Piano Regolatore del
luglio del 2002, ma in quel momento era già
stata rilasciata la Concessione Edilizia per
costruire i capannoni.
Formalmente il progetto presentato da due
imprenditori locali prevedeva tre edifici per
attività produttive, che secondo una strana
interpretazione delle norme urbanistica
potrebbero essere costruiti in zona urbanistica
F2- Parchi, ma si scopre ben presto che si
tratta di tre capannoni destinati a tre
Commercianti-artigiani che già svolgono la loro
attività sui suoli dove deve sorgere
l’Ipermercato e che devono trovare una nuova
collocazione.
Il
parcheggio di 24.000 mq sproporzionato per i tre
capannoni, è destinato ad essere asservito
all’Ipermercato come dichiara lo stesso
Zamparini nell’atto notarile di acquisto dei
terreni che dal costo iniziale di 68 milioni di
lire, salgono in un mese, a £. 3.000.000.000 e
poi raddoppiano il valore nella settimana
successiva.
Quella Concessione Edilizia sarà poi annullata
con le conseguenti velenose polemiche, ma i
Capannoni non sono stati mai abbattuti. E il
parcheggio da asservire all’Ipermercato che fine
ha fatto?
Nel Marzo 2003 il Consiglio Comunale approvò la
Varante al Piano di Lottizzazione che ancora
prevedeva 75.000 metri cubi e nel nuovo progetto
è previsto un parcheggio sul tetto
dell’Ipermercato. Formalmente il progetto
prevede le superfici per parcheggi richieste
dalla Legge Regionale 1/2000, ma rimangono molti
dubbi sulla reale possibilità di organizzare sul
tetto della struttura commerciale un ‘area di
sosta di 14.000 metri quadrati.
Nella seconda metà del 2004, dopo le polemiche
velenose, comincia una trattativa tra
l’Assessore all’Urbanistica e lo stesso
Zamparini, il quale si oppone all’abbattimento
dei capannoni con alcuni ricorsi al Tar e al
Consiglio di Stato, ma poi si dichiara disposto
all’abbattimento a condizione che il Comune lo
autorizzi a realizzare un Parco da cedere al
Comune.
Si
tratta di una strana “condizione”!
In
realtà il progetto presentato prevede la
costruzione di un Parcheggio da 22.000 mq da
utilizzare per l’Ipermercato. Il “Parco” da
cedere al Comune è solo una striscia di terreno
lungo il fiume Calore, in zona alluvionale,
della grandezza pari alla metà circa di quanto
dichiarato e che occupa una parte di alveo
fluviale di proprietà del demanio.
E’
chiaro che il Parco è una invenzione per
realizzare sempre quello stesso parcheggio già
previsto nell’atto notatile del 2002.
Ma
è una soluzione che non regge ed infatti è già
stata presentata il 13 ottobre scorso, la
richiesta di Variante Urbanistica per fare in
modo che quel Parcheggio non ricada più in zona
F2- Parco, ma diventi a tutti gli effetti un
parcheggio in zona Commerciale.
Come si fa una tale trasformazione? Secondo la
Legge Regionale all’Urbanistica ci vuole un
valido motivo, un fatto nuovo.
Ci
pensa la Soprintendenza Archeologica che solo
ora si accorge che nell’area dell’Ipermercato
sono stati trovati reperti di grande importanza
e pertanto uno dei parcheggi previsti non può
essere realizzato. Si preoccupa però, la
Soprintendente, per le superfici a parcheggio
che Zamparini deve garantire, ed allora propone
al Comune di modificare le destinazioni
urbanistiche della zona per consentire che quel
Parcheggio, prima a servizio dei Capannoni e poi
del Parco, sia annesso all’Ipermercato.
E
il Comune asseconda la richiesta avviando,
l’iter per la modifica degli strumenti
urbanistici secondo le decisioni che Zamparini
aveva preso già nel marzo del 2002.
Ma
intanto è successo qualcos’altro. Il 12 ottobre
(il giorno prima della richiesta di modifica
urbanistica della zona), il Comune ha rilasciato
a Zamparini un Permesso di Costruire in
sanatoria ed in Variante, sempre per
l’Ipermercato. Incredibilmente quel Permesso
prevede la possibilità di realizzare tutti i
parcheggi la dove erano già previsti, compreso
quello in area archeologica. Questo progetto
risulta approvato anche dalla Soprintendenza
Archeologia! Ma allora quei reperti sono da
tutelare o non?
Una precisazione deve essere fatta a proposito
degli standard per parcheggi per gli
Ipermercati. Nel caso dell’Ipermercato Bonvento
l’Ufficio Tecnico comunale si è convinto che la
superficie complessiva delle aree a parcheggio
deve essere pari alla superficie di vendita
moltiplicato per un indice che, nel caso di
quella struttura di vendita, è pari a 2,5.
Secondo la Legge Regionale 1/2000 l’indice per
l’Ipermercato Zamparini è pari a 2 e pertanto
essendo la superficie di vendita pari a 16.691
mq, i parcheggi devono avere una superficie
complessiva di 33.382 metri quadrati e non di
44.255, come “stranamente” previsto dal
progetto. Pertanto riducendo le superfisi di
parcheggi i reperti archeologici sono
salvaguardati e anche l’area destinata a Parco
Fluviale.
Appare evidente, quindi, che quel Parcheggio in
area Parco serve a sostituire quello sul tetto
dell’edificio dove già si evidenziano strutture
in plastica a copertura di lucernari, che non
consentono affatto la circolazione e la sosta
delle auto.
Questi ultimi fatti aumentano la convinzione che
ci troviamo dinanzi ad una concertata azione
speculativa per cui proprio non si comprende il
ritardo della Repubblica della Repubblica nel
concludere la inchiesta avviata 3 anni fa.
Benevento, 12 dicembre 2005
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